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“Collasso totale”: il maggior gruppo chimico tedesco avverte su cosa succederà nel caso di taglio del gas russo

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BASF è il vero colosso della chimica tedesca, con impianti grandi come città e un fatturato mondiale pari a 59 miliardi di dollari. Il  CEO della società, Martin Brudermuller, ha rilasciato in un’intervista al quotidiano Frankfurter Allgemeine proprio a cavallo della decisione di Putin di richiedere pagamenti in Rubli ai paesi ostili, scelta che ha messo qualche dubbio sulle forniture di gas naturale all’occidente. Dalle sue parole comprendiamo quanto la Politica dei Smargiassi, dei Ganassa, sia lontana dalla realtà dei fatti dell’economia e dell’industria, in Germania e in Italia. 

Brudermuller è stato chiarissimo su cosa comporta il taglio secco delle forniture russe: “non è sufficiente abbassare tutti il ​​riscaldamento di 2 gradi ora” dato che “la Russia copre il 55 per cento del consumo tedesco di gas naturale“. Ha sottolineato che se il gas russo scomparisse dall’oggi al domani, “molte cose crollerebbero qui” – dato che “avremmo alti livelli di disoccupazione e molte aziende fallirebbero. Questo porterebbe a danni irreversibili”. 

Per dirla senza mezzi termini: questo causerebbe la peggior crisi per l’economia tedesca  dalla fine della seconda guerra mondiale e distruggerebbe la nostra prosperità. Per molte piccole e medie imprese in particolare, potrebbe significare la fine. Non possiamo rischiare!

Per finire ha dato un bell’avviso alla politica e, in generale, alla popolazione “Siamo sull’orlo della crisi, se questo stallo proseguirà aprirà gli occhi a molti da entrambe le parti“.

Un arresto nella consegna per un breve periodo forse aprirebbe gli occhi a molti, da entrambe le parti. Renderebbe chiara l’entità delle conseguenze. Ma se non otteniamo più gas russo per molto tempo, allora abbiamo davvero un problema qui in Germania. In BASF, dovremmo ridurre o chiudere completamente la produzione nel nostro sito più grande a Ludwigshafen se la fornitura scendesse in  modo significativo e permanentemente al di sotto del 50 percento del nostro fabbisogno massimo di gas naturale. Il ministro Habeck ha già attivato il primo livello di allerta del piano di emergenza gas.”

Si  valuta che solo a Ludwigshafen 40 mila lavoratori perderebbero il posto.

Il CEO ha anche criticato fortemente l’idea sbagliata che la politica e la pubblica opinione hanno del problema energetico

“Molti hanno idee sbagliate, lo noto  in molte delle mie  conversazioni. Le persone spesso non fanno alcun collegamento tra un boicottaggio e il proprio lavoro. Come se la nostra economia e la nostra prosperità fossero scolpite nella pietra“.

Ha spiegato che i prezzi più elevati stanno già avendo un enorme impatto sull’approvvigionamento alimentare dato che a questo punto BASF è stata costretta a ridurre la produzione di ammoniaca per la produzione di fertilizzanti.

Brudermuller l’ha definita “una catastrofe e la sentiremo ancora più chiaramente l’anno prossimo rispetto a questo. Perché la maggior parte dei fertilizzanti di cui gli agricoltori hanno bisogno quest’anno sono già stati acquistati. Nel 2023 ce ne sarà invece una carenza, e poi i paesi poveri in in particolare, ad esempio in Africa, non potrà più permettersi di acquistare generi alimentari di base”. “C’è il rischio di una carestia“.

 


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