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Difesa

Hegseth lancia i droni “Monouso” per tutte le truppe. L’Europa obsoleta

Mentre l’Europa punta sui mezzi pesanti, il Pentagono rivoluziona la guerra con droni “di consumo”. Scopri la nuova strategia USA e perché il nostro approccio è ormai superato.

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Mentre l’Europa pensa di spendere centinaia di miliardi di euro in mezzi pesanti, olreoceano si pensa a andare in direzione opposta, e leggendo capirete quanto il nostro approccio sia obsoleto. Il Pentagono ha annunciato un’importante riforma volta a velocizzare l’adozione di droni di piccole dimensioni, inclusi quelli armati, nell’intero esercito statunitense.

La novità più significativa è che alcuni droni saranno considerati “matriali di consumo”, alla stregua di granate o munizioni, piuttosto che aeromobili, beni d’investimento. Questo cambiamento ha ampie implicazioni, permettendo ai comandanti di livello inferiore di acquistare direttamente questi droni e di autorizzare il loro utilizzo ai subordinati.

Questa nuova politica segna una svolta cruciale per l’esercito americano, che finora ha mostrato una lentezza eccessiva nell’implementare l’uso su larga scala dei droni, nonostante le evidenti lezioni apprese dai campi di battaglia attuali.

Lo stesso Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha presentato l’inziiativa con un video:

 

Le Nuove Strategie del Segretario alla Difesa

Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha presentato le nuove direttive tramite un video dimostrativo.  Il memorandum ufficiale, intitolato “Unleashing U.S. Military Drone Dominance“, sottolinea come il conflitto in Ucraina, dove i droni di piccole dimensioni – in particolare i modelli kamikaze in prima persona (FPV) e quelli configurati per sganciare piccole munizioni – siano diventati un fattore onnipresente per entrambe le parti, abbia accelerato queste decisioni.

Hegseth ha evidenziato che l’uso crescente dei droni, inclusi i modelli commerciali armati, e le minacce che essi rappresentano, precedono di molto la guerra in Ucraina.

“I droni rappresentano la più grande innovazione sul campo di battaglia di questa generazione, responsabili della maggior parte delle vittime in Ucraina quest’anno. I nostri avversari producono collettivamente milioni di droni economici ogni anno”, ha dichiarato Hegseth nel memo. “Mentre la produzione globale di droni militari è esplosa negli ultimi tre anni, la precedente amministrazione ha creato ostacoli burocratici. Le unità statunitensi non sono equipaggiate con i droni letali di piccole dimensioni che il moderno campo di battaglia richiede.”

Droni presentati durante l’annuncio del Pentagono

Tre linee guida centrali dell’iniziativa

Il memorandum delinea tre pilastri principali su cui si basano le nuove politiche:

  1. Potenziare la Base Produttiva Interna: Il primo obiettivo è rafforzare la nascente industria manifatturiera di droni negli Stati Uniti, approvando centinaia di prodotti americani per l’acquisto da parte delle forze armate. L’intenzione è sfruttare i capitali privati e favorire il “Buy American”, anche in virtù di un ordine esecutivo firmato dal Presidente Donald Trump a giugno, “Unleashing American Drone Dominance”, mirato a stimolare lo sviluppo di droni domestici per applicazioni militari e non militari.
  2. Innovazione Tecnologica Rapida: Il secondo pilastro mira a dotare le unità di combattimento di una varietà di droni a basso costo, frutto dell’ingegneria e dell’intelligenza artificiale americane. Si enfatizza che il dominio dei droni è una “corsa di processo tanto quanto una corsa tecnologica”, richiedendo una nuova strategia di acquisizione che unisca produttori e truppe in prima linea.
  3. Addestramento Realistico: Infine, le politiche prevedono un addestramento che rispecchi le condizioni di combattimento attuali. I comandanti di alto livello dovranno superare l’avversione al rischio burocratica in settori come il bilancio, l’armamento e l’addestramento. L’obiettivo è integrare queste capacità in tutte le esercitazioni di combattimento pertinenti, incluse simulazioni di “guerre di droni”.

Pacco droni Black Hornet

Ripercussioni sulla classificazione e acquisizione

Uno dei cambiamenti più significativi è la riclassificazione dei droni di Gruppo 1 e Gruppo 2 come “materiale di consumo” anziché “proprietà durevole”. I droni di Gruppo 1 pesano fino a 9 kg, volano fino a 365 metri e raggiungono velocità di 185 km/h. Quelli di Gruppo 2 pesano tra 9,5 e 25 kg, raggiungono i 1.066 metri di altitudine e velocità fino a 463 km/h. Questa modifica implica che non sarà più necessario conformarsi a standard complessi come lo STANAG 4856 della NATO, che aggiunge costi e complessità ai progetti.

