Decine di petroliere bloccate nel Golfo del Messico, da una Pemex sempre più in difficoltà logistiche e finanziarie. A noi quel petrolio farebbe comodo

Secondo quanto riportato da Bloomberg, oltre 60 navi che trasportano benzina, gasolio e carburante importati sono bloccate al largo delle coste messicane a causa di strozzature nei depositi. Impossibilitati a scaricare a causa di un arretrato che ricorda l’apice della pandemia COVID, quando il Messico dichiarò la forza maggiore, gli importatori di carburante stanno pagando circa 40.000 dollari al giorno per ogni nave in attesa, mentre la Pemex, la società statale messicana, si trova in rosso. Una situazione paradossale in un mondo che è sempre più a corto di prodotti raffinati.

Secondo Bloomberg, le navi bloccate in questa situazione di attesa contengono attualmente circa il 60% della domanda mensile di carburante del Messico. Allo stesso tempo, le esportazioni di petrolio da parte della società statale messicana Pemex continuano a crollare. Mentre il Messico cerca di ridurre la sua dipendenza dalle fonti energetiche straniere, la Pemex si sta spostando verso la raffinazione, che ha un impatto negativo sul bilancio della società, secondo BNAmericas.

L’11 luglio, Moody’s Investors Services ha declassato Pemex dopo aver indagato sulle sue finanze legate al busienss della  raffinazione. Moody’s ha tagliato il rating di credito di Pemex a B1 da Ba3, il che rappresenta un declassamento di quattro tacche e riflette un maggiore rischio di default. Una situazione pesante per Pemex che vuole anche compiere dei pesanti investimenti.  Questo livello di rischio limita l’accesso di Pemex ai mercati dei capitali.

Il quadro del debito è disastroso. Quest’anno, Pemex deve pagare un debito di 5,1 miliardi di dollari. L’anno prossimo, scadranno altri 7,5 miliardi di dollari e quasi 9 miliardi di dollari nel 2024. “Nei prossimi 12-18 mesi, Pemex avrà un flusso di cassa libero sostanzialmente negativo, a causa di una generazione di cassa operativa insufficiente a pagare gli interessi passivi, le imposte e le spese in conto capitale”, ha dichiarato Moody’s.