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Cresce la fame mondiale di carne

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La domanda globale di carne è in crescita da decenni, e tutto questo avviene tranquillamente, nonostante la diffusione del veganesimo e delle spinte della  UE contro l’allevamento, per la limitazione delle emissioni di CO2.

Come riporta Martin Armstrong di Statista, i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) mostrano che la produzione mondiale di carne è quintuplicata dagli anni Sessanta.

Per il 2023, la FAO prevede che la quantità di carne prodotta sarà di circa 364 milioni di tonnellate. Secondo la FAO, la crisi di Covid-19 ha causato molte interruzioni nella produzione e nelle catene di approvvigionamento. Tuttavia, questo non ha portato a un calo della produzione globale: Anche durante la pandemia, la tendenza all’aumento del volume di produzione è continuata, come illustra questa infografica.

Negli ultimi anni si è potuto osservare un cambiamento nell’agricoltura globale.

I costi di produzione della carne sono diventati più bassi grazie all’aumento della produzione di mangimi per animali come soia o mais, aumentando così l’offerta di carne in molti Paesi, dove una fascia più ampia della popolazione può permettersi di accedere alle proteine animali.

Soprattutto nei popolosi Paesi asiatici è aumentata la domanda di diversi tipi di carne. L’Asia è il più grande mercato di produzione di carne, con particolare attenzione alla carne di maiale e al pollame, che sono anche i due tipi di carne più prodotti al mondo, prima della carne di manzo e della carne ovina, che comprende pecore e agnelli. La Cina ritiene talmente importante la carne da avere una “Riserva strategica” di carne di maiale, esattamente come gli altri paesi l’hanno di petrolio.

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