Conti pubblici
Eurogruppo: una poltrona per tre (ma sono tutti uguali). La corsa di Cuerpo e il potere di un organo che non esiste
La Spagna candida Cuerpo alla guida dell’Eurogruppo contro Donohoe e un fisico ex-sovietico. Ma è una finta corsa: ecco perché i tre candidati sono l’espressione di quell’ “europeismo stolido” che alimenta la decadenza UE.

Ancora una volta, la Spagna punta a una delle poltrone che contano nell’architettura economica europea, candidando il suo Ministro dell’Economia, Carlos Cuerpo, alla presidenza dell’Eurogruppo. La sfida è lanciata all’attuale presidente, l’irlandese Paschal Donohoe, in una corsa che vede anche la partecipazione del ministro delle finanze lituano Rimantas Šadžius. Una partita a tre per guidare per i prossimi due anni e mezzo un organo tanto potente quanto, formalmente, inesistente.
Un dettaglio che spesso sfugge ai più è infatti che l‘Eurogruppo, che concentra i potentissimi ministri delle finanze dell’eurozona, in teoria non è neppure un organo previsto dai trattati dell’Unione Europea. Si tratta di una riunione “informale”, un club esclusivo nato per coordinare le politiche economiche dei paesi che adottano l’euro. Eppure, come la crisi finanziaria del 2008 ha ampiamente dimostrato, le sue decisioni pesano come macigni sugli equilibri dell’Unione, decidendo di fatto il destino economico di intere nazioni. Un paradosso di potere che rende la sua presidenza una posizione estremamente ambita e strategica.
La vera partita, però, si gioca su un campo politico sorprendentemente omogeneo, quasi a dare un’illusione di scelta. Alla fine, che vinca l’uno o l’altro, la direzione di marcia difficilmente cambierà. Carlos Cuerpo è un esponente di spicco del governo socialista di Pedro Sánchez. Il suo sfidante lituano, Rimantas Šadžius, appartiene alla famiglia dei socialdemocratici. E l’attuale presidente, l’irlandese Paschal Donohoe del Fine Gael, non è certo un esponente del centrodestra sovranista o eurocritico, ma si colloca perfettamente in quella corrente centrista e popolare pienamente allineata con l’establishment di Bruxelles. Insomma, una competizione interna alla stessa, grande area social-centrista che governa l’UE. Per aggiungere una nota di colore, lo sfidante lituano Šadžius è una figura peculiare: un ex fisico nucleare di formazione sovietica, poi riciclatosi con successo nella politica economica del suo paese. visto come funziona la UE, uno studioso ex sovietico, formatosi alla scuola di chi ha progettato il reattore di Chernobil, sembra la scelta più opportuna.
Cuerpo ha annunciato la sua candidatura con un post su X, promettendo “rinnovato slancio” per un’istituzione che deve giocare “un ruolo chiave nell’agenda politica europea”. Il suo nome circolava da settimane, e la sua abilità di negoziatore è ben nota a Bruxelles. Durante la presidenza spagnola del Consiglio UE nel 2023, è stato lui a tessere la tela per l’accordo sulla riforma delle regole fiscali (il Patto di Stabilità), trovando un difficile equilibrio tra i “Paesi frugali” e gli stati del Sud Europa.
Questo attivismo non è casuale. Le principali economie dell’eurozona – inclusa l’Italia, insieme a Francia, Germania e Paesi Bassi – hanno firmato una lettera congiunta per “ridefinire il futuro dell’organizzazione”, chiedendo maggiore dinamismo e un’accelerazione sull’Unione dei Mercati dei Capitali. Un messaggio che sembra favorire un profilo come quello di Cuerpo, percepito come più proattivo rispetto al mandato di Donohoe.
Tuttavia, la strada per lo spagnolo non è in discesa. L’aritmetica del voto, che si terrà il 7 luglio, è complessa e non segue le tradizionali logiche partitiche. Inoltre, il fatto che la maggior parte dei governi dell’eurozona sia oggi a guida conservatrice potrebbe non aiutare i due candidati socialisti. Pesa anche un altro fattore: l’equilibrio geografico. Con la spagnola Nadia Calviño alla presidenza della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e l’onnipresente Josep Borrell come Alto Rappresentante, una terza figura spagnola in un ruolo economico di vertice potrebbe essere considerata eccessiva da alcuni partner.
La presidenza dell’Eurogruppo è una sorta di “classico” per le ambizioni spagnole, un trampolino di lancio spesso tentato ma raramente conquistato. Prima di Cuerpo, ci provò la stessa Calviño nel 2020, perdendo proprio contro Donohoe. E prima ancora, nel 2015, Luis de Guindos (attuale vicepresidente della BCE) fu sconfitto dal socialista olandese Jeroem Dijsselbloem.
Comunque chiunque vinca cambierà poco: i tre candidati sono degli esponenti dell’europeismo più stolido, politici che non avrebbero, e non avranno, mai il coraggio di mettere in discussione i teoremi dell’europeismo economico. La condizione che ha portato alla decadenza della UE come attore economico mondiale non verranno sicuramente messe in discussione nell’Europgruppo.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

You must be logged in to post a comment Login