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Da CO2 e elettricità a proteine consumabili come cibo

La Solar Food ha sviluppato un sistema per produrre un mix di proteine altamente nutriente che, nei suoi desideri , dovrebbe sostituire i prodotti agricoli

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La società Solar Food, con sede in Finlandia, ha un obiettivo molto ambizioso: trasformare CO2 ed energia in proteine edibili. L’azienda ha investito oltre 42 milioni di euro per costruire la sua prima fabbrica di biomassa, la Fabbrica 01, come prova di concetto. L’impianto è dotato di un serbatoio di fermentazione da 20.000 litri che può produrre 160 tonnellate di prodotti commestibili.

Solar Foods sta lavorando su quella che definisce una “proteina rivoluzionaria”, chiamata Solein, prodotta da un minuscolo ma potente microrganismo che utilizza anidride carbonica ed energia come cibo, l’aspetto di questa proteina è giallo, come il tuorlo d’uovo o come lo yellow cake di uranio.

L’idea di Solein

Secondo Solar Foods, fondata nel 2017, Solein può essere prodotta più rapidamente rispetto ad altre fonti proteiche e può teoricamente fornire una scorta infinita di cibo utilizzando l’elettricità e l’aria. Solein è una polvere gialla con un profilo nutrizionale simile alla carne essiccata.

Si dice che la nuova proteina contenga tutti gli aminoacidi essenziali richiesti dal corpo umano, oltre a una serie di vitamine vitali.
Finora, solo il laboratorio pilota di Solar Foods a Espoo, vicino alla capitale finlandese Helsinki, ha prodotto Solein.

Si dice che l’idea di Solein sia nata presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Finlandese, dove Solar Foods ha lavorato con un team di scienziati di diverse discipline che hanno elaborato il concetto di un nuovo tipo di agricoltura.

Pasta preparata con solein

“Siamo un classico esempio di come le novità emergono dalle intersezioni delle discipline scientifiche. Il nostro approccio ci permette di coltivare l’organismo sulla base di prodotti non agricoli o zuccheri, scollegando la sua produzione dall’impatto ambientale dell’agricoltura”, ha dichiarato il dottor Pasi Vainikka, co-fondatore e CEO di Solar Foods.

Vainikka ha anche lavorato sui sistemi energetici presso l’istituto di ricerca nazionale, dove ha imparato a conoscere un microrganismo che non utilizza lo zucchero come fonte di energia. Ha detto che invece dello zucchero, il nuovo processo si basa sull’idrogeno (H2) per metabolizzare l’anidride carbonica.

Ha poi collaborato con gli scienziati che hanno concluso che l’elettricità potrebbe fornire H2 a questi organismi per riprodursi, utilizzando solo un serbatoio d’acqua e la CO2 presente nell’aria. Vainikka dice: “Se gli organismi fossero commestibili, allora potremmo convertire l’elettricità in cibo. Ed eccoci qui, circa otto, nove, quasi 10 anni dopo quei primi pensieri”.

Utilizzare la biomassa commestibile per produrre 6 milioni di pasti

L’azienda ha investito oltre 42 milioni di euro per costruire la sua prima fabbrica di biomassa, la Fabbrica 01, come prova di concetto. L’impianto è dotato di un serbatoio di fermentazione da 20.000 litri che può produrre 160 tonnellate di biomassa commestibile all’anno, sufficienti per produrre sei milioni di pasti.

Solar Foods utilizza questi serbatoi di fermentazione per far crescere i microrganismi, che possono essere filtrati ed essiccati in polvere. Questa polvere, sostiene l’azienda, può essere un’alternativa sostenibile ai mezzi tradizionali di agricoltura, che di solito sono influenzati dalle fluttuazioni del clima.

Vainikka afferma inoltre: “Questi microbi che ossidano l’idrogeno utilizzano l’idrogeno disciolto in un mezzo a base d’acqua. Mescoliamo i gas, CO2 e idrogeno, e il microbo ha la capacità di utilizzare l’idrogeno che passa nella cellula come fonte di energia per iniziare a ridurre l’anidride carbonica, che è la sua fonte di carbonio come per le piante fotosintetiche”.

Solar Foods, in un comunicato dell’inizio dell’anno, ha affermato che la produzione di questa nuova proteina non dipende dall’agricoltura, dal tempo o dal clima. Secondo l’azienda finlandese, la Solein può essere prodotta in condizioni difficili come i deserti, le zone artiche e persino nello spazio.

La produzione di Solein, secondo l’azienda, non richiede animali o piante fotosintetiche, il che la rende la proteina più sostenibile al mondo.
“La coltivazione di un chilogrammo di Solein richiede circa l’1 per cento dell’acqua e il 5 per cento del terreno coltivabile che servirebbe per coltivare una quantità equivalente di proteine vegetali, e crea solo un quinto delle emissioni di anidride carbonica nel processo”, si legge nel comunicato.

Riferendosi all’Accordo sul clima di Parigi, Vainikka ha sottolineato: … “se lo prendiamo sul serio, ci dice che dobbiamo essere, come esseri umani, neutrali dal punto di vista delle emissioni di carbonio dopo un paio di decenni, o addirittura negativi dal punto di vista delle emissioni di carbonio, e questo non accadrà se non facciamo nulla per quanto riguarda l’agricoltura industrializzata, e in particolare l’allevamento industrializzato di animali, dal momento che l’80 per cento dell’impatto ambientale del sistema alimentare è dovuto alla produzione animale”.

Ovviamente il CEO di questa società viene a sottovalutare profondamente le ricadute che questo metodo di produzione avrebbe sull’economia e sulla struttura sociale attuale, in cui alcuni settori industriali verrebbero letteralmente spazzati via. Un sogno per chi vuole un mondo senza agricoltori e solo urbanizzato. Un incubo distopico che ricorda molto il “Soylent Green“.

Se consideriamo la possibilità di colonizzazione dello spazio invece la soluzione appare utile per fornire riserve alimentari ai primi colonizzatori.

“Abbiamo avuto l’approvazione normativa a Singapore per un anno e mezzo, sappiamo che avremo l’approvazione normativa negli Stati Uniti durante l’autunno, quindi avremo un prodotto negli Stati Uniti quest’anno – su piccola scala, ma comunque – e l’Unione Europea è molto burocratica, quindi sapremo più avanti come andrà”, ha detto.

Aggiungendo che l’azienda finlandese è in trattative con potenziali clienti per consentire un forte flusso di entrate, Vainikka ha affermato che entro il 2026, Solar Foods mira ad avere una fabbrica con diversi fermentatori, ciascuno con una capacità di 200 metri cubi o più.


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