Economia
Dazi di Trump al 50% sul Brasile: una mossa politica, ma più apparenza che sostanza
Donald Trump impone dazi record del 50% su importanti prodotti brasiliani, tra cui il caffè, per ragioni politiche legate a Bolsonaro. Il presidente Lula critica la mossa e prepara una risposta, mentre le esenzioni su alcuni settori chiave attenuano l’impatto economico immediato. Un’analisi delle tensioni commerciali e politiche tra USA e Brasile.

Venerdì il presidente Trump ha imposto un dazio senza precedenti del 50% sui prodotti importati negli Stati Uniti dal Brasile, compreso quasi un terzo del caffè consumato quotidianamente dagli americani.
Ciò nonostante gli Stati Uniti abbiano mantenuto un surplus commerciale con il Brasile pari a centinaia di miliardi di dollari nell’ultimo decennio, e tutto ciò è legato alla tempesta politica scatenata dal processo all’ex leader Jair Bolsonaro e agli sforzi di Trump per difendere il suo amico noto come il “Donald Trump brasiliano”.
Il dazio del 50% su alcune importazioni brasiliane è il più alto attualmente applicato a qualsiasi nazione industrializzata al mondo, con la piccola Svizzera al secondo posto, sconvolta dal dazio del 39%, il più alto in Europa.
Riguardo alla Svizzera, la BBC scrive: “È la notizia che domina i notiziari e le onde radio di venerdì. Un quotidiano, Blick, l’ha descritta come la più grande sconfitta del Paese dalla vittoria francese nella battaglia di Marignano nel 1515”. Una sconftta storica, che comunque colpirà una quantità di beni limitata, anche se importante.
Sul fronte brasiliano, il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha criticato aspramente i dazi di Trump come una palese interferenza politica e ha affermato che il governo sta preparando una risposta.
“Siamo sempre stati aperti al dialogo”, ha scritto il presidente Lula su X. “Stiamo lavorando per rispondere alle misure tariffarie statunitensi”, ha affermato Lula da Silva.
“Solo i cittadini e le istituzioni del Brasile hanno il diritto di determinare il percorso del Paese, comprese le relazioni con gli Stati Uniti”, ha aggiunto. Trump però ritiene che proprio il processo politico decisionale brasiliano non fuinzioni, perché distorto dall’azione delle magistratura, ma questo è un tema di prossima discussione fra le due parti.
Gli Stati Uniti hanno previsto alcune esenzioni:
Mercoledì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto un dazio del 50% sulla maggior parte dei prodotti brasiliani per combattere quella che ha definito una “caccia alle streghe” contro l’ex presidente Jair Bolsonaro, ma ha attenuato il colpo escludendo settori come quello aeronautico, energetico e del succo d’arancia dai prelievi più pesanti.
Trump ha annunciato i dazi, tra i più elevati imposti a qualsiasi economia nella guerra commerciale degli Stati Uniti, mentre la sua amministrazione ha anche reso note le sanzioni contro il giudice della Corte Suprema brasiliana che ha supervisionato il processo a Bolsonaro con l’accusa di aver complottato un colpo di Stato.
Le esenzioni, in realtà depotenziano notevolmente i dazi del 50%: come potete notare da questo grafico preparato dell’economista Joseph Politano, delle prime 10 esportazioni del Brasile verso gli USA solo tre vengono colpite:
Lula aveva già promesso di introdurre dazi di ritorsione se Washington non avesse riconsiderato la sua posizione, pur esprimendo la speranza che la delegazione brasiliana riuscisse a ottenere la revisione dei dazi attraverso i negoziati. Le ampie esenzioni però spiegano la cautela di Brasilia, che teme una escalation verso prodotti il cui export è più rilevante.
Gli Stati Uniti hanno cercato di presentare la questione come qualcosa di più che una semplice questione politica e non solo motivata dalla protezione di Bolsonaro, alleato di Trump.
Ad esempio, la dichiarazione del Tesoro americano di mercoledì che annunciava sanzioni contro coloro che perseguono Bolsonaro citava anche le azioni “insolite e straordinarie” del Brasile come dannose per le imprese americane, la libertà di parola e gli interessi economici. Per gli USA libertà e commercio avanzano di pari passo, sono temi strettamente legati, e i paesi che non sono liberi non sono commercialmente corretti.
Eduardo Bolsonaro, figlio dell’ex presidente, ha difeso le azioni di Trump, affermando che non si tratta di vendetta, ma di giustizia. Nel frattempo Trump ha detto che il presidente Lula può chiamarlo in qualsiasi momento.
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