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Data Center nello Spazio: Altman sfida Musk (e perde il focus?), mentre OpenAI lancia il “Codice Rosso”

OpenAI ha tentato di comprare Stoke Space per portare i data center in orbita. Trattative saltate: ora la priorità è salvare ChatGPT dalla concorrenza di Google

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La battaglia degli ego tra i titani della Silicon Valley non conosce confini, letteralmente. Se pensavate che la sfida tra Sam Altman (OpenAI) ed Elon Musk (SpaceX, xAI) si limitasse agli algoritmi o ai tribunali, vi sbagliavate. La nuova frontiera dello scontro è l’orbita terrestre. Secondo recenti indiscrezioni del Wall Street Journal, Altman avrebbe tentato, almeno fino a quest’estate, di acquisire una compagnia missilistica per portare i Data Center nello spazio.

Un’idea affascinante, nel suo tentativo di creare infrastrutture titaniche per sostenere la domanda (in questo caso di calcolo), ma che si è scontrata con la dura realtà dei bilanci e delle priorità aziendali.

Il sogno spaziale di Altman e lo stop improvviso

L’oggetto del desiderio di Altman era Stoke Space, una startup missilistica con sede vicino a Seattle.3 L’obiettivo? Costruire una capacità di lancio indipendente per posizionare server in orbita. Perché? Semplice: l’Intelligenza Artificiale è energivora. La terra inizia a stare stretta ai giganti del calcolo in termini di risorse energetiche e raffreddamento.

Altman, in un podcast di luglio, aveva persino ipotizzato la costruzione di una “Sfera di Dyson”, suggerendo che spostare i data center fuori dall’atmosfera potesse essere l’unica soluzione a lungo termine.4 Tuttavia, le trattative per investire miliardi in Stoke Space, iniziate in estate, si sono interrotte.

Il motivo è squisitamente pragmatico: OpenAI è in Codice Rosso“, cioè in emergenza perché il suo modello LLM sta per essere battuto, come numero di sottoscrittori, da Gemini di Google, come mostra il FT

Ritorno sulla Terra: la concorrenza morde

Mentre Altman guardava alle stelle, i competitor rosicchiavano quote di mercato sulla Terra. Un report interno ha evidenziato come Google (con Gemini) e Anthropic stiano recuperando terreno velocemente su ChatGPT. La dirigenza ha dovuto tirare il freno a mano:

  • Stop alle fantasie spaziali (per ora).

  • Rinvio di progetti secondari (pubblicità, agenti AI per la salute).

  • Focus totale sul miglioramento della user experience di ChatGPT (velocità, personalizzazione, affidabilità).

In sostanza, prima di colonizzare lo spazio, bisogna assicurarsi che il chatbot risponda correttamente agli utenti paganti.

La Corsa allo Spazio dei Big Tech

Nonostante il passo indietro di Altman, l’idea dei server orbitali non è fantascienza, ma un trend economico emergente. Ecco chi si sta muovendo in questo scacchiere:

ProtagonistaAzienda/ProgettoStrategia/Stato dell’arte
Elon MuskSpaceX / StarlinkVuole usare i satelliti Starlink V3 come data center orbitali. Ha il vantaggio enorme di possedere i vettori di lancio.
Jeff BezosBlue OriginAnche lui vede un futuro per i data center in orbita, supportato dalla sua compagnia missilistica.
GoogleProject SuncatcherPartnership con Planet Labs per l’elaborazione dati basata sullo spazio.
StarcloudStartup (ex Y Combinator)Ha già lanciato un satellite di test con chip Nvidia a bordo, in partnership con Crusoe.

In materia Jeff Bezos ha le idee molto chiare e vuole che i primi data center vengano realizzati nello spazio entro dieci anni:

 Tra sogni e realtà

La mossa di Altman dimostra quanto la bolla dell’AI necessiti di risorse fisiche immense per non scoppiare. Tuttavia, la realtà operativa ha bussato alla porta. Mentre i miliardari giocano a chi ha il razzo più grande, realtà più piccole e focalizzate come Starcloud (ironicamente uscita da Y Combinator, l’ex incubatore di Altman) stanno già testando l’hardware in orbita.

Per ora, OpenAI farà meglio a concentrarsi sul mantenere vivo l’interesse (e la qualità) del suo prodotto di punta, lasciando a Musk e Bezos il compito di fare il “lavoro sporco” di portare l’hardware lassù. Dopotutto, in economia come nella tecnologia, l’efficienza marginale del capitale suggerisce di non combattere su troppi fronti contemporaneamente.

Domande e risposte

Perché spostare i Data Center nello spazio?

La motivazione è principalmente legata al consumo energetico e al raffreddamento. I data center per l’AI consumano quantità enormi di elettricità e generano molto calore.7 Lo spazio offre accesso diretto all’energia solare 24/7 (senza l’interferenza atmosferica) e un ambiente naturalmente freddo che riduce drasticamente i costi di raffreddamento dei server. Inoltre, riduce il consumo di suolo e acqua sulla Terra.

Sam Altman sta costruendo razzi per OpenAI?

Al momento no. Sebbene ci siano state trattative concrete durante l’estate per acquisire o investire pesantemente in Stoke Space, una startup missilistica, i colloqui sono terminati.8 OpenAI ha dichiarato un “Codice Rosso” interno per concentrarsi sul miglioramento immediato di ChatGPT, minacciato dalla concorrenza di Google e Anthropic, mettendo in pausa i progetti più ambiziosi e a lungo termine come l’infrastruttura spaziale.

Chi è in vantaggio nella corsa ai server orbitali?

Attualmente, Elon Musk sembra avere il vantaggio logistico maggiore grazie a SpaceX e alla rete Starlink, che intende potenziare per il calcolo. Tuttavia, tecnicamente, la startup Starcloud è leggermente avanti nell’implementazione specifica: ha già lanciato un satellite di test con a bordo chip Nvidia per l’elaborazione dati, battendo sul tempo i giganti grazie a una partnership mirata e a un approccio più snello

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