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Cina: per paura della crisi energetica valuta riapertura al carbone australiano
La Cina sta valutando la possibilità di revocare un divieto di due anni sulle importazioni di carbone dall’Australia, nel tentativo di evitare il ripetersi della penuria e dei blackout dello scorso autunno. Il timore è di sconvolgimenti eccessivi suo mercati che mettano in pericolo la sicurezza energetica una volta che le sanzioni occidentali sul carbone e sul petrolio russo entreranno in vigore, come hanno riferito giovedì a Bloomberg fonti a conoscenza delle deliberazioni.
La Cina teme che il divieto dell’UE sul carbone russo intensifichi una corsa globale all’approvvigionamento di carbone non russo che potrebbe indebolire il potere d’acquisto della Cina.
Ad aprile, l’UE ha imposto un divieto sulle importazioni di carbone e altri combustibili fossili solidi dalla Russia a partire dall’agosto 2022, nell’ambito del quinto ciclo di sanzioni dell’UE contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina. Il pacchetto include “il divieto di acquistare, importare o trasferire nell’UE carbone e altri combustibili fossili solidi se originari della Russia o esportati dalla Russia, a partire dall’agosto 2022”.
Nel tentativo di evitare il ripetersi della crisi energetica e del carbone dello scorso autunno, la Cina sta valutando la possibilità di porre fine al divieto di importazione del carbone australiano, imposto nell’ottobre 2020 dopo che l’Australia aveva appoggiato la richiesta di un’inchiesta internazionale sul modo in cui la Cina aveva gestito l’epidemia iniziale di COVID.
La notizia che la Cina sta valutando di porre fine al divieto ha fatto balzare giovedì le azioni delle società carbonifere australiane.
Negli ultimi mesi, la Cina ha aumentato in modo significativo la sua produzione di carbone, in seguito agli ordini del governo di aumentare le forniture di carbone. Lo scorso autunno, di fronte alla carenza di energia elettrica, le autorità cinesi hanno ordinato un aumento della produzione interna di carbone, mentre i prezzi globali del carbone salivano alle stelle.
Nel marzo 2022, la produzione giornaliera di carbone della Cina ha raggiunto un livello record, con un aumento del 15% rispetto al marzo 2021, però spesso gli obiettivi sono stati raggiunti a scapito della qualità del prodotto, ottenendo delle produzioni dal rendimento energetico scarso.
Dall’autunno del 2021, la Cina ha posto maggiore enfasi sulla sicurezza energetica. All’inizio di quest’anno, la Cina ha dichiarato che continuerà a massimizzare l’uso del carbone nei prossimi anni per garantire la propria sicurezza energetica, nonostante l’impegno a contribuire agli sforzi globali per ridurre le emissioni. L’esatto contrario di quanto sta facendo l’Europa, che si comporta quasi come se cercasse la crisi energetica chiudendosi importanti mercati energetici.
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