Difesa
Droni USA, la flotta autonoma fa flop: incidenti imbarazzanti e contratti sospesi mettono a rischio la sfida con la Cina.
La US Navy investe miliardi per creare sciami di navi senza pilota ispirandosi al successo ucraino. Tuttavia, i test si rivelano un disastro: imbarcazioni che si scontrano, guasti software e contratti sospesi. Un’analisi dei fallimenti e delle sfide di un programma ambizioso ma pieno di insidie.

Non tutte le ciambelle vengono con il buco, soprattutto con la US Navy. Durante una prova navale statunitense al largo della costa californiana il mese scorso, volta a mostrare le migliori imbarcazioni autonome senza pilota del Pentagono, una nave si è improvvisamente bloccata.
Mentre i funzionari si affrettavano a risolvere un problema tecnico, un’altra imbarcazione senza pilota si è schiantata contro il lato di dritta della nave in panne, è volata sopra il ponte ed è ricaduta in acqua: l’incidente è stato ripreso in alcuni video ottenuti da Reuters, che ha riportato la notizia.
L’episodio, finora non riportato, che ha coinvolto due imbarcazioni costruite dai rivali statunitensi nel settore della tecnologia per la difesa Saronic e BlackSea Technologies, è solo uno dei recenti contrattempi che hanno colpito il programma del Pentagono per la costruzione di una flotta di imbarcazioni autonome, secondo una dozzina di persone che hanno familiarità con il programma.
Una serie di costosi contrattempi
Qualche settimana prima, durante un altro test della Marina, il capitano di una nave di supporto era stato sbalzato in acqua dopo che un’altra imbarcazione autonoma della BlackSea che stava trainando aveva improvvisamente accelerato, facendo capovolgere la nave di supporto, secondo quattro persone informate sulla questione. Il capitano è stato soccorso e ha rifiutato le cure mediche. L’incidente è stato segnalato per la prima volta da Defense Scoop, apre una nuova scheda.
Entrambi gli incidenti sono stati causati da una combinazione di guasti software ed errori umani, tra cui interruzioni nella comunicazione tra i sistemi di bordo e il software autonomo esterno, secondo una persona con conoscenza diretta della questione, che ha chiesto l’anonimato per condividere informazioni sensibili.
I vertici militari statunitensi, vista l’enorme importanza dei droni marittimi nella guerra in Ucraina, hanno ripetutamente affermato di aver bisogno di sciami autonomi di droni aerei e marittimi per ostacolare una potenziale avanzata della Cina nello Stretto di Taiwan. La stessa Taiwan ha iniziato ad acquisire i propri droni marittimi.
I droni sviluppati in Ucraina, che spesso assomigliano a motoscafi senza sedili e sono in grado di trasportare armi, esplosivi e apparecchiature di sorveglianza, sono principalmente telecomandati e costano circa 250.000 dollari, il che li rende ideali per missioni kamikaze che hanno neutralizzato efficacemente la flotta russa nel Mar Nero.
Gli Stati Uniti, nel frattempo, puntano a costruire una flotta navale autonoma in grado di muoversi in sciami e senza comando umano, un compito più ambizioso e costoso, che può arrivare a diversi milioni di dollari per ogni motoscafo. Questo desiderio di sviluppare mezzi autonomi ha portato all’introduzione di numero programmi complessi e costosi.
Molti programmi, molti soldi, pochi risultati
Il desiderio di entrare nel mondo della navigazione autonoma, imitando l’Ucraina e anticipando le tendenze future, ha generato una serie di programmi sperimentali per lo sviluppo di navi senza equipaggio:
• NOMARS (No Manning Required Ship): Il Pentagono ha recentemente presentato il USX-1 Defiant, un prototipo di USV autonomo progettato per operare senza equipaggio umano a bordo. Questo vascello di 240 tonnellate metriche, con un budget di sviluppo di 25 milioni di dollari, è in grado di navigare in mare aperto per un massimo di un anno senza necessità di manutenzione umana e presenta un design semplificato per consentire una rapida produzione. Sebbene il Defiant non sia attualmente armato, sono stati rilasciati piani concettuali che prevedono l’integrazione di sistemi missilistici, il cui controllo sarebbe gestito da operatori umani da remoto
• XLUUV Orca: L’Orca Extra Large Unmanned Undersea Vehicle rappresenta uno dei prototipi UUV più avanzati della Marina. Tuttavia, nonostante anni di sviluppo e milioni di dollari investiti, questo programma sta fallendo nel suo obiettivo di diventare un programma operativo.
Tanbti programmi, ma i risultati, per ora, non vanno nella direzione giusta, nonostante i grandi investimenti e alcune prestazioni da copertina.
Passare dai test all’impementazione: il grande problema
I recenti fallimenti dei test evidenziano le sfide che la Marina deve affrontare per implementare le tecnologie nascenti, ha affermato Bryan Clark, esperto di guerra autonoma presso l’Hudson Institute. Sarà necessario adattare le “tattiche man mano che si comprenderà meglio cosa possono e non possono fare i sistemi”.
Ma i problemi della Marina non si limitano al funzionamento delle imbarcazioni: la sua unità di acquisizione di droni marittimi autonomi è stata anche scossa dal licenziamento del suo ammiraglio di punta, e un alto funzionario del Pentagono ha espresso preoccupazioni sul programma in una riunione schietta con i vertici della Marina il mese scorso, secondo quanto scoperto da Reuters.
Dopo l’ultimo incidente, la Defense Innovation Unit (DIU) del Pentagono, che aveva acquisito la tecnologia per i test, ha sospeso a tempo indeterminato un contratto del valore di quasi 20 milioni di dollari con L3Harris, una delle società che forniscono il software autonomo utilizzato per controllare alcune delle imbarcazioni, secondo due persone informate sulla questione. Evidentemente qualcosa di profondo, e non correggibile, non ha funzionato.

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