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Clamoroso! Washington chiede lo stop per il Piano UE di prestiti all’Ucraina garantiti dagli asset russi

Caos Asset Russi: USA e Belgio bloccano il piano UE da 90 miliardi per l’Ucraina Washington vuole i fondi per il tavolo della pace, il Belgio teme ritorsioni. Il piano della Commissione verso il fallimento mentre Kiev resta senza fondi.

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Mentre a Kiev le riserve di liquidità si prosciugano, si apre una frattura transatlantica sulla gestione dei 210 miliardi di euro di asset russi congelati. Gli USA di Trump frenano Bruxelles: “Servono per il tavolo della pace”, non per prolungare la guerra.

Sembrava l’uovo di Colombo della Commissione Von der Leyen: utilizzare l’immenso tesoro dei beni russi immobilizzati in Europa (circa 210 miliardi di euro) come garanzia per un maxi-prestito da 90 miliardi a favore dell’Ucraina, che diventavano 140 con altri fondi dell’Unione. Un modo elegante per finanziare Kiev senza pesare direttamente sui bilanci nazionali, sempre più asfittici. Eppure, come spesso accade nei corridoi di Bruxelles, il diavolo si nasconde nei dettagli geopolitici. E stavolta, il “diavolo” parla inglese con accento americano.

Il niet di Washington: “Non toccate quei soldi”

Secondo fonti diplomatiche, l’amministrazione statunitense ha avviato un’intensa attività di lobbying sulle cancellerie europee per bloccare il piano. La logica di Washington, dove i rubinetti degli aiuti diretti a Kiev sono ormai chiusi, è pragmatica e cinica al punto giusto: gli asset congelati sono l’unica vera leva negoziale rimasta per portare Mosca a un accordo di pace.

Usare quei fondi ora per finanziare altri due anni di guerra militare ed economica, secondo gli USA, non solo prolungherebbe il conflitto inutilmente, ma brucerebbe il capitale necessario per garantire la ricostruzione e la sicurezza dell’Ucraina in uno scenario post-bellico. Il piano di pace a 28 punti degli USA, infatti, vede in quei fondi la chiave di volta.

L’Europa divisa e il nodo belga

La reazione europea è stata, prevedibilmente, scomposta. Il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, succeduto a Scholz, ha tentato di fare la voce grossa, dichiarando che “non esiste alcuna possibilità di lasciare i soldi che mobilitiamo agli USA” e che tali risorse devono fluire verso l’Ucraina. Merz sta volando a Bruxelles per cercare di convincere il premier belga Bart De Wever, ma la strada è in salita.

La situazione è tecnicamente complessa e si può riassumere in questi punti critici:

  • Il rischio Belga: La maggior parte degli asset è in Belgio (presso Euroclear). Bruxelles teme di rimanere col cerino in mano: se Mosca dovesse vincere cause legali future o attuare ritorsioni, chi pagherà? Il Belgio vuole garanzie di ferro che non sia il proprio bilancio a dover coprire i danni, garanzie che l’UE fatica a dare. La garanzia della BCE di ultima istanza è saltata.

  • L’opposizione politica: Oltre ai dubbi tecnici, c’è il fronte del “No” politico guidato da Ungheria e Slovacchia, contrarie a qualsiasi supporto militare.

  • Il rifiuto del debito comune: La Commissione ha provato a rilanciare l’idea di emettere debito comune (Eurobond) se il piano asset fallisse. Risultato? Un secco “Nein” dalla Germania e dai frugali. L’unanimità richiesta rende questa opzione pura fantasia.

Intanto gli USA hanno praticamente già interrotto gli aiuti all’Ucraina, mentre la UE si sta svenando.

Un piano nato morto?

Il quadro che ne emerge è desolante per Kiev, che rischia di finire i soldi già nei primi mesi del 2026. Il piano prevede che il prestito venga ripagato dall’Ucraina solo se la Russia accetterà di pagare i danni di guerra (scenario improbabile senza una sconfitta totale di Mosca o senza un suo accordo).

In sintesi, l’opposizione americana fornisce l’alibi perfetto per le divisioni interne europee. Questo rende il piano di prestiti europeo, già minato dai dubbi della BCE sulla stabilità dell’euro e dalle paure legali del Belgio, a questo punto di molto improbabile realizzazione. Siamo di fronte all’ennesimo piano della Commissione che, annunciato con squilli di tromba, rischia di schiantarsi nel nulla del realismo politico. Anche Macron e Merz, che hanno cercato di minare la fiducia dell’Ucraina negli USA e spingere Zelensky ad opporsi al piano di pace USA, ora ricevono una risposta secca e diretta.

Domande e risposte

Perché gli Stati Uniti si oppongono all’uso degli asset russi per il prestito? L’amministrazione USA ritiene che gli asset russi congelati debbano essere preservati come leva strategica per negoziare un accordo di pace tra Kiev e Mosca. Utilizzarli ora per finanziare la guerra ridurrebbe il potere contrattuale dell’Occidente al tavolo delle trattative e prolungherebbe il conflitto, mentre Washington spinge per una chiusura rapida delle ostilità.

Qual è la preoccupazione principale del Belgio? Il Belgio detiene la maggior parte degli asset russi attraverso la camera di compensazione Euroclear. Il governo belga teme ritorsioni legali o finanziarie dirette da parte della Russia. Senza garanzie esplicite che l’UE o gli altri Stati membri copriranno eventuali perdite o risarcimenti futuri, Bruxelles si rifiuta di dare il via libera, temendo di dover pagare il conto da sola.

Cosa succede se il piano UE non viene approvato? L’Ucraina rischia una crisi di liquidità gravissima all’inizio del 2026. Gli aiuti USA sono sostanzialmente azzerati e, senza il prestito garantito dagli asset russi o un’emissione di debito comune (a cui la Germania si oppone), Kiev non avrebbe le risorse per sostenere l’economia e lo sforzo bellico, costringendola probabilmente ad accettare condizioni di pace sfavorevoli.

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