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“Covid-19, didattica a distanza e charter school : divide et impera!” di R. SALOMONE-MEGNA

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Sulle origini del covid-19 c’è grande incertezza. Alcuni pensano che sia un virus ingegnerizzato, altri invece uno spiacevole accadimento naturale. Sinceramente questa batracomiomachia non ci appassiona più di tanto, quello che però è estremamente interessante sono gli effetti che sta producendo a livello nazionale ed internazionale e che meritano un attento esame.

Per quanto concerne l’Italia, ma anche molti altri paesi, gli eventi esogeni ed endogeni determinati dal virus sono intimamente connessi. Sullo sfondo c’è la realizzazione del “novus ordo saeculorum”, espressione pregnante utilizzata da Virgilio nelle sue Bucoliche, ma che è diventato il motto per eccellenza dell’egemonia statunitense nel mondo. La finalità della classe dirigente degli U.S.A., sia democratica che repubblicana, è la supremazia nel governo mondiale dell’economia, basato sulle teorie di Milton Friedman e sodali, al fine di rendere i super ricchi ancora più ricchi a scapito della stragrande maggioranza della popolazione del pianeta.

Infatti, tutte le nazioni che vogliono mantenere relazioni decenti con gli U.S.A. devono applicare i principi economici e finanziari del “Washington consensus”, ovverosia delle istituzioni che hanno sede nella stessa città di Washington, quali il FMI, la Banca Mondiale ed il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America, principi che possiamo riassumere come il summa neoliberista.

Accanto a queste istituzioni ci sono, come sempre, le lobbies economico-finanziarie, il deep state, i giganti di internet, le multinazionali, che cercano di trarre grandi profitti da qualsiasi disastro.

E’ quello che Naomi Klein chiama il capitalismo dei disastri e che abbiamo visto all’opera dagli inizi degli anni settanta dello scorso secolo. Sicuramente anche l’epidemia di covid-19 sarà utilizzata a tal fine e questi gruppi di potere spingeranno i governi verso scelte per loro economicamente più convenienti, incuranti di dover perseguire il bene comune delle popolazioni colpite.

Parliamo dell’Italia e, tralasciando la situazione economica che si è creata con la chiusura forzata di tutte le attività produttive, che sarà oggetto di un successivo approfondimento, un concreto esempio di quanto sopra viene dal mondo scolastico nell’attuale situazione di emergenza.

Infatti, possiamo senz’altro affermare che tra i morti eccellenti imputabili al covid-19 c’è la democrazia nelle scuole. Gli organi collegiali in questo periodo sono stati di fatto esautorati, anzi non esistono più; ogni dirigente scolastico, anche sulla scorta di disposizioni ministeriali spesso confuse e confusionarie, “obtorto collo” è diventato il “deus ex machina” di una nuova forma di didattica, quella a distanza.

La didattica a distanza, altrimenti indicata come D.A.D., ennesimo acronimo che si aggiunge alla sterminata schiera di sterili e vacui acronimi utilizzati nella scuola, è stata la pietra tombale della libertà d’insegnamento e della democrazia scolastica. Ai docenti è stato imposto di rivedere la propria programmazione didattica, anche con riferimento alle competenze chiave stabilite dalle raccomandazioni europee, e di valutare i discenti secondo indicazioni che limitano e conculcano la libertà d’insegnamento sancita dalla Costituzione. La scuola italiana, ultimo baluardo di resistenza al pensiero unico imperante, è stata annichilita da un controllo operato sui singoli, stile grande fratello orwelliano, precipitando in un feudalesimo digitale.

Come falchi, Google, Microsoft, Cisco si sono affrettati a fornire sia le piattaforme per la condivisione dei contenuti che, in alcuni casi, a suggerire i contenuti stessi della D.AD.. E tutto viene sbandierato come inevitabile e necessario per il bene comune.

Sono dei veri filantropi quanti perseguono il “novus ordo saeculorum” ?

Orbene, negli Stati Uniti per essere filantropi si deve essere anche ultramiliardari, d’altronde anche i bambini sanno che Batman quando si toglie il suo costume da super eroe diventa il capitano d’industria Bruce Wayne di Gotham City. Tra i vari filantropi ultramiliardari, che in questi giorni fanno bella mostra di se stessi, quali Soros di Open Society Foundation, Bezos di Amazon, Zuckerberg di Facebook, Pichai di Google, quello che è più inquietante è Bill Gates. Infatti Bill Gates, malthusiano convinto, da un lato si interessa con la sua fondazione “ Bill e Melinda Gates” di vaccini e dall’altro lato entra ora nelle scuole, grazie a Microsoft. Anche Google ha grandi interessi nella produzione di vaccini, possedendo la Glaxo, leader mondiale del settore.

Fatte queste precisazioni, in internet niente è gratuito. Quando un servizio in apparenza non richiede un corrispettivo , stiamo sicuramente pagando con i nostri dati e le informazioni su noi stessi che siamo costretti a rilasciare a chi ci fornisce il servizio.

La scuola italiana si è messa, in buona o in cattiva fede, nelle mani delle multinazionali informatiche. Questa è una tragedia nella tragedia, poiché potrebbe essere un abbraccio mortale. Un controllo assoluto sui tempi, sui modi e sui contenuti dell’ insegnamento che ne conculca la libertà. Più l’emergenza prosegue e più imperversano prescrizioni e dettami, che come metastasi cancerose si diffondono nella scuola italiana. Quale sarà il passo successivo?

L’obiettivo è la creazione delle charter school, ideazione di Milton Friedman e che si sono diffuse nello stato della Luisiana dopo l’alluvione di New Orleans del 2005 e che Bill Gates propugna in ogni dove. Ma cosa sono le charter school?

Sono scuole statali gestite da privati. Chi le frequenta non deve pagare nulla, poiché tutte le spese sono a carico dello stato, ma i dipendenti delle scuole non sono dipendenti statali, avendo stipulato il contratto di lavoro con la scuola medesima. La scuola sottoscrive un accordo con l’amministrazione locale, charter appunto, con cui vengono stabiliti gli obiettivi che deve perseguire in un determinato lasso di tempo.

A questo punto è legittima questa domanda: come sono stati i risultati conseguiti? Non sono stati univoci: forse soddisfacenti nelle zone economiche più dotate ed insoddisfacenti in quelle più deprivate. Ma l’obiettivo che si è perseguito in pieno è stato il generale indebolimento delle rappresentanze sindacali nelle scuole, nella stragrande maggioranza delle quali non esistono più lavoratori sindacalizzati. Un rigido controllo della proprietà su tutti i dipendenti. Se applicato in Italia questo sistema, scomparirebbe di fatto ogni tutela costituzionale e sindacale per i docenti. La scuola non sarebbe più il luogo del confronto e del pensiero libero, ma quello del pensiero unico dominante.

Così avvenne in Luisiana e così potrebbe avvenire in Italia.

In fondo, il capitalismo dei disastri serve a questo: rendere accettabili, grazie all’emergenza, scelte che in tempi normali la comunità riterrebbe inaccettabili.

Per dirla con Bennato “tutti in fila per tre e rispondere sempre di sì e comportarsi da persona civile”.

Raffaele SALOMONE MEGNA


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