“Denunciamo il trattato con l’Algeria”: in Francia la Le Pen vota con il PPE e quasi fa saltare il trattato del 1968 che permette agli algerini di entrare in Francia

Giovedì 7 dicembre,in Francia l‘Assemblea nazionale ha respinto il testo che chiedeva alle autorità francesi di porre fine all’accordo del 1968 con l’Algeria. Questo accordo, figlio del passato coloniale e della guerra civile deli anni 50 e 60 fra i due paesi,  conferisce uno status speciale agli algerini in termini di circolazione, residenza e occupazione sul territorio francese, facilitandone l’immigrazione. Questo accordo esclude gli algerini dalla legge ordinaria sull’immigrazione. Da allora, vengono rilasciati loro dei “certificati di residenza” piuttosto che dei permessi di soggiorno come ai normali immigrati, per cui sono fuori quota e fuori dalle normali procedure.

Gli algerini possono quindi stabilirsi liberamente per lavorare come commercianti o come lavoratori autonomi e hanno accesso più facilmente degli altri cittadini a un permesso di soggiorno di dieci anni. Secondo alcuni deputati di Les Républicains, ciò equivale a un “diritto automatico all’immigrazione”

Si trattava di un accordo che aveva senso quando esisteva il problema dei “Pieds Noir” , i francesi che si erano trasferiti in Francia e che, dieci anni prima, si erano opposti all’indipendenza del paese, ma che oggi non ha più significato, se non per facilitare l’immigrazione islamica nella UE.

La proposta di risoluzione presentata da Les Républicains è stata respinta con 151 voti contrari e 114 favorevoli, come riportato da Le Figaro, ma quello che è interessante è che propone un nuovo profilo politico anche in Francia: Les Républicaines è parte del gruppo europeo del PPE, e Rassemblement è una forza rilevante di ID e insieme hanno sostenuto una iniziativa che ora è stata perdente, ma rischia di presentare una previsione del futuro, dopo le prossime elezioni europee.

Nel campo presidenziale, solo il gruppo Horizons e due deputati di Renaissance hanno votato a favore del testo, ma anche in questo settore le cose stanno cambiando e i macroniani non potranno che adeguarsi al sentire popolare, o sparire.

Per ora il trattato resta in piedi, ma niente è eterno: c’è tempo per annullarlo. Intanto però, in tutta Europa, e non solo in Italia, in centro-destra si compatta.