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EUROTERRORISMO SUL BREXIT: LE BALLE SULLE UNIVERSITA’ INGLESI

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Sugli effetti catastrofici del #Brexit ne abbiamo lette tante. Chi lamentava le bugie di Farage e Johnson deve avere una sordità selettiva per quelle dei sostenitori del Remain, che parlavano di Terza Guerra Mondiale, crollo dell’economia del 15% e altri disastri epocali.

Oggi il Fatto Quotidiano, purtroppo sempre più schiacciato sulla linea montiana e merkeliana del suo vicedirettore Stefano Feltri, fervente sostenitore del TTIP e feroce avversario del Brexit, pubblica l’ennesimo pezzo di disinformazione pro-Bruxelles, dal titolo “Brexit, a rischio 1,2 miliardi di sterline per le università inglesi. Trema la ricerca: “Rette raddoppieranno, sarà brain exit”.

Universita 1

 

Nel pezzo oltre a una sfilza di cifre inesatte – nel più puro stile UnionEuropeista – si legge che “uscendo dalla Ue, gli atenei del Regno Unito in futuro perderanno l’accesso ai fondi europei. Cambridge, secondo alcune stime, perderà oltre 66 milioni, il 15% del totale. A questo si aggiungono le perdite di iscrizioni e di attrattività. Il criminologo Federico Varese, che insegna a Oxford: “Avremo meno studenti con borse di studio e meno giovani ricercatori”.

Ammettendo che sia vera la cifra di 1,2 miliardi di sterline, e ammettendo che UK la perdesse tutta (ma anche il FQ ammette che l’ipotesi è improbabile), ricordiamo una cosa che tutti i sostenitori dell’UE apparentemente ignorano: il Regno Unito è un contributore netto al bilancio UE per circa 8,5 miliardi di sterline all’anno.

In ogni caso la cifra di 1,2 miliardi fornita dal Fatto Quotidiano è falsa. Seguendo il link contenuto nell’articolo (che punta ai dati del 2013-14, quando sono disponibili quelli 2014-15 nello stesso sito), fondi e contratti per la ricerca di fonte UE (UE intesa come regione, non come Istituzione Europea) ammontano a circa 800 milioni di sterline. E questi 800 milioni includono denaro proveniente da privati e governi comunitari, se si leggono le definizioni date sul sito stesso. La stima dei fondi UE veri e propri è di circa 600 milioni, la metà di quanto riportato dall’autore del Fatto Quotidiano.

La parte più spassosa dell’articolo al solito sono i commenti dei lettori, uno spaccato dell’abissale ignoranza del pubblico in materia di UE e bilancio, ignoranza voluta e ottenuta dalle Istituzioni Europee e dai politici pro-UE nostrani, dal PD a Scelta Civica passando per FI. Perché nel vuoto dell’ignoranza si piantano gli alberi della propaganda. E si leggono perle come “la Gran Bretagna riceve da UE più soldi di quelli che versa” (!!!) o “gli inglesi non potranno più partecipare ai bandi per i fondi Horizon 2020” (basta versare una quota e si partecipa come fanno Norvegia Islanda e altri paesi extra-UE) o anche “le rette aumenteranno da 9.000 a 25.000 euro” per la perdita del 2.6% delle entrate …

Riportiamo alcune cifre utili a capire le dimensioni minime del problema tratte dal sito HESA, Higher Statistics Education Agency (grazie al nostro Fabio Lugano):

Entrate totali università UK                                     £ 33,2 miliardi

Spese totali università UK                                       £ 31,2 miliardi

Utile complessivo Università UK                               £ 2.0 miliardi

Fondi e contratti per la ricerca di fonte comunitaria   £ 836 milioni

Rette universitarie e contratti di educazione             £ 14.7 miliardi

 

Universita 2

 

In sintesi:

 

  • Il Fatto Quotidiano riporta cifre evidentemente false, utili però alla causa UE
  • Le università UK non sarebbero affatto costrette a raddoppiare le rette, perché perderebbero al massimo il 2.5% delle entrate, ovvero il 4% delle entrate da rette studentesche.
  • UK non avrebbe nessun problema a utilizzare una parte degli 8.5 miliardi di sterline risparmiate per finanziare la ricerca universitaria
  • I pro-UE vogliono convincerci che al di fuori dell’UE non esiste ricerca universitaria. Paesi come Giappone, Svizzera, USA, Canada, Sud Corea dimostrano il contrario.
  • Gli studenti UE potrebbero effettivamente rischiare di pagare le rette piene degli attuali studenti extracomunitari, che vanno dai 10.000 ai 30.000 pound, ma sarà una scelta del governo UK. Ad esempio già oggi gli studenti provenienti da Svizzera e paesi EEC non UE pagano le stesse rette degli studenti UE.
  • Il sistema universitario britannico è IN ATTIVO per due miliardi di sterline. Perché mai dovrebbero raddoppiare le rette, attualmente pari a 14.7 miliardi ovvero la metà delle entrate totali? Per fare utili del 30%? In questo caso si meriterebbero la fuga dei cervelli.
  • Una volta recuperata la sovranità piena il governo inglese deciderà come meglio usare i 13 miliardi di sterline oggi dati in gestione a Juncker & Co., e gli elettori premieranno o puniranno le sue scelte alle elezioni. Cosa impossibile oggi. Sarà un surplus democratico non trascurabile.

E per finire, se le università inglesi decidessero di aumentare le rette e gli studenti internazionali venissero nelle ottime università continentali … dove sarebbe il problema?


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