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Eurozona: cresce il debito delle istituzioni non finanziarie. Il segno non è buono

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Secondo i dati della BCE, ripresi da Trading economics i prestiti alle famiglie nell’area dell’euro sono aumentati del 4,2 percento su base annua a novembre 2021, con un’accelerazione dal 4,1 percento del mese precedente e corrispondente all’aumento di agosto, che è stato il più grande dal novembre 2008. Inoltre, il credito alle imprese è aumentato del 2,9 percento. , rispetto al 2,5 per cento di ottobre. La crescita del credito del settore privato, comprese le famiglie e le società non finanziarie, è accelerata al 3,7 percento a novembre, rispetto al 3,4 percento del mese precedente.

I prestiti nell’Eurozona sono aumentati quest’anno a causa dei bassi tassi di interesse, della crescente domanda di mutui e delle esigenze di finanziamento a breve termine che si oppongono ai colli di bottiglia dell’offerta. Un segno non particolarmente positivo per due motivi:

  • il picco nella crescita  dei prestiti per le entità non finanziarie raggiunse il proprio massimo proprio alla vigilia della grande crisi finanziaria;
  • dato che non ci sono stati particolari incrementi nei redditi in euro area c’è il rischio che l’incremento nei prezzi si traduca in un calo del reddito disponibile al primo ritocco dei tassi, tagliando quindi i consumi e aprendo la strada a una crisi economica.

Chi ha fatto più debito privato non finanziario? Non l’Italia…

Però  i nostri vicini si, la Francia

Ci sono 20 punti percentuali fra i debiti degli enti non finanziari italiani, famiglie comprese e quelli francesi. Anche gli spagnoli non sono messi bene: se non sono 20 sono 18 punti percentuali…

Peggio ancora gli olandesi, con un debito privato non di enti finanziari pari al PIL del paese…

 

Gli olandesi sono fra i paesi che vogliono di più una manovra restrittiva da parte della BCE, eppure sono fra quelli che, privatamente, ne pagherebbero di più il prezzo. Però la lucidità non è il fattore predominante nella UE

 


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