Energia
Colombia: la produzione petrolifera messa in forse dagli attacchi dei guerriglieri filocubani
La Colombia è sottoposta ad attacchi costenuti da parte dei guerriglieri dell’ELN, che danneggiano le infrastrutture petrolifere elemento importante per la crescita economica del paese
Per più di un anno, i produttori di petrolio in Colombia hanno lavorato senza preoccuparsi che l’esplosione di un oleodotto o un altro atto di sabotaggio potesse interferire con le loro attività. Ora il periodo di tranquillità è finito. I guerriglieri colombiani sono di nuovo sul piede di guerra.
Due settimane fa, l’operatore statale colombiano del petrolio e del gas, Ecopetrol, ha denunciato cinque attacchi a due importanti oleodotti.
L’oleodotto Cano Limon-Covenas è stato attaccato tre volte, come ha riferito la controllata Cenit di Ecopetrol, mentre l’oleodotto Bicentenario ha subito due attacchi. L’azienda ha aggiunto che l’esercito colombiano è stato dispiegato nell’area degli attacchi all’oleodotto Cano Limon-Covenas per proteggere il personale che stava riparando l’infrastruttura. Secondo Bloomberg, ci sono stati almeno 14 attacchi agli oleodotti in Colombia dalla fine di agosto, dopo che i colloqui tra il gruppo guerrigliero ELN e il governo colombiano si sono interrotti. I colloqui erano in corso da circa un anno, con diverse interruzioni ogni volta che l’ELN non era d’accordo con le offerte del governo di Gustavo Petro.
Il gruppo, che si ispira alla rivoluzione cubana, è la più antica organizzazione di guerriglia al mondo: risale al 1964 e conta più di 5.800 membri al 2022, secondo l’AFP. Il sabotaggio delle infrastrutture è una delle tattiche preferite dal gruppo per ottenere concessioni dal governo. Gli oleodotti sono un obiettivo naturale in una situazione non dissimile da quella libica.
Le esportazioni di petrolio rappresentano circa un terzo delle entrate della Colombia, il che significa che qualsiasi impatto sulla produzione di petrolio si ripercuoterebbe sulle esportazioni di petrolio e, di conseguenza, sulle entrate dello Stato, il cui PIL presenta una crescita minima e non in grado di garantire un miglioramento delle condizioni popolari. In effetti, quando Ecopetrol ha pubblicato un aggiornamento sulle operazioni all’inizio del mese, ha dichiarato che gli attacchi agli oleodotti hanno danneggiato la sua produzione.
“La mancanza di disponibilità dei suddetti oleodotti, dovuta agli attacchi, sommata alla difficoltà di movimentare le navi cisterna con idrocarburi e gas di petrolio liquefatto, potrebbe avere un impatto sulla produzione di greggio e gas nei prossimi giorni, così come sulle forniture per le raffinerie di Barrancabermeja e Cartagena e sui carburanti in diverse parti del Paese”, ha dichiarato la società in un comunicato della scorsa settimana.
Si tratta di una situazione grave per un’industria che sta lottando da anni – anche a causa degli attacchi agli oleodotti – e che ora si trova ad affrontare una nuova sfida da parte del governo Petro, che vuole ridurre la quota degli idrocarburi nel mix di entrate della Colombia.
L’anno scorso, infatti, il governo colombiano ha bloccato il rilascio di nuovi permessi di esplorazione di petrolio e gas come un modo per combattere il cambiamento climatico. La mossa ha scosso l’industria e gli osservatori, alcuni dei quali hanno avvertito che avrebbe compromesso il futuro economico del Paese rendendolo più esposto ai prezzi internazionali del petrolio, mentre la produzione nazionale diminuisce a causa dell’esaurimento naturale.
Se la transizione sognata dal presidente colombiano ridurrebbe gli obiettivi petroliferi, però fornirebbe ai guerriglieri nuovi possibili oggetti da danneggiare, a partire proprio dalle istallazioni eoliche e solari per l’energia rinnovabile.
“L’ELN ritiene che le compagnie petrolifere siano state in grado di ottenere contratti molto vantaggiosi per loro stesse, ma negativi per il Paese”, ha dichiarato a Bloomberg Carlos Velandia, ex comandante dell’ELN.
La pubblicazione ha spiegato in un recente articolo che il gruppo guerrigliero ritiene che la Colombia debba avere il pieno controllo delle sue risorse naturali, magari in stile venezuelano. A quanto pare, fino a quando ciò non avverrà, i mezzi di estrazione di queste risorse e il loro trasporto verso i mercati continueranno a essere presi di mira, dato che una pace duratura con il governo colombiano rimane elusiva. Per fortuna però la stessa intervista rivela la disponibilità dei gueriglieri a riaprire i colloqui di pacificazione.
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