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Energia nucleare: il Giappone può prolugare la vita dei suoi impianti nucleari. Perché è importante

In Giappone un tribunale blocca i ricorsi dei residenti che volevano bloccare il riavvio delle centrali nucleari. Se ciò accadrà l’energia nucleare tornerà in breve tempo a essere rilevante nel paese

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Centrale nucleare di Kariwa

Un tribunale distrettuale giapponese venerdì ha respinto le petizioni dei residenti e ha permesso a cinque reattori nucleari obsoleti nel Giappone centrale di continuare a funzionare.

I cinque reattori degli impianti, gestiti da Kansai Electric Power Co nella Prefettura di Fukui, sulla costa del Mar del Giappone, hanno iniziato le loro attività commerciali tra la metà degli anni ’70 e la metà degli anni ’80. I residenti locali avevano chiesto al Tribunale distrettuale di Fukui di concedere delle ingiunzioni per il funzionamento di un reattore della centrale nucleare di Fukui.

I residenti locali avevano chiesto al Tribunale distrettuale di Fukui di concedere ingiunzioni per le operazioni di un reattore della centrale nucleare di Mihama e di quattro reattori della centrale di Takahama, citando misure di sicurezza inadeguate.

Il tribunale, tuttavia, ha negato di approvare le richieste dei residenti, permettendo così ai cinque reattori di continuare a funzionare.

A più di dieci anni dal disastro di Fukushima, l’opinione pubblica continua ad essere generalmente negativa nei confronti di un ritorno in massa all’energia nucleare, ma le autorità giapponesi sono desiderose di evitare crisi energetiche e scommettono sulla riapertura di altre centrali nucleari.

Dopo il disastro di Fukushima nel 2011, il Giappone ha chiuso tutte le sue centrali nucleari per effettuare controlli e ispezioni di sicurezza rigorosi. Negli ultimi anni, il Paese ha rimesso in funzione i reattori.

Il Giappone sta riportando l’energia nucleare come fonte energetica chiave, cercando di proteggere la sua sicurezza energetica sulla scia della crisi energetica che ha portato all’aumento dei prezzi dei combustibili fossili. Il Paese povero di risorse, che ha bisogno di importare circa il 90% del suo fabbisogno energetico, ha fatto un’inversione di rotta nella sua politica energetica nucleare alla fine del 2022, dato che la sua bolletta per l’importazione di energia si è impennata a causa della crisi energetica e dell’aumento dei costi di importazione del GNL a prezzi record.

Il Governo giapponese ha confermato nel dicembre 2022 una nuova politica per l’energia nucleare, che il Paese aveva in gran parte abbandonato dopo il disastro di Fukushima. Un gruppo di esperti sotto il Ministero dell’Industria giapponese ha anche deciso che il Giappone permetterà lo sviluppo di nuovi reattori nucleari e consentirà ai reattori disponibili di operare dopo l’attuale limite di 60 anni.

Il via libera del tribunale permetterà di riavviare gli impianti in tempi relativamente brevi, facedo tornare una produzione rilevante di energia dall’atomo in Giappone e senza aspettare la realizzazione di nuovi impianti, la cui costruzione viene a chiedere sempre molti anni.

In questo modo il Giappone potrà avere una buona dotazione di energia continua e costante da affiancare alle energie rinnovabili, contenendo le importazioni ddi energia a base carbonica e migliorando anche la bilancia commerciale del paese.


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