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Escalation nei Caraibi: Cisterne e reparti CSAR ai confini del Venezuela. Solo antidroga o preludio all’azione?

Aerei da guerra e soccorso nei Caraibi: Trump prepara la stretta finale su Maduro? Sottotitolo: Non solo antidroga: l’arrivo di cisterne e reparti speciali CSAR a Porto Rico e Repubblica Dominicana svela i piani del Pentagono. Ecco cosa sta succedendo.

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L’Operazione Southern Spear cambia volto: l’arrivo di reparti specializzati per il recupero piloti e il massiccio dispiegamento di rifornitori in volo suggeriscono che il Pentagono si stia preparando a qualcosa di più complesso di una semplice caccia ai narcos.

L’Operazione Southern Spear era iniziata con l’etichetta rassicurante della lotta al narcotraffico, un classico della politica estera statunitense nell’emisfero sud. Tuttavia, analizzando la tipologia di assetti militari che stanno affollando le piste di Porto Rico, della Repubblica Dominicana e delle Isole Vergini, appare evidente come l’obiettivo si stia spostando sempre più marcatamente verso il Venezuela di Nicolas Maduro. Non si tratta più solo di intercettare motoscafi veloci, ma di costruire una capacità di proiezione aerea complessa e sostenibile.

Arrivano i “Salvatori”: un segnale inequivocabile

Il segnale più forte di un cambio di passo non è tanto nelle bombe, quanto nei soccorsi. Immagini recenti confermano l’arrivo a Porto Rico, presso l’ex struttura della Marina di Roosevelt Roads, di velivoli CSAR (Combat Search and Rescue). Nello specifico, parliamo di:

  • HC-130J Combat King II: aerei specializzati nel recupero e supporto a lungo raggio.

    U.S. Air Force HC-130J Combat King ll  (U.S. Air Force photo by Senior Airman Jonathan Valdes Montijo)

  • HH-60W Jolly Green Giant II: elicotteri di ultima generazione per il recupero di personale in territorio ostile.

    HH 60 W

 

Perché questo dispiegamento è cruciale? Perché si inviano assetti CSAR dedicati solo quando si prevede la concreta possibilità di perdere equipaggi in territorio nemico. Mentre le forze dei Marines sulla USS Iwo Jima o il gruppo della USS Gerald R. Ford hanno capacità di recupero, l’Air Force sta portando in teatro specialisti il cui unico mestiere è entrare in zone “calde” per tirare fuori i piloti abbattuti. Se non c’è la pratica prospettiva di dover recuperare degli equipaggi abbattuti non si muovono queste forze.

Questo avviene proprio mentre si conferma l’invio degli F-35A e dei disturbatori elettronici EA-18G Growler. Il messaggio a Caracas è chiaro: se si alza il livello dello scontro, gli USA sono pronti a gestire anche il “worst case scenario”, ma significa anche che la US Air Force si aspetta un intervento reale.

Il ponte aereo del carburante

Un’offensiva aerea, o anche solo una pressione costante, richiede carburante, e tanto. Le ultime rilevazioni confermano un posizionamento strategico delle “cisterne volanti” per massimizzare il tempo di permanenza sulle aree operative:

  1. Repubblica Dominicana: Sono atterrati i vetusti ma affidabili KC-135 Stratotanker. La loro presenza a Santo Domingo amplia l’impronta della missione, riducendo i tempi di volo verso l’obiettivo rispetto alle basi continentali.

  2. Isole Vergini Americane: Qui operano da mesi i più moderni KC-46 Pegasus, con un’attività che ha subito un’impennata nelle ultime settimane, arrivando a schierare fino a cinque o sei velivoli contemporaneamente.

    Un Boeing KC-46A Pegasus (U.S. Air Force photo by Yasuo Osakabe)

Un ufficiale statunitense ha definito questa mossa come un’espansione necessaria per avere capacità di supporto in un’area strategica: “né troppo vicina, né troppo lontana”. Una logica ineccepibile dal punto di vista tattico.

La dottrina Trump: Pressione massima, guerra minima?

Nonostante il tintinnar di sciabole (e di postbruciatori), la Casa Bianca mantiene una linea retorica prudente. Karoline Leavitt, portavoce della presidenza, ha ribadito giovedì che il Presidente Trump “non è interessato a una guerra prolungata”, ma vuole vedere la fine dei traffici illeciti.

Siamo di fronte alla classica strategia del “pazzo” o a una reale preparazione bellica? L’accumulo di forze serve probabilmente a dare a Trump la leva negoziale definitiva su Maduro: arrendersi o affrontare una forza aerea contro cui le difese venezuelane potrebbero ben poco. Tuttavia, portare F-35 e squadre di recupero piloti per combattere i cartelli della droga appare, agli occhi di qualsiasi osservatore tecnico, come usare un martello pneumatico per schiacciare una noce.

Ecco un riepilogo delle forze in campo e della loro funzione:

AssettoFunzione PrincipaleSignificato Strategico
F-35A / EA-18GAttacco e Guerra ElettronicaDominio aereo e soppressione difese nemiche.
HH-60W / HC-130JCombat Search and RescuePreparazione a possibili abbattimenti in zona ostile.
KC-135 / KC-46Rifornimento in voloEstensione del raggio d’azione e della persistenza in volo.

Mentre il mondo osserva, i Caraibi si trasformano in una polveriera ad alta tecnologia. Resta da vedere se la miccia verrà accesa o se basterà mostrarla per ottenere il risultato sperato. Per ora Maduro dorme tranquillo, o quasi, nel proprio palazzo.


Domande e risposte

Perché l’arrivo degli aerei di soccorso CSAR è considerato un segnale di guerra?

L’invio di velivoli specifici come gli HH-60W e gli HC-130J indica che il Pentagono non sta pianificando semplici pattugliamenti in acque internazionali, ma operazioni su territorio ostile difeso. Questi mezzi servono a recuperare i piloti abbattuti dietro le linee nemiche. Se la missione fosse solo intercettare barche di narcotrafficanti in mare aperto, le normali capacità di soccorso della Guardia Costiera o della Marina sarebbero sufficienti. Schierare il CSAR dell’Air Force significa prevedere un rischio elevato di risposta antiaerea da parte di un avversario statale.

Qual è il ruolo strategico della Repubblica Dominicana in questa operazione?

La Repubblica Dominicana offre una posizione geografica ideale (“Goldilocks zone”): abbastanza vicina al Venezuela per permettere ai caccia di operare con tempi di reazione rapidi, ma abbastanza lontana da essere al sicuro da ritorsioni immediate o attacchi a corto raggio. Posizionare lì i rifornitori KC-135 permette di creare un “ponte di carburante” che estende enormemente la durata delle missioni degli F-35 e degli altri aerei da combattimento, senza dover farli rientrare continuamente a Porto Rico o in Florida per il rifornimento.

Cosa intende Trump quando dice di non volere una “guerra prolungata”?

Questa dichiarazione riflette la dottrina Trump basata sulla pressione estrema piuttosto che sull’occupazione. L’obiettivo probabile è intimidire Maduro con una dimostrazione di forza così schiacciante da costringerlo a cedere o fuggire senza dover impegnare truppe di terra in un conflitto lungo e sanguinoso stile Iraq o Afghanistan. È un approccio che mira a un risultato rapido attraverso la superiorità tecnologica aerea, usando la minaccia credibile della distruzione totale delle infrastrutture del regime come leva negoziale principale.

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