DifesaUSA
Dark Eagle: svelati i segreti dell’arma ipersonica USA. Raggio esteso, ma la testata è una sorpresa
Dark Eagle: svelata la vera potenza dell’ipersonico USA. Colpisce a 3.500 km con una testata minuscola. Nuovi dettagli sul programma LRHW: raggio capace di coprire la distanza Londra-Mosca in 20 minuti, ma con una testata di soli 13 kg. Ecco perché e quali sono i limiti produttivi.

Le recenti visite ufficiali possono rivelarsi miniere d’oro per chi osserva le dinamiche della difesa. La recente ispezione del Segretario Hegseth al Redstone Arsenal in Alabama, designato come nuova sede dello U.S. Space Command, ha offerto dettagli inediti sul Dark Eagle, il programma di armi ipersoniche a lungo raggio dell’esercito statunitense.
Conosciuto tecnicamente come Long Range Hypersonic Weapon (LRHW), il sistema rappresenta la risposta americana al gap capacitivo accumulato nei confronti di Russia e Cina nel settore ipersonico. Tuttavia, le nuove specifiche emerse dipingono un quadro fatto di luci e ombre: una portata impressionante, ma una capacità esplosiva che potrebbe lasciare perplessi i non addetti ai lavori, unita a ritmi di produzione che definire “artigianali” è un eufemismo.
Un raggio d’azione globale (o quasi)
Il Dark Eagle è un sistema boost-glide lanciato da rimorchio: un vettore porta il velivolo a velocità ipersoniche (superiori a Mach 5), il quale poi plana verso il bersaglio manovrando nell’atmosfera.1Questa capacità di manovra lo rende un incubo per le difese aeree tradizionali, progettate per intercettare missili balistici con traiettorie prevedibili. Per capire cosa questo significhji vi invito a vedere questa immagine del GAO sui diversi tipi di missile

