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Energia

Energia, la rivoluzione del quarto d’ora: dal 1° ottobre il mercato elettrico si fa a “fette” più piccole. Cosa cambia?

Dal 1° ottobre il mercato dell’elettricità cambia volto: si passa a scambi ogni 15 minuti. Questo renderà i prezzi più volatili ma aprirà nuove opportunità per batterie e consumatori attenti, con l’obiettivo di integrare meglio le rinnovabili.

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L’Europa, alle prese con la crescente elettrificazione e la necessità di integrare sempre più fonti rinnovabili, si prepara a un cambiamento epocale nel suo mercato elettrico, nell’illusione che cambiare le regole crei energia. Dal 1° ottobre, il mercato del giorno prima (il principale mercato all’ingrosso dell’energia) abbandonerà gli intervalli di prezzo orari per passare a una granularità di 15 minuti.

Per capirci, è come passare da una pizza tagliata in poche fette grandi a una con molti spicchi più piccoli.  In teoria questo non solo permette di soddisfare meglio l’appetito dei singoli commensali, ma cambia l’intera esperienza per tutti i presenti al tavolo, anche se la pizza, alla fine, non sarà più grande.

Vediamo cosa significa questa “rivoluzione del quarto d’ora” per gli operatori e perché è un passo cruciale nel panorama energetico attuale.

Più fettine di pizza, ma alcune molto più piccanti

Finora, il mercato ha funzionato con 24 prezzi al giorno, uno per ogni ora. Con questa logica, si aveva meno controllo sulla “porzione”: a volte era troppa, a volte troppo poca rispetto al bisogno reale. Con il passaggio a 96 intervalli di prezzo giornalieri, si potrà abbinare in modo molto più preciso l’offerta di generazione alla domanda di consumo, riflettendo quasi in tempo reale le necessità del sistema.

Questo cambiamento, tuttavia, avrà un impatto su tutti. Immaginiamo la nostra pizza con olive e basilico sparsi sopra. Con fette grandi, ogni fetta ha un po’ di tutto, e i sapori si mediano. Questo è ciò che accadeva con i prezzi orari, che tendevano a smussare i picchi e le valli. Con fette più piccole, invece, alcuni spicchi saranno carichi di olive e altri avranno solo basilico. I sapori diventano più concentrati.

Allo stesso modo, con gli scambi ogni 15 minuti, vedremo “esplosioni di sapore” più nette nei prezzi. Ciò si traduce in una maggiore volatilità, come mostrano le analisi. Le rampe mattutine e serali – i momenti in cui la domanda e la produzione solare cambiano rapidamente – diventeranno più accentuate. Ad esempio, l’ultimo quarto d’ora di alcune mattine potrebbe vedere prezzi molto più bassi grazie all’impennata del solare, mentre la sera accadrà l’esatto contrario.

Insomma la scelta creerà una maggiore volatilità come si può vedere da un’analisi Montel che valuta la situazione dei prezzi con intervalli orati, che potete vedere qui sotto:

Quindi lo stesso giorno teorico con i prezzi calcolati per quarto d’ora:

Appare evidente che ci siano dei picchi sul quarto d’ora in cui i prezzi vanno, letteralmente, alle stelle, con punte di 1400 euro a MW/h. Del resto la domanda può variare con grandissima rapidità , ma l’offerta non può essere così elatisca, e questo può far esplodere i prezzi. 

Un’opportunità per la flessibilità (e per le batterie)

Una maggiore frequenza di oscillazione dei prezzi rappresenta un’occasione d’oro per gli asset flessibili, in primis i sistemi di accumulo a batteria. Queste fluttuazioni creano nuove opportunità di arbitraggio: caricare le batterie quando i prezzi sono bassi (o addirittura negativi) e scaricarle quando schizzano verso l’alto. In sostanza, aumentano i potenziali ricavi per chi li gestisce, quindi c’è un incentivo per la loro istallazione.

I dati parlano chiaro. Analizzando il mercato tra settembre 2024 e settembre 2025, si nota che un mercato a 15 minuti avrebbe offerto spread di prezzo maggiori nel 96% dei casi. Lo spread massimo ha raggiunto i , contro gli del mercato orario. Ci sono, insomma, molti più “morsi” redditizi da cui approfittare.

Anche i consumatori flessibili, come le industrie energivore o le famiglie dotate di sistemi di domotica, potranno “costruirsi la fetta perfetta”, adattando i propri consumi ai periodi di un quarto d’ora più economici e riducendo così le bollette.

