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Evergrande: quale sarà il destino della società e dell’economia cinese?

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Il tempo stringe per Evergrande . Il gruppo non ha pagato puntualmente gli interessi dovuti agli obbligazionisti la scorsa settimana e oramai, per i canoni tradizionali, è in default. Sono già partite le vendite delle prime partecipazioni e vi sono dei ritardi nel pagamento dei dipendenti. In teoria c’è un periodo di grazia di ancora 30 giorni, ma non si intravedono, per ora, grosse novità. Tra l’altro i pagamenti non sono dovuti solo agli obbligazionisti, ma anche ha chi versato anticipi per gli appartamenti e ai fornitori. 

Cosa può accadere nei prossimi 30 giorni?

  1. Evergrande paga i propri debiti: Per evitare un default ufficiale, Evergrande deve pagare gli interessi entro 30 giorni, ma questo richiede nuove risorse finanziarie. Ha già venduto Shengjing Bank per 1,5 miliardi di dollari.  Altri parti che possono essere vendute perché non strategiche, come la società che sta sviluppando auto elettriche o la società del settore sanitario. Questo però non sarebbe sufficiente e dovrebbe vendere molti complessi a Hong Kong e nello Shenzhen, cosa che invece è molto più difficile e non è finora successa. Quindi è improbabile che questo avvenga. 
  2. Evergrande viene liquidata e quello che deve essere completato lo è con il sovvenzionamento del governo. Difficilmente Evergrande potrà far fronte al mercato finanziario ripagando i propri debiti. Pechino ha già messo in preallarme amministrazioni e società controllate per prepararle a intervenire nel salvataggio. Le autorità locali stanno già intervenendo a livello locale facendo portare a termine i complessi, soprattutto nel Guangdong. Quindi lo stato, anche per evitare sommovimenti sociali, può intervenire per far completare progetti già parzialmente venduti, pagando anche i debiti dei fornitori. Attenzione che questa generosità non si allargherà agli investitori stranieri, gli obbligazionisti in dollaro, che subiranno il default a pieno. Questo è il profilo più probabile.
  3. Crolla tutto il settore immobiliare cinese. Il rischio maggiore è che le famiglie, bruciate dagli investimenti in Evergrande, perdano fiducia in un settore dove, sinora, hanno investito 2/3 della propria ricchezza. Questo porterebbe a un calo consistente negli acconti versati per l’acquisto di nuovi immobili, solitamente il maggior fattore di finanziamento delle società di sviluppo immobiliare. Questo si fermerebbe con un grave impatto su tutta l’economia oltre che sulla ricchezza delle famiglie. Con il 20% del PIL che viene a dipendere dal settore immobiliare la ricaduta sulla crescita sarebbe molto pesante, in un momento in cui i problemi energetici stanno già mettendo i bastoni fra le ruote. Già la crescita previsionale per il 2022 è prevista a solo il 5,5%, pochissimo per la Cina. Se si verificasse questa evenienza la crescita potrebbe scendere al 4,7%-5%. Per Pechino un autentico disasto.

 

 


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