Economia
Cina: un problema di deflusso dei capitali non si risolverà a breve
La Cina continua a vedere un forte deflusso finanziario, con trasferimenti di fondi all’estero e riserve valutarie in calo.

La Cina potrebbe continuare a subire pressioni di deflusso di capitali nei prossimi due anni – anche se su scala minore rispetto ai precedenti periodi di minimo – secondo due importanti economisti, che hanno anche invitato la banca centrale a controllare le nuove forme di fuga di capitali come gli asset digitali e le criptovalute.
Zhang Ming, vicedirettore dell’Istituto di finanza e banche dell’Accademia cinese delle scienze sociali, e il ricercatore Chen Yinmo dell’Istituto nazionale per la finanza e lo sviluppo hanno espresso congiuntamente le loro preoccupazioni su questa materia, con una ricaduta sui social media cinesi.
I due ricercatori hanno attribuito i deflussi alle incertezze sulla politica monetaria della Federal Reserve statunitense, alle tariffe doganali imposte dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, alle tensioni geopolitiche e alla debolezza del sentimento dei consumatori cinesi.
“Le pressioni sui deflussi di capitale della Cina nei prossimi due anni si rifletteranno in una debolezza degli investimenti diretti esteri rispetto agli investimenti diretti all’estero in corso, [o] nell’uso di capitali cinesi a causa dei tassi di interesse più bassi per gli investimenti all’estero”, hanno osservato i due nell’articolo pubblicato sull’account ufficiale di Zhang sui social media.
Citando i dati della State Administration of Foreign Exchange, hanno affermato che il conto capitale della Cina – il registro nazionale dei flussi netti di investimento – ha registrato un deficit di 496,2 miliardi di dollari nel 2024, un massimo storico.
“Per lo stesso anno, le riserve internazionali della Cina si sono ridotte di 62,3 miliardi di dollari – per la prima volta dal 2019”, hanno scritto i due, osservando che ‘lo yuan ha subito pressioni di deprezzamento rispetto al dollaro USA lo scorso anno’. Questo è ovvio, perché le risorse che si muovo dalla Cina all’estero devono essere scambiate dallo Yuan in altre valute, principalmente dollaro, e questo crea una spinta alla svalutazione della moneta cinese.
Gli economisti hanno osservato che la Cina ha subito “pesanti” deflussi di capitale due volte nel 21° secolo, il primo periodo tra il 2015 e il 2016 – quando il deficit medio del conto capitale è stato di 300,6 miliardi di dollari – e il successivo tra il 2020 e il 2024, quando la media è stata di 216,9 miliardi di dollari.
Pechino mantiene un conto capitale “chiuso”, in cui le aziende, le banche e gli individui non sono autorizzati a spostare liberamente il denaro in entrata e in uscita dal Paese a meno che non rispettino le regole progettate per prevenire la fuga di capitali.
Gli economisti hanno suggerito alla Banca Popolare Cinese di utilizzare i big data e la tecnologia blockchain per effettuare un monitoraggio in tempo reale dei movimenti transfrontalieri di criptovalute e altri asset digitali, raccomandando “una strategia di gestione categorizzata per la valuta digitale”.
Il 7 marzo Trump ha riunito amministratori delegati e investitori per il primo vertice alla Casa Bianca dedicato agli asset digitali, in cui ha dichiarato che l’America sarà la “capitale mondiale delle criptovalute” e ha sottolineato che bisogna impedire alla Cina di dominare il settore. Queste valute digitali potrebbero essere il grimaldello per far saltare completamente la cassaforte cinese.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

You must be logged in to post a comment Login