Economia
Effetto domino da Teheran: l’impennata del petrolio scatena la tempesta sulle valute asiatiche
La tensione in Medio Oriente fa impennare il petrolio, scatenando un allarme rosso sulle valute asiatiche. Barclays avverte: Won, Baht e Dollaro taiwanese a rischio.

Le valute di diversi importanti importatori asiatici di petrolio sono pronte per una svalutazione a causa dell’impennata dei prezzi internazionali del greggio, hanno affermato martedì gli analisti di Barclays.
L’impennata dei prezzi del petrolio negli ultimi giorni “comporta rischi per la maggior parte delle valute asiatiche nel breve termine, soprattutto se i prezzi del petrolio dovessero aumentare ulteriormente in caso di un potenziale inasprimento del conflitto”, hanno scritto gli analisti di Barclays in una nota ai clienti pubblicata da Bloomberg.
Secondo la banca britannica, il Baht thailandese, il Dollaro taiwanese e il Won coreano sono le valute asiatiche più a rischio di svalutazione. La svalutazione di queste valute però potrebbe alleggerire il peso dei dazi USA.
I prezzi del petrolio sono saliti alle stelle venerdì dopo che Israele ha lanciato attacchi coordinati contro obiettivi nucleari e militari iraniani. L’impennata intraday di venerdì è stata la più grande impennata dei futures sul petrolio greggio dal 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina.
I prezzi sono diminuiti lunedì, poiché non sono state ancora prese di mira importanti infrastrutture per l’esportazione di petrolio e sono circolate voci secondo cui l’Iran avrebbe segnalato la volontà di allentare la tensione.
Martedì mattina il petrolio ha ripreso la sua traiettoria ascendente, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha interrotto la sua partecipazione al vertice del G7 e ha esortato “tutti” a Teheran a evacuare immediatamente. Il WTI Crude era a 73 dollari al barile martedì mattina, mentre il Brent Crude è salito del 2% a poco meno di 75 dollari.
“Senza interruzioni dell’approvvigionamento, il Brent tornerebbe probabilmente sotto i 70 dollari, mentre il contrario potrebbe portarlo sopra gli 80 dollari, evidenziando un mercato in cui la volatilità rimane saldamente al comando”, hanno affermato gli analisti di Saxo Bank in una nota martedì.
Secondo gli strateghi FX di ING, “gli sviluppi geopolitici hanno sconvolto il quadro e le implicazioni della crisi mediorientale per i mercati energetici possono facilmente ripercuotersi sulle valutazioni dell’inflazione delle banche centrali”.
La Fed, che secondo le previsioni dovrebbe mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento mercoledì, “può ora utilizzare la volatilità dei mercati energetici come argomento per respingere le richieste di taglio dei tassi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, mentre valuta la portata dell’impatto dei dazi sull’inflazione”, hanno aggiunto. Una decisione che Trump prenderà malissimo e che potrebbe spingere a un nuovo scontro politico fra Presidenza degli USA e della Federal Reserve.
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