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Crolla l’export cinese di gallio e germanio. Problemi per le industrie occidentali di semiconduttori

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Le esportazioni cinesi di due metalli critici, gallio e germanio,  per i semiconduttori, sono crollate lo scorso anno sotto il peso dei controlli di Pechino sulle spedizioni verso gli Stati Uniti e i suoi alleati.
Secondo gli analisti, il calo potrebbe essere solo l’inizio di un processo di ritorsione da parte di Pechino contro le restrizioni tecnologiche di Washington e dei suoi alleati che potrebbe mettere in difficoltà l’industria occidentale di semi
Secondo l’Amministrazione Generale delle Dogane, il valore delle esportazioni di gallio nell’intero anno è sceso di due terzi a 8,47 milioni di dollari nel 2023, mentre le vendite di germanio sono diminuite dell’8% a 48,42 milioni di dollari. La Cina domina entrambi i mercati, rappresentando oltre il 95% della produzione mondiale di gallio e circa il 60% della produzione di germanio.

Minerale di Germanio

Ad agosto Pechino ha imposto restrizioni sulle esportazioni delle materie prime e di alcuni loro composti, in apparente risposta alle restrizioni imposte da Washington sull’accesso cinese alle tecnologie avanzate. Le esportazioni delle due materie prime negli Stati Uniti sono state bloccate a partire da luglio: le spedizioni annuali di gallio negli Stati Uniti sono diminuite di poco più del 20% per l’intero anno, raggiungendo i 352.710 dollari, mentre quelle di germanio sono aumentate del 51%, raggiungendo i 6,98 milioni di dollari.

Il calo del valore annuo delle esportazioni è stato ancora maggiore in relazione al Giappone, dove le spedizioni di gallio sono scese di quasi tre quarti a 3,68 milioni di dollari e quelle di germanio sono diminuite di circa un terzo a 3,76 milioni di dollari. Al contrario le esportazioni cinesi di germanio verso la Russia sono aumentate del 78% lo scorso anno, raggiungendo i 10,99 milioni di dollari. La Cina non ha esportato gallio in Russia nel 2022, ma l’anno scorso le consegne sono state pari a 189.480 dollari, ovvero più della metà del valore delle spedizioni verso gli Stati Uniti.

I controlli sulle esportazioni sono uno strumento di potere geopolitico, ma rischiano di essere un boomerang perché i paesi occidentali, e gli USA in particolare, possono poi essere spinti a procurarsi questi materiali altrove. Nel 2022 la Germania ha annunciato l’intenzione di ricominciare a produrre gallio e germanio tramite la VPMS, che ha ripreso la propria attività nel settore nel 2023. Altre quantità minori sono poi prodotte altrove:  secondo l’USGS, piccole quantità di gallio primario – circa 10 tonnellate metriche nel 2021 – sono prodotte da Giappone, Russia e Corea del Sud, mentre altre quantità provengono da materiale riciclato. La canadese Teck Resources è il più grande produttore di germanio del Nord America e estrae il materiale dalla sua fonderia di Trail, nella Columbia Britannica. Anche Indium Corporation, con sede negli Stati Uniti, produce germanio, mentre la belga Umicore produce sia germanio che gallio. Tutte queste società possono incrementare le proprie produzioni. Come accade per la Cina le sanzioni possono rallentare, non fermare lo sviluppo economico, e il loro effetto è sempre di breve periodo.

 


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