Economia
Demografia 2025: il sorpasso della Nigeria sull’Europa e il tramonto del Vecchio Continente
Il mondo cambia culla: nel 2025 la Nigeria farà più figli di tutta l’Europa, mentre l’Italia sprofonda. Le nuove proiezioni demografiche mostrano un Occidente in ritirata: l’India domina con 23 milioni di nuovi nati, la Cina frena bruscamente, e l’Africa subsahariana diventa il vero motore demografico globale. L’Italia, con sole 383mila nascite previste, è ai minimi termini, ponendo seri dubbi sulla tenuta futura del welfare.

Se la demografia è il destino, come amavano ripetere gli storici, allora il destino del 2025 ci racconta una storia di radicale spostamento degli assi globali. Mentre a Bruxelles si discute di regolamenti e parametri, il mondo reale continua a girare, e lo fa a velocità molto diverse a seconda della latitudine. I dati forniti dalle UN World Population Prospects ed elaborati da Visual Capitalist per il 2025 sono impietosi: il centro di gravità delle culle mondiali si è spostato definitivamente lontano dall’Occidente.
L’India corre, la Cina rallenta, l’Africa esplode
Il dato più eclatante, quello che dovrebbe far saltare sulla sedia qualsiasi pianificatore economico (di stampo keynesiano o meno), riguarda il confronto tra un singolo stato africano e il nostro intero continente. Nel 2025, la Nigeria registrerà, secondo le stime, circa 7,6 milioni di nascite. Per mettere il dato in prospettiva: questo numero supera la somma di tutti i bambini che nasceranno nell’intera Europa (ferma a circa 6,3 milioni).
La Nigeria si avvia così a diventare una superpotenza demografica, con proiezioni che la vedono superare gli Stati Uniti per popolazione totale entro il 2050. Un serbatoio di forza lavoro immenso, se gestito correttamente, o una bomba sociale innescata, se l’economia non terrà il passo.
Dall’altra parte del mondo, l’Asia presenta due facce della stessa medaglia:
L’India è l’indiscusso motore globale, rappresentando da sola il 17% delle nascite mondiali con 23,1 milioni di nuovi nati. Tuttavia, anche il gigante indiano non è monolitico: il tasso di fertilità è sceso drasticamente, e molti stati interni sono già sotto la soglia di sostituzione.
La Cina, al contrario, sta pagando il conto salatissimo di decenni di pianificazione familiare aggressiva. Con 8,7 milioni di nascite stimate, Pechino si piazza al secondo posto, ma con un trend in caduta libera (da oltre 6 figli per donna nel 1970 a 1 oggi). Il dragone sta invecchiando prima di essere diventato completamente ricco.
L’Inverno Demografico Europeo
Veniamo alle note dolenti, quelle che ci riguardano da vicino. L’Europa non sta semplicemente rallentando; sta svanendo. Il confronto tra i numeri dei “giganti” emergenti e le nazioni europee è impietoso. L’Italia, in particolare, si conferma il malato d’Europa sul fronte delle culle, con un dato che fa tremare le vene e i polsi per la sostenibilità futura del nostro sistema pensionistico e del debito pubblico.
Ecco una tabella di sintesi che illustra la situazione critica dei principali paesi europei (inclusa la Russia per contesto geografico) rispetto ai colossi globali:
Come si evince, l’Italia (383k) e la Spagna (330k) sono i fanalini di coda tra le grandi economie europee. Se consideriamo che il mantenimento del welfare state richiede una base lavorativa giovane e produttiva, questi numeri suonano come un allarme rosso che la politica economica continua, colpevolmente, a ignorare o a trattare con palliativi inefficaci. Senza una scossa alla produttività o alla demografia, i conti pubblici dei prossimi decenni sono pura fantasia contabile.
Domande e risposte
Perché la Cina sta vivendo un crollo delle nascite così marcato nonostante la fine della politica del figlio unico? Il calo demografico cinese è un esempio da manuale di “inerzia demografica” e cambiamenti socio-economici. Nonostante il governo abbia permesso prima due e ora tre figli, l’alto costo della vita, la competizione lavorativa estrema e il cambiamento culturale nelle nuove generazioni hanno reso la genitorialità meno attraente. È la classica trappola del reddito medio: le famiglie preferiscono investire molte risorse su un solo figlio piuttosto che disperderle su più prole, rendendo le politiche di incentivo statali poco efficaci nel breve termine.
Quali sono le implicazioni economiche del sorpasso della Nigeria sull’Europa? Il sorpasso segnala uno spostamento della base produttiva e di consumo potenziale. Mentre l’Europa dovrà destinare quote crescenti di PIL a pensioni e sanità per anziani (una spesa “difensiva” che non crea crescita), la Nigeria avrà una massiccia offerta di lavoro giovane. Se l’Africa riuscirà a integrare questa forza lavoro nell’economia globale, diventerà un polo di crescita; se fallirà, la pressione migratoria verso una Europa vecchia e spopolata diventerà strutturale e non più emergenziale, con enormi conseguenze geopolitiche.
Il primato dell’India è sostenibile o destinato a scendere come in Cina? Anche l’India sta seguendo la curva di transizione demografica, ma più lentamente della Cina. Sebbene sia prima per nascite, il tasso di fertilità totale è già sceso intorno al livello di sostituzione (2,0-2,1 figli per donna). Tuttavia, la base demografica è talmente ampia che la popolazione continuerà a crescere per inerzia per decenni (“momentum demografico”). La sfida per Delhi non è più fare figli, ma creare 20 milioni di posti di lavoro l’anno per evitare che il dividendo demografico si trasformi in disoccupazione di massa.








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