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Politica

Polonia, scontro al veleno prima del voto presidenziale. L’Europa trema al risultato

A una settimana dal ballottaggio, la Polonia è in bilico. La corsa tra il conservatore Nawrocki e il liberale Trzaskowski è in totale parità. Scopri le strategie, gli attacchi personali dell’ultimo dibattito e perché l’astensione potrebbe decidere un’elezione cruciale per l’UE.

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Manca una settimana alle elezioni presidenziali in Polonia, e la situazione si fa più complessa e incerta.  I due candidati rimasti in lizza hanno approfittato dell’ultimo dibattito televisivo per lanciare messaggi mirati al proprio elettorato di riferimento, senza andare molto oltre le posizioni già assunte, ma la situazione politica è in evoluzione e i sondaggi mostrano che gli elettori stanno cambiando idea.

Il conservatore Karol Nawrocki, candidato con il sostegno del partito nazionalista Legge e Giustizia, avrà anche scambiato pugni in una foresta di Danzica durante uno scontro tra hooligan durante una partita di calcio, come riportato questa settimana dalla stampa polacca, ma nelle condizioni controllate di un dibattito televisivo è stato molto controllato.

Il suo obiettivo  era la sopravvivenza, non la supremazia, e ci è riuscito.

Un dibattito plasmato dai calcoli elettorali

La Polonia vota al ballottaggio il 1° giugno e la corsa è in parità. Un sondaggio pubblicato il giorno prima del dibattito finale mostrava Nawrocki e Rafał Trzaskowski in parità con il 47% ciascuno, con il 6% degli elettori ancora indecisi.

Al primo turno, tenutosi il 18 maggio, Trzaskowski ha chiuso in leggero vantaggio con il 31,4% dei voti. Nawrocki lo ha seguito con il 29,5%. Ma più di un terzo degli elettori ha sostenuto altri candidati, tra cui figure di estrema destra come Sławomir Mentzen e Grzegorz Braun. I loro elettori sono ora corteggiati, non con promesse o grandi offerte politiche, ma con promemoria, segnali e slogan familiari. Trzaskowski è apparso riposato, composto e ben preparato. La sua strategia era chiara fin dall’inizio: non inseguire l’estrema destra, non farsi coinvolgere in scontri, mantenere un tono presidenziale.

Sulla sanità, quando Nawrocki lo ha accusato di aver trasformato gli ospedali di Varsavia in “esperimenti di privatizzazione”, Trzaskowski ha risposto con dettagli sui livelli di finanziamento, sui miglioramenti delle strutture e sui risultati dei pazienti. “Non ci sono ospedali privati a Varsavia. È semplicemente falso”, ha detto.

Ha puntato molto sul suo curriculum: sindaco di Varsavia, ex ministro, ex eurodeputato. ‘L’esperienza conta’, ha ripetuto. Si è rivolto agli elettori centristi e liberali che avevano sostenuto lui o la coalizione di Donald Tusk nel 2023 e che ora potrebbero essere demotivati.

E ha tracciato una linea netta nei confronti dell’eccentrico esponente di estrema destra Grzegorz Braun, che ha ottenuto un sorprendente quarto posto al primo turno con il 6,1%, segnalando che non era alla ricerca di quei voti e che non avrebbe condiviso una piattaforma con un uomo sotto indagine penale. Una scelta che però potrebbe pagare nelle urne.

La strategia di sopravvivenza di Nawrocki

Karol Nawrocki è entrato nel dibattito con un piano chiaro: consolidare la destra, evitare danni e parlare la lingua di chi ha votato per Sławomir Mentzen e Grzegorz Braun.

Nawrocki si è ripetutamente presentato come politicamente indipendente, respingendo i riferimenti di Trzaskowski a Diritto e Giustizia con l’osservazione: «Io non ero al governo. Dirigevo l’IPN», riferendosi all’istituzione statale per la memoria storica, l’Istituto della Memoria Nazionale.

È tornato sui temi a lui cari: le rivendicazioni culturali, l’identità nazionale e l’eccessiva ingerenza dell’UE. «Lei dice che il Green Deal è finito», ha detto a Trzaskowski, «ma firma accordi con la Francia per attuarne gli obiettivi». Ha promesso di indire un referendum per il ritiro totale dal Green Deal, rafforzando il legame della sua campagna con gli elettori rurali, gli agricoltori e gli scettici nei confronti di Bruxelles.

La posizione anti-élite è stata costante. Si è detto che Trzaskowski è “tenuto al guinzaglio” da imprenditori, banche e “milionari”. Nel frattempo, Nawrocki si è presentato come un uomo tutto d’un pezzo, anche quando ha eluso le rivelazioni sulla rissa tra teppisti: “Che si tratti di un ring o di un’altra arena, la competizione rafforza”.

Il momento più teatrale è stato quando ha consegnato a Trzaskowski la foto stampata di lui con un pedofilo condannato. “Come fai a guardare negli occhi i poliziotti”, ha detto, “dopo aver dato 400.000 zł a un uomo che ha abusato di un quattordicenne?”. È stato brutale e calcolato, mirato a suscitare disgusto.

Ha anche fatto un cenno all’elettorato di Braun, dichiarando: “Nella mia Polonia ci sarà posto per tutti coloro che vogliono costruire una comunità nazionale, anche se le loro opinioni differiscono dalle mie”.

Una corsa sul filo del rasoio

La corsa ora avviene sul filo del rasoio, con i due candidati che appaiono aventi lo stesso numero di voti, o con distacchi minimi, come mostrano gli ultimi sondaggi:

Vista la relativa equipollenza dei due elettorati è molto probabile che sarà l’astensione a decidere le elezioni. Chi motiverà maggiormente l’elettorato avrà la presidenza, e se vincesse PiS sarebbe un duro colpo per Bruxelles.

 


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