Grafico del GAO che mostra la differenza fra le traiettorie dei diversi missili. Notate il sistema “Booster-glider”
Fino a ieri, si stimava che la portata del sistema fosse di circa 2.775 chilometri. Durante l’evento, tuttavia, il Tenente Generale Francisco Lozano ha corretto il tiro, parlando esplicitamente di un raggio di 3.500 chilometri. Per dare un senso geopolitico a questa cifra, il Generale ha fornito esempi concreti:
Colpire la Cina continentale partendo da Guam.
Colpire Mosca partendo da Londra.
Colpire Teheran partendo dal Qatar.
Si tratta di una capacità di proiezione strategica notevole, in grado di coprire la distanza massima in meno di 20 minuti. Resta da capire se questa sia una nuova capacità acquisita tramite l’evoluzione dei test o se, molto più prosaicamente, il Pentagono avesse intenzionalmente sottostimato i dati pubblici in precedenza.
Il paradosso della “mini-testata”
L’aspetto più sorprendente emerso durante la visita riguarda il carico bellico. Un ufficiale dell’esercito ha rivelato che la testata del Dark Eagle pesa “meno di 30 libbre” (circa 13,6 kg).
Per intenderci, è una carica esplosiva inferiore a quella di un missile aria-aria AIM-120 AMRAAM. Può sembrare un controsenso: un vettore enorme, costoso e sofisticato per trasportare un carico esplosivo irrisorio?
In realtà, la fisica gioca a favore del Dark Eagle. A velocità ipersoniche, l’energia cinetica dell’impatto è devastante. La testata, secondo quanto riferito, serve principalmente a disperdere proiettili o frammenti su un’area limitata (paragonata a un parcheggio). L’obiettivo non è radere al suolo città, ma neutralizzare chirurgicamente target paganti e “soft”, come:
Radar di difesa aerea.
Nodi di comando e controllo.
Batterie missilistiche nemiche.
In sostanza, il Dark Eagle è un “apriscatole” costoso, progettato per bucare le bolle A2/AD (Anti-Access/Area Denial) nemiche e permettere ad altre forze di operare.
Overview of LRHW/CPS/HCSW Hypersonic Strike Flight Trajectory pic.twitter.com/n8W7b7SgoO
— 笑脸男人 (@lfx160219) June 30, 2024
Produzione col contagocce
Qui arriviamo alla nota dolente, tipica delle moderne commesse militari occidentali. Alla domanda sui ritmi di produzione, la risposta è stata disarmante: l’obiettivo è produrre un missile al mese, con la speranza di salire a due. Parliamo di 24 missili all’anno, nella migliore delle ipotesi. Con testate da 13 kg non bisogna attendersi un enorme impatto, se non per attacchi mirati.
In un conflitto prolungato, dove il consumo di munizioni è vorace, il Dark Eagle rischia di essere il classico “proiettile d’argento”: un’arma formidabile ma disponibile in numeri così esigui da poterne limitare l’impatto strategico. Il sistema, che ha subito notevoli ritardi, dovrebbe diventare operativo entro la fine dell’anno fiscale 2025, con una batteria già stazionata a Fort Lewis.
Riepilogo tecnico
Di seguito, un riassunto delle caratteristiche emerse:
| Caratteristica | Dettaglio Rivelato | Note |
| Tipologia | Ipersonico Boost-Glide | Manovrabile in atmosfera |
| Raggio d’azione | ~3.500 km | Esempio: Guam -> Cina |
| Velocità | > Mach 5 | Copre il raggio max in <20 min |
| Testata | < 13,6 kg (30 lbs) | Frammentazione/Cinetica |
| Produzione | 1-2 unità al mese | Massimo 24/anno |
| Piattaforma | Lanciatore mobile su rimorchio | Adottato anche dalla Marina (IRCPS) |
Il Pentagono sembra essere sulla soglia dell’operatività, ma la strada per avere una deterrenza ipersonica di massa è ancora lunga e, soprattutto, costosa. Una trentina di missili in due anni non costiuisce un vero deterrente e proprio la debolezza del sistema industriale americano è il punto debole di questi progetti. Bisogna dire che, comunque, può essere un’arma devastante in un attacco preventivo contro un bersaglio mirato, come la leadership militare di un paese.
Domande e risposte
Perché una testata così piccola su un missile così grande?
La distruzione causata dal Dark Eagle non dipende tanto dall’esplosivo chimico, quanto dall’enorme energia cinetica generata dall’impatto a velocità ipersonica (superiore a Mach 5). La testata da meno di 14 kg serve principalmente a creare un effetto di frammentazione per colpire bersagli specifici come radar o centri di comando. È un’arma di precisione chirurgica, non di distruzione di massa; serve a “accecare” il nemico distruggendo i suoi sensori più preziosi.
Qual è il reale vantaggio strategico di questo sistema rispetto ai missili balistici?
La differenza fondamentale risiede nella manovrabilità. Un missile balistico tradizionale segue una traiettoria prevedibile che i moderni sistemi antimissile possono calcolare e intercettare. Il Dark Eagle, essendo un veicolo boost-glide, plana nell’atmosfera e può cambiare rotta, rendendo estremamente difficile per le difese aeree nemiche prevedere il punto d’impatto o lanciare un’intercettazione efficace. Inoltre, copre distanze enormi (3.500 km) in tempi ridottissimi (meno di 20 minuti), ideale per bersagli “time-sensitive”.
Il sistema è pronto per essere utilizzato in un conflitto?
Non del tutto, ma ci siamo quasi. Nonostante i ritardi nello sviluppo, l’Esercito USA prevede che il sistema diventi operativo entro la fine dell’anno fiscale 2025. Esiste già una batteria a Fort Lewis e un’altra è in arrivo. Tuttavia, il vero collo di bottiglia è la produzione industriale: con un ritmo previsto di soli 24 missili all’anno, la disponibilità in un ipotetico conflitto su larga scala sarebbe estremamente limitata, rendendolo un’arma da usare con parsimonia.









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