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Come cambia l’obbligo europeo per le “Case Green”. Un piccolo passo avanti

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Sembra che l’Europa abbia preso una posizione un po’ più moderata, come ammesso anche dal presidente di confedililiza e riportato da ItaliaOggi e questo abbia portato a una direttiva meno assurda e costosa della prima proposta in materia.

La Commissione comunque sembra abbia deciso di mettere a dieta le sue case, o almeno quelle meno attente al verde. L’approccio moderato alle “case green” ha subito un ridimensionamento, tanto che la direttiva iniziale, che minacciava di trasformare tutti gli edifici residenziali delle classi E, F, G entro il 2033, è stata riscritta in una versione più snella e realistica.

In termini più terra terra, gli Stati membri dell’Unione europea dovranno adottare una traiettoria nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria negli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Ecco, insomma, il piano europeo per far sentire un po’ più in forma le abitazioni del Vecchio Continente.

È stata ridimensionata, infatti, la portata della direttiva che avrebbe reso necessaria la ristrutturazione di tutti gli edifici residenziali nelle classi E, F, G entro il 2033. Ora, invece, gli obiettivi, rispetto alla formulazione originale del testo, sono di impatto inferiore e sono un po’ più realistici. In particolare, si prevede che ogni Stato membro dell’Unione europea adotterà la propria traiettoria nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria negli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, consentendo flessibilità per tenere conto delle circostanze del Paese.

Per raggiungere questi obiettivi, la maggior parte delle ristrutturazioni (55%) dovrà concentrarsi sugli edifici con le prestazioni peggiori, specificamente definiti come il 43% degli edifici con le prestazioni più basse nel patrimonio nazionale. Questi, in sintesi, i contenuti dell’accordo raggiunto giovedì 7 dicembre dal Consiglio dell’Unione europea e dal Parlamento europeo all’interno del trilogo sulla revisione della cosiddetta direttiva Case green (Energy Performance of Buildings Directive – Epbd).

L’accordo, ancora da perfezionare e che comunque può essere migliorato, richiede ora l’adozione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Una volta completato questo processo, la nuova direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore.

Ecco alcune novità

Articolo 9Standard minimi di prestazione energetica (Meps) Per gli edifici residenziali, i Meps sono volontari, mentre gli Stati membri dovranno garantire che il consumo medio di energia primaria dell’intero patrimonio edilizio residenziale diminuisca del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, prestando anche attenzione agli edifici in locazione. Per raggiungere questi obiettivi, la maggior parte delle ristrutturazioni (55%) dovrà concentrarsi sugli edifici con le prestazioni peggiori, specificamente definiti come il 43% degli edifici con le prestazioni più basse nel patrimonio nazionale. Per gli edifici non residenziali, si dovrà rinnovare il 16% degli edifici con le prestazioni peggiori entro il 2030 e il 26% degli edifici con le prestazioni peggiori entro il 2033. Quindi gli obblighi di rinnovo rimangono. 

Gli Stati Ue avranno comunque la possibilità di esonerare alcune categorie di edifici residenziali e non residenziali da tali obblighi, compresi gli edifici storici, le case di vacanza, i luoghi di culto, gli edifici inferiori a 50 m2, gli edifici agricoli e militari.

Nel quadro della revisione del 2028 la Commissione può rivedere gli obiettivi, il che rende il suo potere, francamente, eccessivo.

Articolo 8 e Allegato II – Edifici esistenti (Eliminazione delle caldaie a combustibili fossili) L’accordo prevede di eliminare gradualmente le caldaie alimentate da combustibili fossili. I sussidi per l’installazione di caldaie autonome alimentate da combustibili fossili non saranno consentiti a partire dal 1° gennaio 2025.

Gli Stati membri dovranno quindi definire misure specifiche sull’eliminazione progressiva dei combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento in vista di una completa eliminazione graduale delle caldaie alimentate da combustibili fossili entro il 2040.

Articolo 9aEnergia solare negli edifici Gli Stati membri saranno obbligati a installare impianti solari adeguati secondo questa sequenza: entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 250 m2; entro il 31 dicembre 2027, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 2000 m2; entro il 31 dicembre 2028, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 750 m2; entro il 31 dicembre 2030, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 250 m2; entro il 2027, su tutti gli edifici non residenziali esistenti con una superficie utile superiore a 500 m2 in cui l’edificio subisce un intervento che richiede un permesso amministrativo rilevante; entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti fisicamente agli edifici. Quindi comunque ci saranno una serie di obblighi pesanti in caso di ristrutturazioni. 

Articolo 9bEdifici a emissioni zero (Zeb) Tutti i nuovi edifici residenziali e non residenziali dovranno avere zero emissioni in loco da combustibili fossili, a partire dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per tutte le altre nuove costruzioni, con possibilità di specifiche deroghe.

Articolo 12 – Infrastrutture per la mobilità sostenibile. Tutti i nuovi edifici non residenziali con più di 5 posti auto dovranno avere almeno un punto di ricarica ogni 5.

Articolo 15a – Disposizioni finanziarie e sportelli unici per le ristrutturazioni Un atto delegato incoraggerà gli attori finanziari a fornire più mutui e prestiti verdi. Lo sportello unico per le ristrutturazioni fornirà consulenza indipendente e gratuita sulle ristrutturazioni degli edifici. Gli Stati membri devono implementare misure di supporto, tra cui assistenza finanziaria, tecnica e regimi di finanziamento integrati, per raggiungere gli obiettivi di prestazione energetica degli edifici. Vedremo come gli stati potranno implementare questa normativa.

 


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