Attualità
Come utilizzare i 5 miliardi che la Chiesa deve versare di ICI dopo la sentenza europea
La Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia ad escutere dalla Chiesa Cattolica l’ICI sugli immobili commerciali per gli anni 2006-2011. Si tratta dell’ICI sugli immobili della Chiesa con destinazione commerciale, la cui esclusione è stata giudicata un illegittimo aiuto di Stato.
Insomma la Chiesa globalista ed internazionalista di Bergoglio e della CEI prova un assaggio della giustizia sovra-nazionale e l’Italia incassa 5 miliardi. Che farne ?
I soldi originariamente sarebbero stati destinati ai comuni, ma comunque è necessario una previsione di legge ad hoc per l’incasso, per cui, a questo punto, può anche essere prevista una destinazione diversa, almeno in parte.
A questo punto perchè non destinare almeno un parte di queste cifre ad un piano di recupero artistico-architettonico? Abbiamo 350 beni artistici nella “Lista Rossa” del MiBAC, che necessiterebbero interventi urgenti. Abbiamo migliaia di opere d’arte da restaurare e recuperare. Abbiamo studenti che si laureano nelle facoltà specifiche e che spesso restano senza lavoro, non si tratta che far incontrare domanda ed offerta.
Una soluazione potrebbe essere l’assunzione, con contratto quadriennale di 10 mila restauratori da destinare al recupero delle opere della “Lista rossa” e quindi di tutte le opere artistiche a necessità di risparmio. A contratto per poter, inizialmente, limitare l’entità dell’intervento e non incorrere in strali da parte di qualche autorità europea per l’aumento permanente della spesa corrente. Aggiungiamo quindi dei fonti per la fornitura degli strumenti necessari ai restauri stessi. In modo spannometrico potremmo definire i costi come segue :
- 1,5 miliardi per i contratti a 4 anni (35 mila euro con tassazione forfettaria per ogni contratto);
- 1 miliardo per la fornitura di materiale e per i costi organizzativi.
I restanti 2,5 miliardi potrebbero essere destinati ai comuni per spese di manutenzione del territorio in generale.
Una soluzione del genere avrebbe molti vantaggi. Per i giovani:
- permetterebbe di introdursi nel mondo del lavoro con un minimo di stabilità;
- acquisirebbero esperienza;
- acquisirebbero un minimo di anzianità contributiva;
- in quattro anni avrebbero tempo per trovare una soluzione più stabile.
La manovra si configurerebbe come una manovra espansiva molto forte con due ricadute importanti;
- effetto moltiplicatore elevato (spesa corrente in pubblico impiego) elevato, quindi con possibilità di una copertura della stessa anche oltre il quarto anno;
- comunque circa 250 milioni si trasformerebbero in contributi versati agli entri previdenziali;
- il recupero di opere architettonico-artistiche di alta qualità con un sicuro ritorno turistico.
Perfino dal punto di vista logico, nei confronti di chi dovrà pagare questi 5 miliardi, si tratta di una misura giusta: gran parte delle opere da recuperare sono infatti parte del patrimonio della Chiesa Cattolica: pensiamo alle opere architettoniche sacre o a quelle artistiche contenute nelle chiese. Inoltre la distribuzione quadriennale favorirebbe un accordo per un pagamento rateale delle cifre dovute
Insomma un’opzione win-win che permetterebbe un incremento dell’occupazione e la manutenzione del patrimonio artistico, oltre ad importanti vantaggi economici. Una soluzione che conviene a tutti e che, speriamo, sia possibile veder discussa in futuro.
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