Economia
Dopo oltre vent’anni il Pil procapite italiano supera quello britannico

Per confutare la tesi di quanto a sinistra continuano a dire che la politica economica del governo Meloni sia asfittica per la crescita del paese, non occorre guardare i dati record dell’occupazione, oppure quelli sulla fiducia nel paese da parte dei mercati internazionali, che e’ a livelli che non rivedevano dai primi anni 2000. Il differenziale tra i titoli tedeschi e quelli italiani è sceso sotto gli 80 punti base ( e quelli con i titoli francesi sotto i dieci punti base). Ma c’ è un dato che forse più di molti altri, dovrebbe mostrare come gli sforzi del governo Meloni per agire sui redditi medio bassi grazie alla leva fiscale stanno funzionando. Si tratta di quello che misura il reddito pro capite, indice che rappresenta il reddito medio di ogni individuo in un determinato territorio, che nel nostro paese è in costante ascesa da due anni.
Secondo la Banca mondiale, il pil procapite italiano, dopo avere raggiunto quello francese il mese scorso, ora avrebbe superato anche quello britannico, fatto che non accadeva da ventiquattro anni. Il differenziale tra la ricchezza procapite di italiani ed inglesi racconta di un sorpasso ormai nei fatti che deriva certo da diversi fattori, ma che spiega come quello del governo Meloni, considerando soprattutto la situazione economica disastrosa ereditata nel 2022 ( cosa che sesso molti tendono a dimenticare, ma si parlava di inflazione oltre il10% prezzi del gas fuori controllo e Pil tornato asfittico) sia stato effettivamente un mezzo miracolo.
Le politiche dei redditi con il taglio del cuneo e la rimodulazione del reddito di inclusione al posto del reddito di cittadinanza cancellato unite ad una prudente politica sui conti pubblici, sotto la guida esperta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, hanno certamente contribuito a far salire la fiducia di investitori e imprese e permettere un vero e proprio boom dell’occupazione, e un allentamento della morsa dell’inflazione, che mentre sta rialzando la testa in Spagna, Francia e Germania, nel nostro paese continua ad essere sotto la media europea.
Le politiche fiscali del governo come detto, incentrate sulla razionalizzazione del sistema tributario, una migliore gestione degli incentivi fiscali, la riduzione delle tasse per il ceto medio, con la riduzione del cuneo fiscale diventata misura strutturale, una stabilizzazione dei prezzi dei carburanti, una rimodulazione intelligente del piano del PNRR, stanno producendo effetti positivi sulla crescita e sulla occupazione, in un contesto europeo certo tutt’altro che semplice. Ora arriva anche la certificazione da parte della Banca mondiale, che il Pil procapite italiano ha superato dopo oltre due decenni quello britannico. 60.847 dollari contro i 60.620 dollari del Regno Unito. Secondo gli esperti il merito è dovuto anche a questioni di calo demografico maggiore nel nostro paese, ma anche e soprattutto proprio alle politiche fiscali mirate adottate dal governo. Politiche come quelle annunciate dal viceministro Maurizio Leo, qualche giorno fa e che comprendono un aumento dell’iris premiale per le aziende che assumono, ed una ulteriore riduzione delle tasse per coloro, che sono compresi tra le fasce di reddito da 28.000 euro ai 60.000 euro annui. Ma tornando al tema del pil pro capite, secondo il capo economista della banca d’ affari giapponese Nomura, quello italiano continuerà a superare quello britannico anche durante tutto il 2026. I giornali inglesi hanno salutato questa notizia definendola come un campanello di allarme per il premier Keir Starmer, sempre più nell’occhio del ciclone. Il Telegraph, in particolare, ha dedicato un lungo articolo a questa notizia, elogiando il nostro paese e il governo Meloni.
“ Non solo gli italiani godono del miglior cibo, clima più caldo e la dolce vita, ora sono anche più ricchi di noi.” Scrive non senza un punta di polemica verso il governo inglese il giornale inglese. Poi arriva la consacrazione della nostra premier Meloni, sempre più apprezzata dalla grande stampa internazionale. “Oggi l’Italia sembra aver raggiunto una stabilità invidiabile. Sotto la solida leadership di Giorgia Meloni, l’Italia è ora tra i domicili più ambiti d’Europa, non da ultimo per i milionari in fuga dai raid fiscali del governo laburista”. Ed infine il giornale inglese chiosa con quello che è un semplice, ma chiaro assioma riferito alla politica fiscale, e cioè che se si mantengono basse le aliquote fiscali, le persone chiaramente sono meno incentivate a evitare di pagare.
Un assioma che può adattarsi perfettamente alla situazione attuale italiana, dove si sta assistendo anche ad un aumento record delle entrate fiscali e a quello del recupero dell’evasione. Due condizioni senza le quali, qualsiasi taglio delle tasse sarebbe insostenibile per le casse statali. Il governo Meloni sta riuscendo dove molti governi, di centro, destra e sinistra, hanno fallito, riuscire ad abbassare le tasse senza intaccare i conti pubblici. Insomma con questo certo non si vuol dire che tutto vada per il meglio, ma certamente le tante cassandre del malaugurio che preconizzava catastrofi dal punto di vista finanziario con la Meloni a Palazzo Chigi, sembrano essere clamorosamente smentite dai fatti.

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