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Corsa agli asset di Lukoil: Abu Dhabi sfida le Major USA. Il Tesoro americano deciderà il vincitore?

Asset Lukoil in saldo: Abu Dhabi sfida Exxon e Chevron Sottotitolo: L’holding degli Emirati IHC manifesta interesse per le attività internazionali del colosso russo. Il Tesoro USA ha già bloccato gli svizzeri di Gunvor: ecco chi si contende il petrolio di Mosca.

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International Holding Company (IHC) di Abu Dhabi ha manifestato al Tesoro degli Stati Uniti il proprio interesse ad acquisire potenzialmente le attività internazionali della russa Lukoil, secondo quanto riferito venerdì dal conglomerato degli Emirati Arabi Uniti a Reuters, aggiungendosi così al numero crescente di pretendenti alle attività estere della seconda compagnia petrolifera russa, ora soggetta a sanzioni.

IHC ha risposto a Reuters alla domanda se avesse manifestato interesse per le attività internazionali di Lukoil al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti: “Sì, abbiamo manifestato interesse per le attività estere di Lukoil”. IHC non ha fornito ulteriori dettagli sull’argomento.

L’azienda di Abu Dhabi si unisce al gigante del private equity Carlyle e alle supermajor statunitensi del petrolio e del gas Chevron ed ExxonMobil, che si ritiene abbiano già manifestato interesse per le attività estere di Lukoil.

Da venerdì Lukoil è soggetta alle sanzioni statunitensi, insieme al principale produttore di petrolio russo Rosneft. Il mese scorso l’amministrazione Trump ha designato i due maggiori produttori ed esportatori di petrolio russi per costringere Mosca a negoziati autentici sulla fine della guerra in Ucraina.

Questa è stata la prima misura sanzionatoria dell’amministrazione Trump contro la Russia, ma è diventata la più dirompente, bloccando milioni di barili di greggio in mare a causa del ritiro degli acquirenti e costringendo Lukoil a vendere in fretta i propri asset internazionali.

Il Tesoro degli Stati Uniti ha respinto il primo pretendente, il gigante svizzero del commercio di materie prime Gunvor, con cui Lukoil aveva persino raggiunto un accordo preliminare per la vendita dei suoi asset internazionali. Descrivendo Gunvor come “il burattino del Cremlino”, gli Stati Uniti hanno rifiutato di approvare l’accordo, ma hanno prorogato fino al 13 dicembre la licenza concessa a Lukoil per negoziare la vendita delle sue attività internazionali.

Lukoil è la società energetica russa più attiva a livello internazionale, con attività a monte in Medio Oriente, Asia centrale e America Latina e attività di vendita al dettaglio di carburante in molte parti del mondo, compresi gli Stati Uniti.

Secondo quanto riportato da diversi media la scorsa settimana, i potenziali acquirenti delle attività internazionali di Lukoil includono Carlyle, Chevron ed Exxon. Il fatto che però sia l’atteggiamento degli USA a decidere chi può o non può gestire le strutture estere di Lukoil, appare evidente che le società americane partono in pole position.

Raffineria Lukoil in Bulgaria

Domande e risposte

Perché Lukoil sta vendendo le sue attività internazionali così in fretta? Lukoil è costretta a vendere a causa delle nuove, pesanti sanzioni imposte dall’amministrazione Trump su di essa e su Rosneft. Queste misure hanno spaventato gli acquirenti abituali e bloccato i carichi di petrolio, creando una crisi di liquidità e operativa. Per salvare il valore residuo e sbloccare la situazione, l’azienda deve cedere gli asset esteri a entità approvate dagli USA entro una scadenza ravvicinata (attualmente il 13 dicembre).

Chi è la International Holding Company (IHC) e perché è importante? La IHC è un enorme conglomerato con sede ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. La sua discesa in campo è significativa perché rappresenta l’interesse dei capitali del Golfo nel settore energetico globale, in diretta concorrenza con i fondi e le compagnie petrolifere americane (come Exxon e Chevron). La loro presenza segnala che i paesi del Golfo vogliono giocare un ruolo attivo nella riorganizzazione del mercato petrolifero post-sanzioni, non lasciando tutto in mano all’Occidente.

Perché gli Stati Uniti hanno bloccato l’acquisto da parte di Gunvor? Il Tesoro degli Stati Uniti ha respinto l’accordo preliminare tra Lukoil e Gunvor, una delle più grandi società di trading di materie prime al mondo con sede in Svizzera, definendo quest’ultima un “burattino del Cremlino”. Washington vuole assicurarsi che gli asset russi non finiscano in mani che ritengono troppo vicine a Mosca o che potrebbero permettere alla Russia di aggirare l’efficacia delle sanzioni. Gli USA vogliono controllare chi sarà il nuovo proprietario.

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