Non è tutto rose e fiori: il “problema dei cannoli”

Dopo la pizza, il dessert. Volete comprare due cannoli, ma il pasticcere li vende solo in scatole da quattro a 10 euro. Anche se avete 5 euro, non potete comprarne due, perché le regole di vendita non lo permettono. Questo è simile a una delle sfide del nuovo mercato: la gestione degli ordini a blocco (block orders). Alcuni operatori, specialmente le grandi centrali termoelettriche, hanno bisogno di vendere o comprare energia in blocchi orari indivisibili, che mal si adattano alla nuova granularità. Però, con la prezzatura a quarto d’ora, questi blocchi orari potrebbero non essere convenienti per certi quarti, perché troppo alti.

Questo aumenta il rischio delle cosiddette “offerte paradossalmente respinte“: situazioni in cui un’offerta dovrebbe teoricamente essere accettata per via del prezzo, ma viene scartata perché la sua struttura a blocco non è compatibile con il nuovo sistema. In pratica, hai i soldi per il dessert, ma torni a casa a mani vuote perché non vuoi comprare tutti e quattro i cannoli.

Le sfide potenziali non finiscono qui. Possiamo riassumerle in:

  • Aumento della volatilità: Intervalli più brevi possono portare a oscillazioni di prezzo più brusche e frequenti, creando un ambiente di mercato meno prevedibile.
  • Maggior rischio di picchi di prezzo: Periodi di prezzo più corti possono amplificare gli effetti di cambiamenti improvvisi nell’offerta (es. un guasto) o nella domanda, portando a picchi estremi anche se di breve durata.
  • Complessità del mercato: Con 96 periodi di regolamento al giorno, la gestione delle strategie di offerta e del rischio diventa più complessa, specialmente per i piccoli operatori.

Centrale elettrica a carbone

Un effetto a catena e la necessità di essere più “svegli”

Il passaggio al quarto d’ora avrà un effetto a catena sui mercati successivi, come l’Intraday e il mercato di bilanciamento. In teoria, una maggiore precisione nel mercato del giorno prima dovrebbe ridurre la necessità di correzioni successive. Tuttavia, è probabile che inizialmente vedremo un aumento della volatilità anche su questi mercati, finché gli operatori non si saranno adattati alle nuove dinamiche.

Insomma, la transizione verso i prezzi a 15 minuti avvicina il menu energetico alla realtà fisica della rete, abbinando l’appetito (domanda) con ciò che è realmente nel piatto (offerta). In questo nuovo regime, previsioni più accurate e strategie più affilate diventano cruciali, come la capacità di rimettere in rete energia in modo temporalmente puntuale. Però nel breve periodo ci saranno delle brutte sorprese, anche se è possibile che, nel medio periodo, si riesca ad ottenere un maggiore equilibrio fra domanda e offerta.

Centrale idroelettrica

Tre possibili domande e risposte per il lettore:

  • In pratica, cosa cambierà per la mia bolletta con questo nuovo sistema?
    • Per chi ha un contratto a prezzo fisso, nell’immediato non cambierà nulla. Per chi invece ha una tariffa dinamica, legata ai prezzi del mercato all’ingrosso, si aprono nuove opportunità. Sarà possibile risparmiare concentrando i consumi (es. ricarica dell’auto elettrica, avvio di elettrodomestici) nei quarti d’ora in cui il prezzo dell’energia è più basso. A lungo termine, un mercato più efficiente dovrebbe portare benefici a tutto il sistema, contribuendo a contenere i costi generali e a stabilizzare la rete.
  • Chi sono i principali vincitori e vinti di questa riforma del mercato?
    • I principali vincitori sono gli operatori dotati di asset flessibili: i sistemi di accumulo a batteria, le centrali idroelettriche a pompaggio e i consumatori “intelligenti” in grado di modulare la domanda. Questi soggetti possono sfruttare la maggiore volatilità per generare profitti o risparmi. I soggetti che invece dovranno adattarsi più rapidamente sono i grandi impianti di generazione poco flessibili (es. alcune centrali termoelettriche o nucleari) che operano con ordini a blocco e che troveranno più complesso piazzare la loro produzione nel nuovo mercato granulare.
  • Perché si è resa necessaria questa modifica al mercato elettrico europeo?
    • La ragione principale è la crescente penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili, come il solare e l’eolico. La loro produzione può variare drasticamente non solo di ora in ora, ma anche nell’arco di pochi minuti (es. il passaggio di una nuvola su un grande parco fotovoltaico). Un mercato basato su intervalli di 15 minuti permette di reagire molto più rapidamente a queste fluttuazioni, integrando le rinnovabili in modo più efficiente, riducendo gli sprechi e limitando il ricorso a costosi aggiustamenti dell’ultimo minuto sul mercato di bilanciamento.
E tu cosa ne pensi?

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