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Europa: un gigante nano anche di fronte al coronavirus

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coronavirus, la mappa dell'Europa

Di Francesco Celotto.

L’Europa purtroppo si conferma un gigante nano anche di fronte alla gravissima emergenza del coronavirus. Preoccupante la mancanza di coordinamento e la inazione dei governi in una situazione delicatissima come quella che stiamo vivendo.
Per l’ennesima volta l’Europa dimostra una totale mancanza di solidarietà e sembra un far west dove ognuno fa da sè.

Patetica la riunione (via streaming) dell’altro giorno dove si è deciso udite, udite di adottare flessibilità e poter sforare i ridicoli limiti di deficit del 3% .

Ci mancherebbe anche che se dovessimo costruire un ospedale o spendere nella sanità per difenderci dal virus (sanità già falcidiata peraltro negli ultimi 10/15 anni per rispettare i famosi limiti inflessibili imposti dai tedeschi) non potessimo sforare! Lo ha detto pure la Merkel e la ringraziamo (ironicamente ) di cuore.
Per ora Bruxelles ha partorito un ‘altro topolino : 25 miliardi per un fondo salva-virus.

Mi chiedo se a Bruxelles (e a Berlino) si rendano conto della gravità della situazione.
Credo di no e se pensano di essere immuni dal virus si sbagliano di grosso visto che il contagio sta aumentando esponenzialmente in tutti i paesi, Germania compresa.
Veramente impressionante questa assoluta mancanza di visione, di coordinamento da parte dei governanti europei soprattutto quelli del Nord che nonostante tutto insistono con la loro malcelata diffidenza soprattutto verso i paesi del sud, incapaci peraltro di fare fronte comune di fronte ai tedeschi e ai loro amici olandesi, danesi, svedesi, austriaci.
Il coronavirus è un problema esploso si in Italia ma che, essendo l’Europa geograficamente parlando una vasca da bagno, va considerato ormai europeo anzi mondiale.
Serve uno scatto di orgoglio , serve unità, serve coraggio, visione e per una volta mettere da parte meschinità, egoismi, cifre, numeri. Siamo tutti potenzialmente esposti al virus e la salute oltre alla economia soffrirà moltissimo nei prossimi mesi. Inutile che la signora Ursula Von Der Leyden, fedele amica politica della Merkel, dica “Siamo tutti italiani, daremo vari miliardi di aiuti”. Inutile se a questo proclama non seguono fatti concreti.

In questo momento solo Macron parla davvero di politiche coordinate e stimoli anche fiscali per uscire da questa situazione allucinante.
Diciamolo una volta per tutte: la Germania e i suoi amici nordici da sempre hanno considerato l’Italia e un pò tutti i paesi del sud dei paesi inaffidabili, corrotti, inefficenti, poco virtuosi.

In parte ha pure ragione ma adesso serve davvero una solidarietà e un piano europeo per far fronte a questa catastrofe. In primis la creazione di un gigantesco fondo di aiuto per le piccole e medie imprese in parte a fondo perduto e in parte sottoforma di prestiti superagevolati a partire dal settore turismo. Aiuti diretti però non fondi alle banche che poi sappiamo con che criteri li gestiscono e li distribuiscono.

Poi suggerisco la creazione di un fondo ad hoc per le famiglie sotto forma anche qui di contributo una tantum a fondo perduto. Una sorta di helicopter money.

Ridicolo parlare di 25 miliardi quando ne servono almeno 100 forse 200.
Infine è arrivato il tempo di creare i famosi eurobond in modo da rendere responsabili tutti i paesi del debito europeo. Certo a condizioni stringenti e ben chiare per tutti.

In cambio i tedeschi dovrebbero chiedere all’Italia e non solo due riforme chiave:
l’obbligo ripeto l’obbligo di introdurre limiti bassissimi ai contanti ( anzi io sarei ancora più drastico eliminerei del tutto i contanti con il limite 0) per eliminare davvero l’evasione fiscale e
una legislazione chiara e trasparente nell’ambito degli appalti pubblici (tanto per intenderci no alla assegnazione diretta di alcun tipo di opera) per combattere la piaga della corruzione.
Corruzione ed evasione fiscale sono alcuni dei nostri talloni d’Achille e dobbiamo dimostrare una volta per tutte che possiamo davvero combatterle. Poi ci sono differenze culturali e antropologiche tra Nord e Sud d’Europa che sono difficilmente colmabili.

Se però in un frangente tragico come questo non proviamo davvero a creare una Europa unita che senso ha continuare a stare dentro a una istituzione artificiale unita solo da una moneta e poco altro?Meglio davvero andarsene e scusate chi se ne frega del rapporto deficit/pil, fiscal compact e altre simili amenità.

Meglio liberi e poveri che schiavi e oppressi dai tedeschi e amici (e qui metto non solo i paesi nordici ma anche certi paesi dell’est, come Polonia e Ungheria, dimostrano una palese mancanza di solidarietà nonostante abbiano ricevuto fior di miliardi per integrarli allEuropa dopo 40 anni di comunismo).

Questa Europa anoressica e bulimica non mi interessa.

Francesco Celotto


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