La nuova classificazione semplificherà enormemente i processi di emissione, manutenzione e logistica. Inoltre, si delegano ampie nuove autorità ai comandanti di livello O-6 (Colonnelli dell’Esercito, del Corpo dei Marines e dell’Aeronautica; Capitani della Marina) per i droni di Gruppo 1 e 2. Questi comandanti potranno ora autorizzare l’operatività, l’acquisto, i test e l’addestramento con piccoli droni, dai prototipi di laboratorio ai prodotti commerciali e quelli realizzati dalle forze armate con componenti conformi. Tuttavia, tali droni dovranno operare in reti cibernetiche chiuse, isolate dalle reti del Dipartimento della Difesa. Insomma si dà mano libera letteralmente, ai comandi inferiori per il loro acquisto e sviluppo.

Drone con utilizzatore militare

Semplificazione e produzione domestica

Il memorandum sollecita anche l’accelerazione dei processi di sviluppo, test e acquisizione, con particolare enfasi sull’acquisto rapido di nuovi droni e sulla loro iterazione, anche tramite la stampa 3D da parte delle unità in prima linea. Si prevede una riforma della “Blue List” dei droni e dei sottocomponenti approvati per uso militare statunitense, consentendo a livelli di comando inferiori di proporre nuove aggiunte. I droni costruiti dalle forze armate con componenti della Blue List non richiederanno la certificazione Blue List.

Integrazione nell’addestramento e strutture dedicate

Per quanto riguarda l’addestramento, il Pentagono pianifica la creazione di nuove aree per droni e l’aumento dell’integrazione di sistemi aerei senza equipaggio nelle routine di addestramento. Saranno rimosse restrizioni inappropriate sugli spazi aerei, accelerando le approvazioni dello spettro e stabilendo aree di addestramento che includano fuoco vivo, armi combinate e test di sciami di droni. Entro 90 giorni, le Segreterie dei Dipartimenti Militari designeranno almeno tre poligoni nazionali con diverse caratteristiche geografiche per l’addestramento approfondito con droni. Entro il 2027, i principali eventi di addestramento del Dipartimento dovranno integrare l’uso di UAS.

Tutte le branche delle forze armate sono tenute a creare unità dedicate per accelerare l’implementazione di droni più piccoli. Entro il 1° settembre 2025, l’Esercito, la Marina, il Corpo dei Marines e l’Aeronautica degli Stati Uniti istituiranno formazioni sperimentali attive, specificamente create per consentire una rapida diffusione di piccoli UAS in tutte le forze congiunte entro il 2026, dando priorità al dispiegamento iniziale nelle unità del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti.

Drone cout e in grado di portare bombe

Sfide e prospettive future

Nonostante queste iniziative, come l’operazione Replicator del 2023, che mirava a dispiegare migliaia di piattaforme senza equipaggio a basso costo, l’esercito americano è rimasto indietro nell’adozione su larga scala dei sistemi aerei senza equipaggio. Le lezioni dall’Ucraina, dove le aziende locali potrebbero produrre fino a 3 milioni di droni quest’anno, evidenziano il divario. Le forze statunitensi potrebbero avere esigenze ancora maggiori di droni “di consumo” in un futuro conflitto su larga scala, come quello nel Pacifico contro la Cina. Le aziende cinesi sono attualmente i maggiori fornitori globali di droni e sottocomponenti, il che ha già creato problemi di sicurezza operativa per gli Stati Uniti.

Il dronista come granatiere moderno

Nonostante le preoccupazioni legate alla catena di approvvigionamento e alla rilevanza dei droni a corto raggio in teatri vasti come il Pacifico, c’è un crescente cambiamento di atteggiamento all’interno dell’esercito statunitense. Il Corpo dei Marines, in particolare, è stato un forte sostenitore di questa visione. Il Tenente Generale Benjamin Watson ha coniato il motto “ogni Marine un fuciliere”, che ora si evolve nell’idea che “ogni Marine, usando un’arma di precisione, può uccidere chi deve essere ucciso a distanze fino a 500 metri”. Il Maggiore Generale Jason Woodworth ha aggiunto che, come i soldati una volta portavano granate a mano, ora potranno portare “granate a mano guidate”, lanciandole in aria con capacità di loitering e guidandole verso il bersaglio.

Le politiche annunciate oggi sono un chiaro segnale dell’impegno del Pentagono a sbloccare finalmente il potenziale dei piccoli droni nell’intero esercito statunitense


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