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Difesa

Crisi in Asia: l’India risponde molto pesantemente contro il Pakistan Dopo l’attentato nel Kashmir. Reali rischi di guerra

Crisi profonda, con potenziale escalation nucleare, fra India e Pakistan, dopo il recente attentato nel Kashmir che ha visto la morte di 20 turisti indiani. Nuova Delhi cancella l’accesso senza visto ai pachistani e li espelle entro 48 ore, quindi sospende l’accordo che divide l’uso delle acque dell’Indo fra i due paesi. Il governo pachistano si riunirà in emergenza domani

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L’India risponde all’attacco terroristico nel Kashmir, dell’altro ieri, di cui potete leggere qui,  con una serie di misure molto dure che rischiano di condurre ad un conflitto militare. L’attentato ha causato almeno 20 morti fra i turisti che stavano visitando l’area ed è stato rivendicato da un gruppo separatista, il  Fronte della Resistenza, parte del movimento radicale islamico Lashkar-e-Taiba, che Nuova Delhi vede vicino al Pakistan.

Le misure annunciate sono le seguenti, così come annunciate dal Ministro degli Esteri indiano: 

  • Il Trattato sulle acque dell’Indo è stato sospeso;
  • I cittadini pakistani non potranno ottenere visti SAARC, 
  • Il valico diconfine di Atari con il Pakistan sarà chiuso;
  • L’India ritirerà il personale dalla sua alta commissione in Pakistan;
  • I visti attualmente in corso di validità dei cittadini pakistani nell’ambito del regime di esenzione dal visto SAARC (SVES) sono stati annullati e questi ultimi devono lasciare il Paese entro 48 ore.

Due sono le misure particolarmente impattanti. La prima pè la fine dei visto, o meglio dell’esenzione dal visto, per i cittadini pakistani che vogliono entrare India e, soprattutto , l’espulsione di coloro che godono di questa esensione dal visto in 48 ore. Il SAARC è un’organizzazione sovrannazionale dell’Asia Meridionale che prevede l’esenzione dal visto per 21 categorie professionali, il tutto per facilitare lo scambio di personale. Pesantissimo è l’obbligo di lasciare l’India in 48 ore.

Invece devastante in prospettiva la sospensione del Trattao sulle Acque dell’Indo, che regola l’uso delle acque del grande fiume, principale fonde idrica del Pakistan, le cui fonti sono però nell’Himalaia indiano, come potete vedere da questa immagine di Clash News:

Interrompendo questo accordo, in vigore da oltre 60 anni e che comunque l’India intendeva ridiscutere, Nuova Delhi si arroga il diritto di utilizzare e persino deviare le acque a monte a proprio piacimento. Modifiche nel corso dei fiumi himalaiani mettono a serio rischio la sopravvivenza dell’agricoltura e della popolazione pakistana, che dipende proprio da queste acque. Fino a poco tempo fa, questo trattato era considerato uno dei rari esempi di accordi funzionanti nella suddivisione delle risorse idriche.

Pertanto, mentre le altre contromisure indiane sono di natura diplomatica, sebbene decise e rientranti in un normale quadro di tensione tra i due paesi, la sospensione dell’accordo sulle acque dell’Indo solleva un problema cruciale che il Pakistan non può permettersi di lasciare irrisolto. Questa situazione potrebbe potenzialmente sfociare in un conflitto armato di portata esistenziale tra le due nazioni, entrambe dotate di armi nucleari e con un passato di numerosi scontri bellici.

Il 24 aprile il primi ministro pachistano Shehbaz Sharif  ha convocato il Comitato di sicurezza nazionale del Pakistan, mentre Modi ha convocato tutti i partiti politici per le 6 di domani pomeriggio, per importanti comunicazioni.

 


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