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Come le “Piccole” sanzioni sul carbone russo avranno un “Pesante” impatto sulle bollette energetiche europee
Le previste sanzioni europee sul carbone dalla Russia, per quanto minime come importo e impatto, rischiano di essere la proverbiale pagliuzza che spezza la schiena del cammello, in un mercato internazionale del fossile già sotto fortissime tensioni internazionali e che paga le scelte politiche di grandi paesi extraeuropei.
I mercati del carbone a livello globale erano già rigidi nell’offerta anche prima dell’invasione russa dell’Ucraina, poiché la crisi energetica e la carenza di gas naturale in Europa e in Asia nell’autunno del 2021 hanno fatto aumentare l’uso e il prezzo del carbone. I due principali paesi utilizzatori del carbone in Asia, Cina e India, stavano cercando di procurarsi abbastanza dei combustibili fossili solidi a causa dei prezzi eccessivi del gas naturale che lo rendevano una scelta obbligata per mantenere i prezzi sotto controllo. A questo problema si aggiungeva il bando non ufficiale della Cina al carbone australiano, che rendeva il mercato ancora più complesso. La tensione sulla domanda era ancora più accentuata dall’accaparramento in corso da parte della Cina, alla ricerca della sicurezza energetica a tutti i costi.
Questa settimana, poiché la guerra russa in Ucraina e le notizie su quanto successo in Ucraina hanno spinto l’Europa a proporre un divieto alle importazioni di carbone russe. Questo pone dei nuovi vincoli ai mercati internazionali, con cambiamenti delle quote relative e nei flussi di acquisto e vendita, e questo non resterà senza conseguenze. I prezzi del carbone nell’Europa nord-occidentale sono balzati questa settimana al livello più alto del mese dopo che la Commissione europea ha proposto martedì un divieto alle importazioni di carbone russo per i crimini di guerra russi in Ucraina.
La Von Der Leyen era molto soddisfatta della mossa, ma quali sono le conseguenze?
Poiché la Russia soddisfa gran parte della domanda di carbone in Europa, l’UE si deve impegnare rapidamente per procurarsi il nateriale da esportatori molto più lontani come USA, Colombia, Sud Africa e perfino Australia, con maggiori costi di trasporto e problemi logistici più complessi da risolvere.
Questo cambiamento in fornitori e clienti in un mercato già in tensione havrà delle conseguenze immediate. Prima di riequilibrarsi il mercato richiederà tempo e lo farò comunque a prezzi più alti.
“Il divieto del carbone significa che i consumatori europei dovranno prepararsi a prezzi elevati dell’energia durante quest’anno poiché la carenza di forniture nei paesi che dipendono dalla produzione di carbone si diffonderà in tutto il continente attraverso le sue reti elettriche ben collegate”, ha affermato Rystad Energy in una ricerca questa settimana. Perché il mercato elettrico europeo è unico, per cui l’aumento della componente carbone in uno stato che ne usa molto come la Germania farà sentire la sua ricaduta anche in uno stato che ne usa pochissimo come l’Italia. Questo è il mercato unico, bellezza, ed il prezzo unico che ne discende.
La Germania, la più grande economia europea, sarà particolarmente colpita, così come l’Europa orientale, ha osservato la società di ricerca energetica.
L’Europa dovrà affrontare sfide per ottenere forniture alternative, anche a costi elevati, considerando che il mercato globale del carbone sta già vivendo una crisi dell’offerta. I principali esportatori come l’Australia e l’Indonesia avranno una quantità limitata di carbone da riservare all’Europa, considerando i costi di trasporto e i lunghi viaggi e la continua elevata domanda di carbone in Asia.
Inoltre, le specifiche del carbone variano in termini di contenuto calorico poiché non tutto il carbone è uguale e i generatori di energia adatti al carbone russo potrebbero vedere costi più elevati per la combustione di carbone non russo.
“Anche se sembra possibile trovare soluzioni parziali alla crisi del carbone che si sta sviluppando in Europa, la popolazione europea dovrà affrontare le conseguenze e tenere conto dei prezzi dell’elettricità storicamente elevati almeno per il resto del 2022”, ha affermato Rystad Energy.
“I prezzi dell’energia elettrica in tutta la regione saranno fissati dalle fonti di approvvigionamento marginali, che sono gas e carbone. Entrambi questi combustibili sono ora scambiati a livelli eccezionalmente alti e avranno quindi un impatto diretto sul mercato energetico”.
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