Attualità
CURA RICOSTITUENTE
Questo è un file riservatissimo. Lo abbiamo acquisito dietro solenne giuramento di non divulgarlo prima del tempo, ma abbiamo giurato sul Trattato di Lisbona e quindi non vediamo l’ora di infrangerlo. Si tratta di una meritoria iniziativa di alcuni maggiorenti del Pd di concerto con i vertici di quasi tutti i principali partiti italiani. Consiste nell’adeguamento della Costituzione ‘formale’ (scritta col sangue dei nostri padri e studiata all’ora di educazione civica delle scuole medie) alla Costituzione ‘materiale’ cioè quella effettivamente vigente nel nostro paese da almeno un decennio. La riforma strutturale si impone per rilanciare la crescita e dilatare il PIL, ma anche per colmare l’insopportabile divario tra uno stato di schiavitù sostanziale ostinatamente smentito dalla carta (straccia) della Costituzione del Quarantotto. Tra pochi giorni verrà presentata al parlamento che la approverà in doppia lettura per conferirle rango e forza ‘costituzionali’. La mia fonte ha detto che il premier sa bene che qualche sparuto gruppetto di professoroni nostalgici, gufi e pure rosiconi si opporrà, ma se ne frega perché lui ha preso il quaranta per cento delle preferenze alle uniche elezioni regolari dal dopoguerra in poi ed è stato chiamato a fare gli interessi dei suoi (grandi) elettori, mica degli italiani. Ora, bando alle chiacchiere e spazio al testo.
Art. 1 – L’Italia era una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità non appartiene al popolo che la subisce nelle forme e nella sostanza e senza limite alcuno.
Art. 2 – La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dei Mercati, sia come singoli sia nelle formazioni istituzionali dove si manifesta la loro impersonalità e richiede ai cittadini l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale nei confronti dei grandi investitori internazionali.
Art. 3 – Tutti i cittadini hanno pari irrilevanza sociale e sono ugualmente sudditi davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, garantendo di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo delle riforme strutturali e l’effettiva appropriazione da parte dei capitali esteri dell’organizzazione politica, economica e sociale del paese.
Art. 4 – La Repubblica riconosce a tutti i cittadini la speranza improbabile di un lavoro precario e promuove le condizioni che rendano sempre più aleatorio questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, possibilmente gratis e senza accampare pretese, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e alla soddisfazione spirituale delle borse mondiali.
Art. 5 – La Repubblica, prona e invisibile, disconosce e rimuove le autonomie locali, attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio accentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze della sovranità assoluta e dell’accentramento dei poteri in capo alla Commissione Europea e alla BCE.
Art. 6 – La Repubblica tutela con apposite norme la maggioranza linguistica anglofona.
Art. 7 – Lo Stato e la Chiesa della Crescita sono, ciascuno nel proprio ordine e rispettivamente, subordinato il primo e sovrana e insindacabile la seconda. I loro rapporti sono regolati dai trattati istitutivi dell’Unione Europea. Le modificazioni dei patti, purché a beneficio della UE, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8 – Tutte le confessioni religiose dedite all’implementazione dei profitti del grande capitale privato sono libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse ed eccentriche rispetto al Pensiero Unico Accettato non hanno diritto di organizzarsi se non secondo gli statuti e i desideri dell’Unione Europea, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico comunitario. I loro rapporti con la UE sono regolati, anche contro la legge, sulla base di intese con le rappresentanze delle agenzie di rating.
Art. 9 – La Repubblica promuove l’involuzione della libera conoscenza, della cultura alternativa e della ricerca indipendente e autonoma. Tutela il paesaggio desertificato degli antichi distretti industriali italiani e il proprio patrimonio storico e artistico in attesa che venga definitivamente svenduto a corporazioni multinazionali.
Art. 10 – L’ordinamento giuridico italiano si genuflette alle norme del diritto comunitario anche se sconosciute. La condizione giuridica dello straniero immigrato è favorita dalla legge rispetto alla condizione dell’italiano autoctono, in conformità alle norme e ai principi non scritti della globalizzazione. L’italiano al quale sia impedito nel proprio paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche un tempo garantite dalla (vecchia) costituzione italiana non ha diritto d’asilo neppure nel territorio della sua (ex) Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge del più forte. Non è ammessa l’agevolazione del cittadino italiano neppure per sacrosanti motivi politici.
Art. 11 – L’Italia ripudia la guerra intellettuale al Pensiero Unico Accettato come strumento di offesa alla libertà indiscriminata dei Mercati e come mezzo di risoluzione delle ingiustizie internazionali; consente, in condizioni di disparità totale con l’Unione Europea, alle limitazioni di sovranità indispensabili ad un ordinamento che assicuri la povertà endemica e l’ingiustizia nelle Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni multinazionali rivolte a tale scopo.
Art. 12 – La bandiera della Repubblica italiana è il vessillo blu con cerchio di dodici stelle d’oro accompagnata al simbolo della libertà due punto zero: nero, bianco, nero, a tre bande verticali di uguali dimensioni.
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