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Economia

Crollo Francia: da cuore d’Europa a nuovo malato. Parigi trascina l’Euro nel baratro?

Shock sui mercati: il debito francese è più rischioso di quello spagnolo. Paralisi politica e sogni di gloria spingono Parigi nel baratro. Un allarme rosso per l’intera Eurozona: la Francia può trascinare tutti a fondo?

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Il mercato del debito europeo è diventato un vortice di rendimenti da quando l’Unione Europea ha annunciato agli investitori il suo piano di riarmo, che aumenterà il deficit degli Stati membri, soprattutto di quelli con maggiori velleità anti russe.  Tuttavia, non tutti i paesi partono dalla stessa posizione né sono ugualmente preparati ad affrontare un aumento del carico fiscale. E questo nonostante la Banca Centrale Europea (BCE) sia nel pieno di una fase di riduzione dei tassi di interesse.
La Francia, in particolare, sta mostrando segni di vulnerabilità: il suo debito sovrano subisce crescenti pressioni sul mercato obbligazionario, con i rendimenti dei suoi titoli di Stato che superano quelli dei paesi omologhi. Addirittura, il rendimento del debito francese a due anni ha superato quello dei suoi equivalenti europei, aumentando il rischio percepito per l’intero mercato obbligazionario del Vecchio Continente. Per fare un esempio oggi un decennale francese rende 3,26% uno spagnolo 3,22%. Un’inversione molto rara

Un deficit fiscale che preoccupa

Nelle ultime settimane, diversi esperti hanno messo in guardia sui rischi legati al deficit fiscale francese. Lo stesso Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha recentemente esortato la Francia a compiere maggiori sforzi per rispettare i suoi obiettivi di bilancio e controllare l’indebitamento.
I titoli a due anni mostrano un rendimento praticamente quasi uguale fra Italia, Francia e Spagna, con momenti in cui  quelli di parigi, nei giorni scorsi, hanno reso più degli altri.  Ancora più sorprendente è il confronto con il debito portoghese (1,88%), greco e spagnolo (entrambi intorno al 2%). Questo ribaltamento segna un sorpasso dei paesi periferici, noti con il termine dispregiativo PIGS, che ora mostrano una situazione fiscale più solida rispetto alla Francia, relegandola al ruolo di fanalino di coda per uno dei titoli più sensibili alle politiche monetarie della BCE. Il fatto che poi la crisi sia nei biennali indica che ci si attende una crisi di bilancio a breve, probabilmente in coincidenza con le elezioni del 2027.

La Francia scivola verso la periferia

Il fatto che talvolta  i bond francesi siano negoziati a prezzi inferiori rispetto ai loro omologhi si osserva soprattutto nei tratti più brevi della curva dei rendimenti, come i titoli a tre mesi, due anni e quattro anni. Tuttavia, la distanza si riduce anche nei titoli a più lunga scadenza, dove l’incertezza è generalmente maggiore. Secondo Huw Worthington, analista del mercato obbligazionario per Bloomberg, la solvibilità della Francia potrebbe essere a rischio.
Le agenzie di rating stanno valutando una possibile retrocessione della valutazione creditizia francese verso la zona “A”, che si trova nella parte bassa della fascia di investimento. “Il fatto che i bond francesi siano più economici di quelli italiani potrebbe indicare che il mercato sta anticipando le mosse delle agenzie di rating,” spiega Worthington. alla base di tutto vi è la rilevazione del deperimento della qualità del rischio francese. 

Un debito pubblico insostenibile

Attualmente, il debito pubblico francese supera il 113% del PIL, una cifra elevata ma non eccezionale rispetto ad altri paesi europei, come l’Italia, che si attesta intorno al 135%.
Tuttavia, il passaggio della Francia da “paese core” a “paese periferico” rappresenta un campanello d’allarme per l’intera eurozona. Il deficit strutturale elevato e le riforme finora presentate, giudicate insufficienti dal FMI, accentuano le preoccupazioni. Nei titoli a più lunga scadenza (oltre i dieci anni), i bond francesi mantengono un rendimento inferiore di circa 20 punti base rispetto a quelli italiani, e i credit default swaps (CDS) italiani (48 punti base) sono più alti di quelli francesi (33 punti base). Tuttavia, questi dati non bastano a rassicurare gli investitori. Anche perché c’è un problema politico: mentre l’Italia non ha le ambizioni militari di Parigi e cerca di gestire con la minima spesa la propria situazione, Parigi si lascia ancora portare da sogni di Grandeur, dai costi di gestione di un impero coloniale  che non ha più senso, da un desiderio di intervento su più scacchieri che non sono più 

Opportunità o rischio?

Per il momento, il mercato non sembra indicare che il debito periferico europeo stia subendo un effetto contagio dalla situazione francese. Questo potrebbe rappresentare un’opportunità per gli investitori alla ricerca di rendimenti su titoli di qualità senza assumere rischi eccessivi. Tuttavia, le debolezze strutturali dell’economia francese – deficit fuori controllo, debito in aumento e instabilità politica – richiedono interventi urgenti per evitare che il paese diventi un’ancora per l’intera eurozona.
Il problema è proprio la capacità di Parigi di applicare questi cambiamenti necessari: due mandati di Macron, con un governo centrista forzato dal gioco del “Tutti contro i Sovranisti” ha reso la politica francese un ostaggio della sinistra più estrema. A questo punto sarà molto difficile per qualsiasi governo riuscire a superare i vincoli di bilancio. In altri tempi si sarebbe svalutato il Franco francese, ma con l’Euro non si può più

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