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Cosa c’è dietro e davanti i dazi di Trump (di Nino Galloni)

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I dazi posti da Trump colpiscono una piccola parte delle nostre esportazioni negli USA: tutto il comparto agroalimentare, infatti, riguarda solo il 5% del totale.

L’UE si prepara a rispondere; ma Trump era ed è arrabbiato con Draghi e con la BCE: la politica monetaria di questi anni ha teso a indebolire l’euro (favorendo le nostre esportazioni) ed impedisce quella svalutazione del dollaro che è l’obiettivo politico di chi ha promesso meno importazioni, più salari, più occupazione.

Adesso che il ristagno dell’economia reale e manifatturiera morde un po’ dappertutto, si fanno i conti.

Questa dei dazi, quindi, è una punizione, sì, ma riguarda l’Italia molto meno di altri Paesi.

Gli Usa esportano soprattutto servizi  ad alto valore aggiunto, quindi la guerra dei dazi è solo un sottofondo ai nuovi assetti, con possibili cambiamenti delle politiche economiche e della stessa geopolitica europea che ha ispirato la Brexit.

Negli USA esistono due mercati del made in Italy, soprattutto a riguardo dell’agroalimentare: quello di élite (che continuerà ad assorbire i prodotti “di lusso” sottoposti ai dazi); quello “povero” che crede di comperare Made in Italy, ma, in realtà, compera schifezze di dubbia provenienza. E’ qui il primo problema: al margine esiste una concorrenza scorretta tra prodotti di qualità (il nostro vero Made in Italy) e cibi più o meno taroccati.

Ciò pone un problema di cui si potrebbe risentire, in Patria, specie per quanto riguarda le produzioni di latte: gli esportatori chiederanno una riduzione agli allevatori per i già risicati prezzi della materia prima.

La questione, dunque, deve risolversi all’interno – come dice Trump – sostituendo le importazioni, ovvero consumando i nostri prodotti a casa senza impoverire i fornitori di materie prime e semilavorati.

Per far questo, le Regioni potrebbero favorire l’emissione e l’immissione di moneta locale, complementare, capace di spiazzare i prodotti di importazione; destinando, quindi, all’esportazione solo merce che copra il costo per i produttori e destinata alla componente a più alto reddito del mercato internazionale. In questo modo, tutta la produzione sarebbe assorbita dal mercato interno (che scambia in moneta locale) e dalla parte con maggiore capacità di acquisto  per quanto riguarda il mercato estero.


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