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Europa

Dopo il golpe contro Berlusconi, lo Stato francese compra l’1,5% di Finmeccanica: quale è la ragione se non cercare di impossessarsi dei nostri gioielli? Rimandiamoli a casa!

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Notizia tanto clamorosa quanto incredibilmente passata in sordina nei media mainstream:

lo Stato francese, attraverso la cassa depositi e prestiti d’oltralpe, ha comprato una partecipazione strategica in un’azienda controllata dallo Stato Italiano (l’acquirente è Caisse de Depots et Consignations, l’equivalente francese dell’italiana Cassa Depositi e Prestiti).

FNC caisse Depots 15052014

Per altro, Finmeccanica è azienda attiva proprio in quel settore, l’energia, in cui recentemente Alstom ha rifiutato l’offerta di General Electric attraverso un intervento statale anche in assenza di una partecipazione azionaria diretta, men che meno di un controllo di fatto. Dunque, lo Stato francese da un lato impedisce ad altri competitors internazionali, fin anche di paesi alleati (USA), di acquisire aziende statali con operazioni di libero mercato e parallelamente acquista azioni di un competitor di Alstom (Finmeccanica detiene la maggioranza di Ansaldo Energia, appunto competitor di Alstom, oltre che di Siemens) riconducibile ad uno Stato estero suppostamente suo alleato: ma, dico io, se lo Stato francese voleva difendere i propri campioni nazionali non poteva acquistare direttamente azioni di Alstom invece di comprare partecipazioni di aziende strategiche straniere?

Cdepots detail

Senza contare che Finmeccanica è anche il maggiore produttore del settore difesa del nostro paese, con aziende che competono direttamente con le imprese d’oltralpe (e che sono la colonna vertebrale della difesa nazionale). Ecco, il problema dell’Europa asimmetrica è proprio questo: con la scusa delle innegabili colpe italiche si è fatto leva sull’austerità non con lo scopo di risolvere i problemi dei paesi in crisi (la situazione italiana attuale è molto peggiore di quella che era prima dell’avvento di Monti, che oltre a distruggere – volontariamente, per sua stessa ammissione – la domanda interna ha fatto decollare il rapporto debito su PIL, innescando una spirale deflattiva da cui sarà difficilissimo uscire), per ottenere come risultato finale un sistema che di fatto permette a Germania e Francia di approfittarne economicamente! La prima con gli aspetti macroeconomici quali il differenziale di competitività legato all’impossibilità di svalutare da parte dei paesi periferici (rimpiangeremo molto la nostra vecchia lira…) e la seconda di sistema acquisendo direttamente aziende non appena se ne presenti l’occasione, spostando occupazione e profitti all’estero (il caso Lactalis/Parmalat è da manuale, vedasi articolo in calce).

E, si noti, con tutto questo non si vogliono assolutamente negare le colpe italiane, ma farsi depredare aziende e quindi occupazione con la scusa che l’Italia è – ad esempio – più corrotta del resto d’Europa non è un nesso né logico ne inevitabile in presenza di un governo che sappia e soprattutto voglia fare pulizia oltre che difendere gli interessi del paese che rappresenta (e non quello degli stranieri): è come dire che, visto che mia sorella non è vergine (ha figli), allora è una prostituta. L’esempio sembra forte ma è perfettamente calzante con il caso italiano. A parte che sulla corruzione ci sarebbe da discutere, tutte le stime che circolano indicano che i maggori detentori di capitali illeciti nella Confederazione Svizzera non erano italiani ma tedeschi fin a poco tempo fa, o che la più grande tangente pagata in Italia probabilmente dai tempi di Enimont sia stata pagata da Siemens per la vendita delle turbine elettriche a ENEL (memento il tedesco Von Pierer, CEO di Siemens). O che il ministro italiano dell’economia Scajola abbia ottenuto la Legion d’Onore dal Presidente della Republique dell’epoca (!!!) pochi mesi prima del disastro di Fukushima, i maligni ritengono che avesse trovato un accordo proprio con i “colleghi” d’oltralpe per costruire le centrali nucleari con tecnologia francese e non americana (e poi venne fuori la casa vista Colosseo comprata a sua insaputa mandandolo fuori gioco, secondo chi scrive la pagina finale sullo scandalo dell’ex Ministro deve ancora essere scritta….).

