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Analisi e studi

Europa: dal 2025 crollo nella crescita dei Salari. Colpa della Germania

La dinamica salariale nella UE precipiterà nel 2025, soprattutto a caua della germnia. Meno sipendi significa meno soldi per consumi e investimenti privati

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Un recente rapporto della Banca Centrale Europea (BCE) lancia un campanello d’allarme sull’andamento dei salari nell’Eurozona, con particolare attenzione alla Germania.

l grafico allegato, postato  dall’economia Philipp Heimberger, che analizza le variazioni percentuali annue dei salari e i contributi dei singoli paesi, mostra una prospettiva preoccupante: dopo un picco nel 2024, la crescita salariale è destinata a rallentare bruscamente, e la locomotiva tedesca sembra essere la prima a frenare.

Il “wage tracker” della BCE, che include anche i pagamenti una tantum (come bonus e premi) in modo attenuato per evitare distorsioni, mostra chiaramente una crescita salariale che ha toccato il suo apice nel terzo trimestre del 2024, superando il 5%. Da quel momento in poi, la traiettoria è inequivocabilmente discendente, con proiezioni che indicano un calo costante fino alla fine del 2025.

Il Peso della Germania

Ciò che emerge con forza è il ruolo cruciale della Germania. Le barre colorate del grafico evidenziano come il contributo tedesco (in rosso) sia stato determinante per la crescita salariale complessiva dell’Eurozona.

Tuttavia, è proprio la Germania a mostrare il rallentamento più marcato. Le sezioni rosse delle barre si riducono drasticamente nel corso dei trimestri, segnalando un’inversione di tendenza significativa. Quando la Germania rallenta, le paghe vanno a fondo in tutta la UE.

Crisi Tedesca: il Motore si Ingolfa

Questo arresto della dinamica salariale tedesca non è un fulmine a ciel sereno. È il riflesso di una crisi economica che sta colpendo la Germania in modo più severo rispetto ad altri paesi dell’area euro. Settori chiave come l’industria manifatturiera e l’automotive stanno affrontando difficoltà legate alla transizione energetica, alla concorrenza internazionale e a una domanda interna debole.

Le proiezioni di crescita del PIL tedesco sono state riviste al ribasso, e questo si ripercuote inevitabilmente sui salari e il PIL anche nell’ultimo trimestre, è ormai negativo da tanti, troppi trimestri.

Le previsioni sono di una crescita nel primo trimestre 2025, ma sono deboli, e comunque da confermare. Ecco perché la dinamica salariale è crollata.

Effetto Contagio sull’Eurozona

La frenata tedesca trascina con sé l’intera Eurozona. Sebbene anche altri paesi, come Francia e Italia, mostrino un rallentamento della crescita salariale, il loro contributo alla dinamica complessiva è meno impattante.

La Germania, con la sua economia tradizionalmente forte, fungeva da traino per l’intera area euro. Il suo rallentamento, quindi, ha un effetto domino che si ripercuote su tutti gli altri paesi membri.

Il grafico della BCE non lascia molto spazio a interpretazioni ottimistiche. La crescita salariale nell’Eurozona, trainata per lungo tempo dalla Germania, sta subendo una battuta d’arresto. Se la crisi tedesca dovesse persistere o aggravarsi, le ripercussioni sull’intera area euro potrebbero essere ancora più significative, con possibili implicazioni per l’inflazione, i consumi e la crescita economica complessiva.

Ricordiamo che meno crescita dei salari significa anche meno carburante per la crescita dei consumi e degli investimenti privati. Questo ralletamento salariale significherà un ulteriore calo della crescita economica. Le previsioni, già non positive, per le economie europee nel 2025 rischiano di essere pure peggiori.

La BCE, di fronte a questo scenario, dovrà calibrare attentamente le proprie politiche monetarie per evitare una spirale recessiva. La ripresa, al momento, sembra lontana.


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