Difesa
Dalla Danimarca, uno schiaffo (o una carezza?) agli USA: l’Europa sceglie il Made in UE
La Danimarca volta le spalle agli USA e sceglie il sistema di difesa aerea franco-italiano SAMP/T, lasciando a terra il Patriot.
La Danimarca, fedele alleata storica degli Stati Uniti, ha deciso di voltare le spalle al Patriot americano e optare per il sistema di difesa aerea franco-italiano SAMP/T. Una scelta che sa di politica, ma che in realtà affonda le sue radici in una serie di considerazioni tecniche ed economiche. E, non ultimo, in un quadro internazionale che sta cambiando.
La svolta di Copenaghen e il perché di una scelta
La decisione del Ministero della Difesa danese, annunciata lo scorso 12 settembre, è un vero e proprio “primo colpo” per la campagna “Buy European” che da tempo viene sostenuta dalla Francia di Emmanuel Macron. La Danimarca si aggiunge così a Francia, Italia e Ucraina tra i Paesi che hanno scelto il sistema di difesa di Eurosam, il consorzio formato da MBDA e Thales.
Ma perché questa scelta? Ufficialmente, la Danimarca ha parlato di una valutazione complessiva di fattori operativi, economici e strategici. In pratica, non è una questione di capricci, ma di pragmatismo. La Danimarca intende spendere circa 9,11 miliardi di dollari per la sua difesa aerea e missilistica, e l’efficienza dei costi è un fattore cruciale. Il SAMP/T, a parità di prestazioni, è considerato più economico del Patriot.
Dietro la scelta c’è però anche un’evidente, e crescente, diffidenza nei confronti degli Stati Uniti guidati da Donald Trump. Il suo ritorno alla Casa Bianca e le sue posizioni ambigue sulla sicurezza europea hanno spinto molti Paesi del Vecchio Continente a cercare una maggiore autonomia. Le ripetute richieste di Trump sull’annessione della Groenlandia, ritenute un attacco diretto alla sovranità danese, hanno certamente rafforzato questa convinzione. La Danimarca, come tutta l’Europa, vuole garantirsi un futuro meno dipendente dalle dinamiche politiche interne americane, che possono cambiare in un batter d’occhio.
SAMP/T vs. Patriot: una sfida all’ultima tecnologia
Lasciando da parte la politica, la decisione danese è anche un’interessante sfida tra due sistemi di difesa di altissimo livello. Vediamo un confronto veloce tra le due piattaforme.
- Il Patriot (PAC-3 MSE), sviluppato da Raytheon e Lockheed Martin, è un veterano del campo. È in servizio dagli anni ’80 e ha visto il suo battesimo del fuoco in diverse guerre, dall’Iraq all’Ucraina. È famoso per aver abbattuto i missili ipersonici russi Kinzhal, dimostrando la sua efficacia contro minacce avanzate. Il suo raggio d’azione arriva a circa 180 km e può ingaggiare fino a 8 bersagli contemporaneamente.
- Il SAMP/T (Aster 30), più giovane, è operativo dal 2010. È stato progettato per la difesa di teatri operativi e siti strategici. Pur avendo meno esperienza di combattimento del Patriot, ha dimostrato il suo valore in Ucraina, dove, sebbene con qualche difficoltà iniziale, ha abbattuto un caccia russo. Un punto di forza del SAMP/T è il suo radar Arabel, che può tracciare fino a 100 bersagli e ingaggiarne 16 contemporaneamente, offrendo una copertura a 360 gradi.
Ma le differenze non finiscono qui.
- Mobilità e costi: Il SAMP/T è più compatto e, quindi, più mobile. Richiede un equipaggio di soli 15 persone, contro le 90 necessarie per una batteria Patriot. Questi numeri si traducono in un risparmio notevole sui costi di gestione, rendendo il sistema franco-italiano più appetibile.
- Capacità e tecnica: Il Patriot utilizza un approccio “shoot-shoot-see” (due missili per bersaglio) che consuma più munizioni ma è considerato più sicuro. Il SAMP/T, con il suo “shoot-see-shoot”, risparmia missili, ma potrebbe essere meno efficace in scenari di combattimento ad alta intensità.
In sintesi, il Patriot offre una comprovata affidabilità e una vasta integrazione a livello globale, con una solida esperienza nella difesa missilistica. Il SAMP/T, d’altro canto, si distingue per l’efficienza dei costi, la maggiore mobilità e la capacità di gestire un numero maggiore di minacce simultaneamente, oltre ad essere di fattura europea e non soggetta a interferenze legate, ad esempio, ai problemi groenlandesi. La scelta danese, pertanto, non è un semplice “sostituto”, ma una precisa strategia per adattare le capacità di difesa aerea alle sfide future, unendo tecnologia europea e un’accresciuta autonomia strategica.
Domande e Risposte
- Qual è stata la ragione principale della scelta danese a favore del sistema SAMP/T? La decisione danese si basa su una valutazione complessiva che include fattori economici, operativi e strategici. Sebbene il Patriot sia un sistema collaudato, il SAMP/T è risultato più vantaggioso in termini di costi, mobilità e gestione dell’equipaggio. A livello strategico, la scelta riflette la crescente necessità per i Paesi europei di rafforzare la propria autonomia difensiva e di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti, in un contesto politico internazionale incerto.
- In che modo questa decisione influisce sulla campagna “Buy European”? La scelta della Danimarca rappresenta una vittoria significativa per la campagna “Buy European”, promossa in particolare dalla Francia. Si tratta del primo caso in cui un alleato statunitense opta esplicitamente per una soluzione europea, preferendola al collaudato sistema americano. Questa decisione potrebbe incoraggiare altri Paesi europei a considerare le alternative prodotte nel continente, rafforzando l’industria della difesa europea e la cooperazione tra gli Stati membri.
- Quali sono le principali differenze tra il SAMP/T e il Patriot che hanno potuto influenzare la scelta? I due sistemi presentano differenze chiave. Il Patriot, pur avendo un’esperienza di combattimento più estesa e una comprovata efficacia contro i missili balistici, è meno mobile e ha costi di gestione più elevati, richiedendo un equipaggio molto più numeroso. Il SAMP/T è più recente, ma offre maggiore mobilità, un costo più contenuto e una capacità di ingaggio simultaneo superiore (16 contro 8 bersagli). Queste caratteristiche lo rendono una scelta ideale per una nazione come la Danimarca, che cerca flessibilità e costi operativi ridotti.
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