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Ammettiamolo, il caso della partecipazione francese in Finmeccanica è veramente eclatante, scandaloso: che un paese straniero supposto partner – io direi invece approfittatore e quindi anche definibile come nemico -, acquisti direttamente partecipazioni strategiche in un’azienda competitor anche oggetto di interessi acquisitivi da parte di aziende del proprio paese (molto spesso trattasi di aziende legate allo Stato francese) è semplicemente inaccettabile!

Per inciso, è risaputo che i francesi di Thales puntano su Ansaldo STS e Selex, nonché su aziende del settore più strettamente militare quali la Oto Melara, la Wass e la società MBDA, rumors in riguardo sono già emersi.

Dunque, che si fa? Si regalano i gioielli ad un soggetto che si definisce partner mentre in realtà è solo interessato a portarsi a casa possibilmente a basso prezzo pezzi importantissimi della tecnologia Italiana?

Ripeto, il comportamento francese è inaccettabile, soprattutto ricordando il tentativo di ENEL di qualche anno fa (2006) di acquisire Electrabel da Suez, solo per trovare il solito muro di gomma gallico con difesa orchestrata dallo Stato transalpino, per finire con la fusione di Suez stessa con Gaz de France (appena sdoppiata dai ministeri che detenevano EDF) e quindi bloccare ogni tentativo di “intromissione straniera” creando un altro di fatto monopolista nel mercato d’oltralpe, rendendola non contendibile. I francesi sono maestri della doppia morale – ed a difendere i propri interessi a scapito di quelli altrui-, questo si sa…

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Secondo chi scrive una cosa si può certamente fare: visto che i governi italiani non eletti sembrano fare (ed aver fatto, negli ultimi 4 anni, circa) più gli interessi degli stranieri che dei cittadini che dovrebbero rappresentare, visto che la moneta unica sta certamente creando vantaggi asimmetrici tra core Europe e periferici, onde evitare che si svendano le poche aziende valide rimaste in Italia (leggasi quelle che creano valore ed occupazione, ossia quelle con tecnologia che il mondo ci invidia, mica la Fiat) alle prossime elezioni europee resta la possibilità di votare il partito più antieuropeista. Va bene così? Spero che la classe politica attuale inizi a capire che le cose così proprio non vanno, restando per altro sempre in attesa che venga attivata una seria indagine parlamentare e, perchè no, giudiziaria sull’operato di Mario Monti e sul suo operato al governo finalizzato – ci sono tutti gli indizi – a favorire gli interessi stranieri a scapito di quelli italiani e non viceversa, non mi stupirei che possano venire fuori interessanti sorprese. In ogni caso è solo questione di tempo….

E, tanto per essere espliciti, ricordiamo che la recente proposta ventilata dai media sussidiati di vendere i campioni nazionali per fare cassa [cosa di per sé idiota, si vendono assets che pagano il 5 o 6 per cento di rendimento per ripagare debiti che costano meno del 3%, ndr] per il tramite di azioni a doppio voto (…), essi non sono previsti esplicitamente nel nostro ordinamento (o meglio, sono altamente inusuali, mentre sono normali ad esempio in Olanda dove la Fiat ha spostato la sede) oltre ad essere a rischio di infrazione europea:

della serie, ora i nostri politici per fare contenti gli stranieri privatizzano/svendono dicendo che si manterrà il controllo di ENI, ENEL e Finmeccanica per poi scoprire magari fra soli 6 mesi che la Commissione Europea non accetta le azioni a voto variabile e di fatto ci toglie la proprietà…. Occhio!

Per tanto, a causa di tutto quanto sopra, mandiamo a casa questi politici che non difendono gli interessi nazionali (ed assieme a loro anche i francesi di Caisse de Depot). E’ sicuramente cosa buona e giusta.

Mitt Dolcino

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Riferimenti:

La chiusura degli stabilimenti Lactalis in Italia ed i rischi per le privatizzazioni volute da Saccomanni: altro regalo allo straniero?


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