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Economia

USA, piano shock per salvare i cieli: Trump valuta di dare la cittadinanza a controllori di volo stranieri

Allarme nei cieli USA: la grave carenza di controllori di volo spinge la FAA a un’idea radicale. Assumere personale straniero con cittadinanza accelerata. Ma i rischi per la sicurezza nazionale sono enormi.

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In una mossa che ha del paradossale, l’amministrazione dell’aviazione americana sta considerando una soluzione radicale per una crisi che minaccia di paralizzare i cieli degli Stati Uniti. La Federal Aviation Administration (FAA) è a corto di personale e sta esplorando un’idea senza precedenti: reclutare controllori di volo (ATC) altamente qualificati dall’estero, offrendo in cambio un percorso accelerato verso la cittadinanza americana.

La proposta, riportata da The Atlantic, nasce da una necessità disperata e crea un cortocircuito politico notevole. Proprio un’amministrazione che ha fatto della lotta all’immigrazione un suo cavallo di battaglia, si ritrova a considerare l’assunzione di stranieri per uno dei ruoli più delicati per la sicurezza nazionale.

Ci sono, ovviamente, ostacoli enormi. Il primo è la reazione del potente sindacato dei controllori di volo. Ma l’impedimento maggiore riguarda la sicurezza nazionale. Gli ATC sono a conoscenza di ogni velivolo nei cieli, inclusi quelli militari in missioni sensibili. Per questa ragione, le normative attuali della FAA vietano esplicitamente ai non-cittadini di ottenere i nulla osta di sicurezza necessari. Per aggirare la norma, ci sono solo due strade: o si cambiano le regole di sicurezza, oppure si garantisce a questi immigrati qualificati una “corsia preferenziale” per la cittadinanza.

Quest’ultima idea, sebbene affascinante, sta facendo “letteralmente impazzire”, secondo le fonti, il personale di sicurezza della FAA, terrorizzato all’idea di affidare le arterie aeree del Paese a cittadini stranieri appena arrivati.

Una crisi di personale ormai catastrofica

La discussione non è accademica. La situazione è drammatica: il 90% dei centri di controllo del traffico aereo negli Stati Uniti è attualmente sotto organico, con conseguenze drammatiche . Le prospettive future sono ancora più cupe, con la FAA che raggiunge a malapena i due terzi dei suoi obiettivi di reclutamento, come riportato dalla radio pubblica NPR.

Le conseguenze sono già tangibili e pericolose:

  • Il 41% dei controllori di volo lavora dieci ore al giorno, sei giorni alla settimana.
  • Questa situazione ha contribuito a incidenti gravi, come il terribile schianto vicino all’aeroporto Ronald Reagan di Washington a gennaio.
  • Si sono verificati casi estremi, come quello dell’aeroporto di Newark, gestito per tre ore da una sola persona.

Una soluzione apparentemente ovvia sarebbe aumentare gli stipendi. Un piccolo esperimento ha già dato risultati: la FAA ha aumentato la paga per gli aspiranti controllori di soli 5 dollari l’ora, ottenendo un immediato aumento delle domande di assunzione. Un salario più alto per il personale già in servizio attirerebbe più candidati, ridurrebbe il carico di lavoro, migliorerebbe gli orari e incentiverebbe i professionisti a non lasciare l’incarico.

Tuttavia, il Segretario ai Trasporti, Sean Duffy, non sembra puntare su questa leva. Nonostante la richiesta di 19 miliardi di dollari aggiuntivi rispetto ai 12,5 miliardi già stanziati, la sua priorità sembra essere quella di spingere l’età pensionabile obbligatoria oltre i 56 anni, sperando che il personale qualificato scelga di rimanere più a lungo.

Ma se questo non bastasse e servissero più persone disposte a svolgere lavori duri con orari massacranti, dove potrebbe trovarle l’America? Il paradosso si fa ancora più stridente: l’amministrazione Trump, che ha costruito un muro al confine, si ritrova a guardare proprio oltre quel confine per trovare le competenze indispensabili a far funzionare il Paese


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