Energia
ENI non si ferma: via libera a Coral North, il Mozambico raddoppia il GNL e diventa un gigante africano
Via libera di Eni a Coral North: il Mozambico raddoppierà la sua produzione di GNL, diventando un attore chiave per la sicurezza energetica di Europa e Asia.

ENI, insieme ai suoi partner di peso come la cinese CNPC, la coreana Kogas e XRG, controllata da ADNOC degli Emirati Arabi, ha dato il via libera definitivo al progetto Coral North nel prolifico Bacino di Rovuma, in Mozambico. La cerimonia di firma a Maputo, alla presenza del Presidente mozambicano Daniel Francisco Chapo e dell’AD di ENI Claudio Descalzi, ha sancito la Decisione Finale di Investimento (FID) per un’opera multimiliardaria che promette di cambiare gli equilibri energetici africani e globali.
Il progetto non è altro che il “gemello” potenziato del già operativo Coral South. Prevede l’installazione di una seconda unità galleggiante di liquefazione del gas naturale (FLNG) in acque ultra-profonde. Questa nuova nave-impianto avrà una capacità nominale di 3,6 milioni di tonnellate all’anno (MTPA). Sommando questa capacità a quella esistente, la produzione di GNL del Mozambico supererà i 7 milioni di tonnellate annue entro il 2028. Non proprio bruscolini.
Con questi numeri, il Mozambico si posizionerà come il terzo esportatore di GNL del continente africano. Come ha sottolineato Descalzi, Coral North non solo sfrutta “le competenze esplorative e la disciplina del capitale ineguagliabili di ENI”, ma consolida il ruolo del Mozambico come fornitore chiave nelle catene di approvvigionamento globali di GNL.
Squadra che vince si raddoppia
L’approccio di ENI è pragmatico e intelligente. Invece di partire da zero, il progetto Coral North si basa sull’esperienza accumulata con Coral South, la prima FLNG al mondo in acque ultra-profonde, entrata in produzione nel 2022. Questo approccio “fotocopia” porta con sé vantaggi non indifferenti:
- Efficienza di progetto: I processi sono già rodati.
- Ottimizzazione dei costi: Si capitalizza sulla curva di apprendimento e sulle economie di scala.
- Gestione del rischio: Le incognite tecniche ed esecutive sono state in gran parte risolte con il primo progetto.
L’obiettivo è estrarre il primo gas nel 2028, sfruttando una parte delle immense riserve scoperte da ENI tra il 2011 e il 2014, stimate in circa 2,4 trilioni di metri cubi.
Benefici per tutti: dal Mozambico all’Europa
In un mondo che ha ancora una sete disperata di gas per la transizione energetica, un progetto del genere ha implicazioni positive a più livelli.
- Per il Mozambico: L’investimento si tradurrà in un notevole impulso economico. Si parla di nuovi posti di lavoro, opportunità per le imprese locali e un rafforzamento della capacità industriale del paese. Inoltre, il progetto porterà avanti i programmi di investimento sociale già avviati con Coral South in settori cruciali come istruzione, sanità e accesso all’acqua potabile.
- Per i mercati globali: In un contesto geopolitico ancora teso, la diversificazione delle fonti di GNL è fondamentale. Coral North contribuirà a stabilizzare le forniture per i mercati europei e asiatici, riducendo la dipendenza da fornitori meno stabili. L’ascesa del GNL africano, con Mozambico, Nigeria e Senegal in prima linea, sta ridisegnando la mappa del commercio globale di gas.
Con questa mossa, ENI e i suoi partner non solo raddoppiano la capacità produttiva del Mozambico, ma lo consacrano come un attore imprescindibile sulla scena energetica internazionale, rafforzando l’importanza strategica del Bacino di Rovuma. Certo che si incremente sempre di piàù l’offerta di GNL sui mercati mondiali, con
Domande e Risposte per i Lettori
1) Che cos’è esattamente una FLNG e perché è una tecnologia così importante?
Una FLNG (Floating Liquefied Natural Gas) è essenzialmente un impianto di liquefazione del gas naturale costruito su una grande nave. Invece di trasportare il gas estratto in mare tramite lunghi e costosi gasdotti sottomarini fino a un impianto a terra, la FLNG lo tratta, lo purifica e lo raffredda a -162°C direttamente in loco, trasformandolo in liquido (GNL). Questo permette di sfruttare giacimenti molto distanti dalla costa e in acque profonde, come quelli del Bacino di Rovuma, in modo più rapido, economico e con un minore impatto ambientale sulla costa.
2) L’investimento di ENI in Mozambico è rischioso, considerando la situazione di instabilità nella regione?
Ogni grande investimento energetico comporta dei rischi, specialmente in aree complesse. La regione di Cabo Delgado in Mozambico ha affrontato sfide legate all’insurrezione jihadista, che hanno causato ritardi ad altri progetti GNL a terra (come quello di TotalEnergies). Tuttavia, il progetto di ENI ha un vantaggio strategico fondamentale: essendo interamente offshore, a decine di chilometri dalla costa, è molto meno esposto ai rischi di sicurezza terrestre. La positiva esperienza di Coral South, operativo senza interruzioni dal 2022, ha dimostrato la fattibilità e la resilienza di questo modello operativo in acque profonde.
3) In un’epoca di transizione energetica, ha ancora senso investire miliardi in un combustibile fossile come il gas naturale?
Sì, per la maggior parte degli analisti il gas naturale è considerato un “combustibile di transizione” indispensabile. È molto meno inquinante del carbone e del petrolio e garantisce la stabilità della rete elettrica, compensando l’intermittenza delle fonti rinnovabili come il solare e l’eolico. Progetti come Coral North assicurano forniture stabili di GNL per i prossimi decenni, un periodo in cui la domanda globale di energia continuerà a crescere e le rinnovabili non saranno ancora in grado di soddisfarla completamente. In questo scenario, il gas è la scelta obbligata per abbandonare il carbone e procedere verso un futuro più sostenibile.

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