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Dal primo gennaio rischiate di pagare i prelievi al Bancomat. Il Governo vuole meno trasparenza per punirvi se usate il contante

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Dal primo dell’anno rischierete di pagare una commissione per i prelievi al Bancomat, il tutto secondo una politica di scarsa trasparenza che, se non sarà bocciata dall’Antitrust, rischia di togliere dei soldi dalle tasche degli italiani ad ogni prelievo.

Cosa succederà. Come spiega questo articolo finora le commissioni applicate ai prelievi da Bancomat SpA, la società che gestisce il sistemi di sportelli interbancari per i prelievi di contanti, variavano sull base del contratto che si aveva con la propri banca, ma erano quindi applicati a tutte le banche: se il ostro contratto prevedeva zero commissioni per i prelievi, queste valevano ovunque nel sistema Bancomat.

Ora invece si vuole cambiare questa regola e quindi dare la possibilità ai singoli istituti di applicare delle commissioni NONOSTANTE il contratto originario di apertura del Conto Corrente. Quindi anche se il vostro contratto con la banca X può prevedere costo zero a prelievo, la banca Y può applicare una commissione e voi lo saprete solo dopo.

I motivi per le banche sono quelle d’incassare di più in un momento in cui la loro redditività si assottiglia con i tassi zero. Al  Governo questo va benissimo, perché, nelle teste governative, si viene  contenere la tendenza a prelevare e pagare in contante.

In realtà cosa accadrò: le banche con reti di bancomat più diffuse saranno avvantaggiate perché sarà più conveniente avere un conto presso di loro con maggiore facilità di prelievo. I clienti di una banca locale con venti sportelli si troveranno a pagare cara la fedeltà al proprio istituto, mentre i clienti di altre aziende con catene molto diffuse potranno recarsi alla propria banca e continuare a prelevare gratis senza problemi. Ovviamente una modifica del genere deve passare all’antitrust e porrà dei problemi agli istituti bancari dell’Unione che offrono conti senza costi di prelievi in  tutta l’unione e che ora dovranno o cambiare le proprie condizioni o chiedere, appunto , l’intervento di una autorità europea.


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