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L’Egitto svela i gravi difetti del Su-35, che han spinto a rinunciarvi

L’Egitto annulla l’accordo da 2 miliardi di dollari per 24 caccia Su-35 russi a causa di gravi carenze tecniche (radar obsoleti, guerra elettronica vulnerabile, motori inefficienti) e pressioni USA. Un duro colpo per la Russia nel mercato globale. Scopri i dettagli.

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Nel luglio 2025, un alto ufficiale militare egiziano ha rivelato che Il Cairo ha cancellato l’accordo del 2018 per l’acquisto di 24 caccia Su-35 russi, a seguito di un’accurata valutazione tecnica che ha messo in luce gravi carenze nei sistemi del velivolo.

Questa decisione, inizialmente influenzata dalle pressioni geopolitiche degli Stati Uniti, è stata motivata da radar obsoleti, un sistema di guerra elettronica vulnerabile e motori inefficienti, che non hanno soddisfatto le esigenze dell’aeronautica egiziana per affrontare le moderne minacce regionali.

La notizia, riportata da Defense News, getta luce sul fallimento di un contratto da 2 miliardi di dollari e solleva interrogativi sulla posizione della Russia nel mercato globale degli armamenti.Le carenze tecniche del Su-35Il Su-35, un caccia multiruolo di generazione 4.5 sviluppato da Sukhoi, è stato a lungo considerato un pilastro delle esportazioni militari russe.

Dotato di due motori Saturn AL-41F1S, offre una spinta elevata e capacità di combattimento ravvicinato grazie a un rapporto spinta-peso di 1,1. Il radar Irbis-E, a scansione elettronica passiva (PESA), può rilevare bersagli fino a 400 km e il velivolo può trasportare missili aria-aria R-77 e missili antinave Kh-31.

Il motore Saturn Al-41

Tuttavia, l’analisi egiziana ha evidenziato lacune critiche che ne compromettono l’efficacia in contesti di guerra moderna.Il sistema di guerra elettronica del Su-35 si è rivelato inadeguato contro le avanzate tecniche di disturbo elettronico, sempre più comuni nei campi di battaglia attuali.

Questa vulnerabilità lo rende esposto a difese nemiche, specialmente in scenari complessi come quelli mediorientali, dove le contromisure elettroniche sono sofisticate. Inoltre, il radar Irbis-E, basato su componenti in arseniuro di gallio, è meno efficiente rispetto ai radar AESA (scansione elettronica attiva) con tecnologia al nitruro di gallio, presenti su caccia occidentali come l’F-35 o il Rafale egiziano. ùQuesti ultimi offrono una migliore discriminazione dei bersagli e resistenza alle interferenze, essenziali per la superiorità aerea.

Il Radar IRBIS E

I motori AL-41F1S, pur potenti, presentano un’elevata firma termica e acustica, rendendo il Su-35 facilmente rilevabile da sistemi radar e infrarossi. Questo compromette la sua sopravvivenza in operazioni stealth, una priorità in regioni dove operano velivoli come l’F-35I israeliano o droni turchi Bayraktar.

L’alto consumo di carburante limita inoltre l’autonomia e la capacità di carico rispetto ai motori occidentali, come i General Electric F110 dei caccia F-16 egiziani.

Dipendenza tattica e dottrina egiziana

L’aeronautica egiziana privilegia l’indipendenza operativa, una necessità data dalle minacce regionali, dalle insurrezioni nel Sinai ai potenziali conflitti ai confini. Il Su-35, però, dipende fortemente da sistemi AWACS (controllo e allerta airborne) per missioni complesse, a differenza del Rafale francese, dotato di radar AESA RBE2 e del sistema di guerra elettronica SPECTRA, che consentono operazioni autonome.

Questa dipendenza è risultata incompatibile con la dottrina egiziana, specialmente in scenari dove il supporto AWACS potrebbe essere assente o interrotto. Il Rafale, acquisito nel 2015 e 2021, si è dimostrato efficace in missioni come i raid in Libia, grazie alla sua capacità di condurre attacchi di precisione senza supporto esterno.

Pressioni geopolitiche e il collasso dell’accordo

La cancellazione del contratto non è stata solo una questione tecnica. Gli Stati Uniti, preoccupati per l’influenza russa in Medio Oriente, hanno esercitato pressioni attraverso il Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act (CAATSA) del 2017, che scoraggia l’acquisto di armamenti russi. L’Egitto, che riceve oltre 1 miliardo di dollari annui in aiuti militari dagli USA, ha rischiato sanzioni e tensioni con Washington. Simili pressioni avevano già spinto l’Indonesia ad abbandonare un analogo accordo per il Su-35 nel 2018, come riportato da Reuters.

Entro il 2020, Il Cairo ha annullato l’acquisto, e i Su-35 sono stati reindirizzati all’Iran, come confermato da post su X e da The Moscow Times. Tuttavia, la produzione russa è rallentata dalla guerra in Ucraina, che ha causato la perdita di oltre il 40% della flotta di Su-35 di Mosca, secondo fonti ucraine. Questo ha ritardato le consegne all’Iran, previste per marzo 2025, evidenziando le difficoltà dell’industria russa.

Su-35 da Defence Post

Il futuro dell’aeronautica egiziana

L’abbandono del Su-35 segna un riorientamento strategico dell’Egitto verso piattaforme più avanzate. Il Rafale, con 54 unità in servizio, rimane il fulcro della flotta egiziana, grazie al radar AESA RBE2 e alla compatibilità con missili da crociera SCALP. L’espansione di questa flotta è una priorità, come riportato da Aviation Week.

Inoltre, l’Egitto guarda con interesse al J-10C cinese, un caccia di generazione 4.5 con radar AESA e missili PL-15, che ha dimostrato il suo valore in esercitazioni come “Eagles of Civilization 2025”. I costi operativi inferiori del J-10C lo rendono un’opzione attraente.

L’Egitto sta anche valutando sistemi senza pilota, come il drone turco Bayraktar TB2 e il cinese Wing Loong II, per affrontare minacce asimmetriche nel Sinai e garantire la sicurezza marittima nel Mar Rosso. Questi sistemi offrono soluzioni flessibili e a basso costo.

Il declino dell’influenza russa

La decisione egiziana è un duro colpo per l’industria russa, già in difficoltà dopo il ritiro di Indonesia e India da accordi simili.

La guerra in Ucraina ha ulteriormente compromesso la capacità di Mosca di produrre e consegnare sistemi avanzati. Il reindirizzamento dei Su-35 all’Iran e i ritardi nelle consegne evidenziano la perdita di affidabilità della Russia come fornitore.

Nel frattempo, la Cina sta guadagnando terreno con piattaforme come il J-10C, sfidando il predominio russo e occidentale in Medio Oriente, ma contribuendo anche a mettere da parte la tecnologia russa.

 


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