Economia
Come la Cina vuole punire i paesi europei favorevoli ai dazi alle auto grazie a Stellantis-Leapmotors
Stellantis cambia le proprie strategie per compiacere Pechino. Una scelta che deriva dal recente viaggio di Elkann in CIna , o semplice cecità?
Stellantis, marchio globale, ha comprato una quota di minoranza della cinese Leapmotors e quindi deve compiacere il governo di Pechino. Per questo ha iniziato a rivedere la localizzazione delle produzioni di Leapmoters nelle fabbriche europee per compiacerne il Governo e permettergli di esercitare pressioni sui governi che hanno votato per le sanzioni alle auto elettriche cinesi!
Come Stellantis si trasforma nel Servo Sciocco di Pechino
Le case automobilistiche cinesi vogliono disperatamente vendere auto al di fuori della Cina e, in particolare, vogliono vendere auto in Europa, mercato facile per l’obbligo di elettrificazione delle auto a fronte di un’industria europea inefficiente e costosa nei prodotti.
Per varie ragioni, che vanno dalla protezione dell’industria locale al disagio per le eccessive sovvenzioni e le discutibili pratiche di lavoro della Cina, l’Unione Europea ha portato a termine la sua minaccia di aggiungere tariffe massicce a molte case automobilistiche cinesi che cercano di vendere in Europa.
Il voto non è stato unanime: Germania e Ungheria si sono opposte alla misura e molti altri Paesi si sono semplicemente astenuti. Alla fine sono stati la Francia, l’Italia e la Polonia a spingere i dazi, e sono questi Paesi che ora rischiano una rappresaglia da parte della Cina.
Alla fine del mese scorso il Ministero del Commercio cinese sha istruito esplicitamente le sue grandi aziende circa quali Paesi in Europa fossero amichevoli, quindi meritori di investimenti, e quali no. Le istruzioni erano semplici: Non mettete altri soldi dove il governo locale ci osteggia.
Quando si tratta di aziende cinesi come BYD o SAIC non è né sorprendente né scandaloso. Le aziende cinesi hanno bisogno dell’approvazione del governo cinese per investire all’estero e, ovviamente, il governo cinese continuerà a usare il suo denaro per scopi politici. L’uso di Stellantis, tuttavia, è interessante.
Stellantis, attraverso il suo marchio Leapmotor, sta già producendo una piccola auto elettrica chiamata T03 nello stabilimento di Stellantis in Polonia. Si tratta di un grande affare per la Polonia e di un grande affare per il marchio. Da tempo si ipotizzava che anche il secondo veicolo Leapmotor, il B10, sarebbe stato costruito lì. Il lavoro e l’energia costano molto meno che in Germania, quindi tutto ok.
Ecco che Reuters, che ha dato la notizia, spiega perché questo non avverrà più:
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La joint venture sta invece valutando la possibilità di utilizzare uno stabilimento Stellantis a Eisenach, in Germania, che produce modelli Opel, e l’impianto di Trnava, in Slovacchia, come siti di produzione alternativi per il crossover elettrico B10, ha dichiarato una delle persone.
[…]
Il cambiamento dei piani di produzione da parte della joint venture è avvenuto dopo che il governo cinese ha chiesto privatamente alle case automobilistiche di fermare i grandi investimenti nei Paesi europei che sostenevano l’imposizione di tariffe aggiuntive sui veicoli elettrici prodotti in Cina, hanno detto le due persone.
La Slovacchia e la Germania hanno votato contro le tariffe. Stellantis aveva già investito per convertire gli impianti polacchi a Leapmotors, e la germania è più cara, nonostante questo Stellantis si è convertita ad essere un servo del Governo cinese e ha obbedito. La cosa divertente è che Stellantis è parzialmente dello stato francese, che ha votato per i dazi, eppure la società obbedisce al padrone cinese. Saròà dovuto alla partecipazione degli Elkann, che sono voltati in Cina per creare un corso di Studi là per Romano Prodi?
È ancora più strano se si considera che l’azienda ha inizialmente appoggiato le tariffe, come riportato dal quotidiano tedesco Welt News:
Stellantis ha svolto un ruolo dubbio nelle tariffe punitive dell’UE. L’amministratore delegato Carlos Tavares aveva da tempo sollecitato il presidente francese Emmanuel Macron a spingere a Bruxelles per l’adozione di misure contro le importazioni cinesi a basso costo. Tavares è quindi considerato uno dei padri dell’idea di contrastare i sussidi cinesi ai produttori di auto elettriche con tariffe compensative. Nel corso del procedimento, però, Tavares ha cambiato idea e, poco prima del voto dell’UE, si è addirittura espresso pubblicamente contro le tariffe. Secondo i media, ha persino accettato il disappunto di Macron.
A quanto pare, il motivo è che nel frattempo Stellantis si è alleata con il produttore Leapmotor, fondato solo nel 2015. Il gruppo europeo è quindi meno interessato a che l’UE renda più costose le importazioni cinesi. Inoltre, l’opinione della leadership cinese sta diventando più importante per Stellantis. Finora, i produttori di auto tedeschi in particolare dipendevano dalla benevolenza del Paese, mentre Stellantis vi aveva scarso interesse.
È incredibile come Stellantis abbia improvvisamente cambiato la sua posizione una volta posseduta una parte di una casa automobilistica cinese.
Tutto questo sarà legato alla cinesizzazione della Fondazione Agnelli che apre facoltà di “Cultura Italiana” in Cina mentre Stellantis chiude gli stabilimenti in Italia?
Ovviamente questa strategia è suicida: i cinesi, senza un cambio di passo tecnologico di Stellantis, si mangeranno il mercato europeo, partendo proprio dalle quote di una Casa confusa, dalle troppe marche, dall’assenza di una strategia. Mettersi al servizio di Pechino non farà che accelerare la decadenza.
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