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COVID-19: I RUSSI BLOCCANO L’INGRESSO A TUTTI I CINESI

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Come comunicato dall’agenzia russa TASS la Russia ha bloccato tutti gli accessi nel Paese ai cittadini cinesi a partire dal 20 Febbraio prossimo. La misura, presa naturalmente su base temporanea, riguarda tutti i privati cittadini che vogliano entrare per scopi turistici, di visita privata, di affari o di studio, ponendo quindi, praticamente, un bando totale a chi proviene dal paese confinante. La Russia è il primo paese al mondo ad applicare un protocollo così stretto agli accessi in quanto, sinora, ci si era limitati a limitare i voli diretti e quindi ad allungare i tempi per i trasferimenti, o a prendere delle precauzioni mediche alla partenza. La notizia ufficiale è stata comunicata dal vice primo ministro, Tatyana Golikova e scatta alla mezzanotte fra il 19 ed il 20 di questo mese. Sono inoltre interrotti tutti i permessi di lavoro. Certo non sarà facile controllare tutti gli accessi, vista l’estensione della frontiera fra i due paesi.

Intanto continuano a circolare voci incontrollate su chi sia stato il primo paziente della malattia. Le voci che affermavano come la prima paziente fosse  stata una donna, ricercatrice presso l’istituto di  virologia dell’Università di Wuhan e che mai lei avesse  visitato il famigerato “Zoo”, cioè il mercato di animali vivi esotici  della città, è stato fermamente smentito dall’Università, affermando che la donna è viva e vegeta ed in buona salute e neppure lavora più per il laboratorio. Richard Ebright, docente di biologia alla Rutger University, ha affermato alla BBC che il genoma del Covid-19 non mostra nessuna prova di modifiche artificiali, ma che questo non viene ad escludere completamente che la sua diffusione sia il risultato di un incidente di laboratorio occorso  durante lo studio di virus naturali esistenti su animali. Ebright ha quindi confermato che il Covid-19 è il cugino di un virus trovato su un pipistrello catturato nelle caverne della zona dello Yunnan nel 2003 ed i cui campioni erano conservati a Wuhan almeno dal 2013-

Insomma il mistero sull’origine dell’epidemia continua a persistere.

 

 


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