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DEF 2016: L’ASTRAZIONE CREATIVA DELLE TABELLE DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

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Nella piena convinzione che la nostra civiltà sia condannata dalla secular stagnation e dal materialismo individualista degli italiani, esattamente come Kandinskij, quelli del MEF, per la stesura del DEF 2016, sfuggono alla realtà oggettiva per rifugiarsi nell’astrazione!

Esperti nell’arte di inventarsi un futuro non lineare, sebbene i binari portino inevitabilmente verso l’inaccettabile declino economico, quelli del Mimistero fanno della creatività artistica il credo che prefiguri al popolaccio, rozzo e incolto, orizzonti almeno accettabili se non proprio rosei.

Da una retta possono derivare quadrati e cerchi; i colori e loro sfumature riempiono il futuro di speranze che la grigia realtà quotidiana invece nega.

La prima considerazione da fare è che siamo appena ad aprile e già le roboanti previsioni di crescita sono riviste in netto calo. Dall’1,6% si scende all’1,2. Tale dato sarà sicuramente destinato a scendere, come accade ogni anno da quando avvenne il colpo di stato nel 2011; esso è più alto di quanto prevede il FMI (1%) il quale, di solito, difficilmente azzecca le previsioni ed ogni volta le riduce.

Di tal guisa, possiamo ritenere difficile anche solo migliorare il dato 2015 (che è stato realmente dello 0,5-0,6%). Ma questo è un punto su cui torneremo in seguito.

Dovremmo ipotizzare un più realistico dato vicino allo 0,8% per tutti i prossimi anni. Ciò sperando in una ripresa dei paesi che notoriamente acquistano i nostri prodotti (i paesi produttori di petrolio) che attenui la maggior austerity prevista per il rispetto del pareggio di bilancio entro il 2019.

Per quanto riportato sopra, riteniamo la tabella di entrate ed uscite indicata dal MEF di una creatività e genialità che non ha eguali:

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La tabella 14 prevede un incremento delle uscite dello stato, a legislazione vigente, pari a circa 22 miliardi e mezzo (legato alle prestazioni sociali pensionistiche).

Da qui l’idea di un attacco dell’INPS alle pensioni alte e alle reversibilità (dalle quali si spera di conseguire appunto quella cifra che eviterebbe, da oggi al 2019, l’incremento delle uscite come da DEF).

Ma il massimo della creatività gli artisti lo raggiungono nel quadro delle entrate dello stato (sempre da tale tabella).

Le entrate rappresentano la tesi di laurea da pittore dei tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze:

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Guardate, amici lettori, osservate come le entrate (dal 2015 al 2019) aumentino di circa 72 miliardi di euro. Dagli attuali 784 miliardi a quasi 856!

Nonostante tutto questo “ben di Dio” previsto per le “Giacobine” casse dello Stato, l’attuale pressione fiscale, secondo gli artisti del Ministero, riesce miracolosamente ad avere una importante DIMINUZIONE:

  • 42,9% (in luogo dell’attuale 43,5%).

Ora direte voi, ma come è possibile? Aumentano le entrate dello Stato e, nonostante tutto, dicono di ridurre la tassazione in percentuale sul PIL.

Il segreto Kandiskijano risiede non tanto negli studi sulla prospettiva (Paolo Uccello) o sulla matematica dimensionale alla Escher, quanto, appunto, nell’arte d’inventarsi il futuro, manipolare il saggio di crescita del PIL!

Lo si prevede a livelli desiderati, s’infonde fiducia nelle ASPETTATIVE ADATTIVE ed il gioco è fatto.

Peccato che la SECULAR STAGNATION lavori contro i nostri Dalì/Kandinskij che, quindi, finiscono imevitabilmente per disilludere pure il loro premier.

Ipotizzando che gli investimenti in macchinari (investimenti fissi lordi) tengano il ritmo sin qui realizzato (grazie all’importantissimo intervento di Marchionne che realizza in Italia autovetture vendute negli USA), che le scorte vengano mantenute a livelli accettabili (sebbene siano ancora molto sotto i valori precedenti il 2011) e non vengano influenzate dai probabili default pilotati delle banche (bail-in), la crescita comunque non può esser considerata superiore ad uno 0,8% per tutto l’arco del DEF. Ogni differente simulazione prospettica rappresenterebbe solo i desiderata di artisti immersi nel loro viaggio oltre le porte della percezione.

Perché affermiamo questo?

Perché le miracolose riforme in cui è impegnato il governo, pare non abbiano alcun effetto, loro stessi lo affermano, prima del “lungo periodo” (ossia ben oltre il 2025):

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Quindi:

  1. adottiamo l’Euro (cambio fisso troppo elevato rispetto ai fondamentali della nostra economia in rapporto a quelli dell Germania);
  2. accettiamo la morte nel breve periodo di tante PMI verso le quali lasciamo che agiscano Equitalia (figlia di Tremonti e Berlusconi) e l’Agenzia delle Entrate (dove il PD ha messo la vampiresca figlia di Visco)
  3. mettiamo in atto riforme che porteranno risultati irrisori (in termini di crescita) e comunque nel lunghissimo periodo (oltre il 2025).

Questo è assolutamente “agire senza riflettere”.

La domanda è: “quanto costa tutto questo agire a testa bassa, senza riflettere sui danni al portafoglio (cioè alle PMI che nel frattempo si costringe a chiudere)”?

Ah gia!

Dimenticavo, questo danno è voluto poiché l’unico modo per consentire alle aziende più grandi di aumentare i profitti allo stesso tempo che si aumentano i salari di quei pochi che rimangono al lavoro è ELIMINARE TANTE PMI.

A quel punto, e solo a quel punto, le aziende che rimangono in piedi hanno maggior mercato e possono pensare di alzare i prezzi (determinando sia inflazione, sia aumento dei profitti aziendali).

Non ci credete?

Leggetevi quanto afferma in questo passo il DEF dietro segnalazione della BCE:

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“la riduzione della capacità produttiva inutilizzata”. Tale frase non viene pronunciata in conseguenza di una ripresa della produzione industriale e del PIL riportati ai valori pre 2007,

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ma neanche a quelli del 2011, essa è relativa ad una ripresa moooolto ma molto contenuta! Ne consegue che la riduzione della capacità produttiva inutilizzata è stata ottenuta, gioco forza, spingendo molte aziende a morte fisica; una morte per asfissia (carenza di mercato interno come da COSTITUZIONE DELL’EURO EXPORT ORIENTED) di tante PMI che dal 2007 ad oggi hanno letteralmente cancellato impianti e stabilimenti:

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La morte del valore aggiunto nelle costruzioni ha comportato la fine fisica delle produzioni in Italia dei beni ad esso connessi:

  • Piastrelle
  • Arredo bagno
  • Arredo casa
  • Tendaggi
  • ecc.

Per questo e per altri motivi ritieniamo che in realtà il DEF continui a perpetrare all’infinito lo smantellamento delle PMI del Paese per mezzo di un REAL INDEX TAX RATE posizionato ben oltre l’umanamente sopportabile.

Ci raccontano che il PIL è di 1636 miliardi quando invece il 17% è rappresentato dalla stima di nero, commercio della droga e gestione della prostituzione.

Rapportando tutte le entrate, necessarie ad ottenere l’eliminazione annuale dell’indebitamento netto, al quadro delle uscite programmate, le tasse per chi non ha alcuna entrata a nero si avvicinano al 60% (molto superiore al 47% calcolabile dal rapporto entrate/pil 2015).

Se applichiamo  tale ragionamento pure la prudenziale stima di minor crescita a questo PIL effettivo, ossia quello decurtato della stima di attività illegali, otteniamo valori di gran lunga superiori al 61%:

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PIL II (*) = Pil al netto della stima di nero, droga e prostituzione pari al 17%.

Il DEF?

Numeri messi a caso onde trasmettere ai cittadini una realtà non oggettiva ma che si rifugia nell’astrazione Kandiskijanamente creativa e tranquillizzante.

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Il vero problema, però, è che il primo destinatario di questi futuri prefigurati non è il famoso popolaccio rozzo ed incolto, ma IL SALSICCIAIO!

Ergo, buona morte lenta a me, buona morte lenta a tutti.

 


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