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Cina: il governo manda equipe mediche di emergenza a Pechino, per l’epidemia di Covid

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La Cina ha inviato centinaia di operatori sanitari, alcuni dei quali specializzati in cure critiche, nella capitale Pechino per alleggerire il carico di lavoro degli ospedali, fortemente sotto pressione a causa di uno tsunami di infezioni.
Almeno 500 medici e infermieri provenienti dalla provincia di Shandong, nella Cina orientale, e decine dal vicino Jiangsu sono stati inviati negli ospedali della città – nonostante la carenza di personale nei loro ospedali di origine – per aiutare a combattere la peggiore ondata di Covid-19 che Pechino ha visto negli ultimi tre anni.
Le squadre mediche sono state inviate a Pechino in passato, ma solo per aiutare con i test PCR quando la risposta nazionale era zero Covid. In questo caso invece c’è da intervenire negli ospedali per salvare le vite, o almento provarci.

L’incarico di questo mese non può essere paragonato ai 42.000 medici e infermieri inviati a Wuhan all’inizio del 2020 per salvare il sistema sanitario distrutto all’inizio dell’epidemia di coronavirus.
Tuttavia, il fatto che sia necessario un aiuto esterno a Pechino, che dispone delle migliori risorse mediche del Paese, evidenzia la fragilità del sistema sanitario che si trova ad affrontare un’ondata di Covid-19 senza precedenti in seguito al cambiamento del governo nella risposta alla pandemia.
Ospedale in Cina invaso da pazienti dopo l’allentamento dei controlli sul Covid

Attualmente la scarsità di medici, soprattutto a Pechino e nelle aree più colpite, è tale che  alcuni medici che hanno ricevuto i pazienti mentre loro stessi erano risultati positivi al test perché “era una loro responsabilità e non avevano altra scelta”, ha detto l’operatore ospedaliero.
Un medico del Nanjing Drum Tower Hospital ha confermato un documento visionato dal South China Morning Post che chiedeva a sette ospedali della città di inviare un totale di 54 membri del personale medico, tra cui medici di terapia intensiva, infermieri e tecnici di PCR.

In precedenza, documenti trapelati dalle province di Shandong e Hunan avevano mostrato che il Consiglio di Stato aveva chiesto loro di inviare personale sanitario, tra cui 178 specialisti in cure critiche dello Hunan, a sostegno di Pechino. “Il viaggio non dovrebbe essere annunciato pubblicamente”, si leggeva in un documento. Gli ospedali locali a cui è stato chiesto di inviare aiuti sono già sotto stress perché anche la maggior parte del loro personale è stato infettato e alcuni sono a malapena in grado di funzionare, ha appreso il Post.

Dopo l’improvviso allentamento dei controlli sul Covid-19 all’inizio del mese, la capitale cinese è stata colpita da un’ondata di casi e la popolazione si è lamentata della carenza di farmaci e kit di analisi, delle lunghe code alle cliniche per la febbre e dell’aumento del numero di morti.
Ufficialmente, il governo di Pechino ha annunciato sette decessi dall’apertura. Tuttavia, le autorità sanitarie affermano che solo i pazienti affetti da coronavirus che muoiono per insufficienza respiratoria, e non per altre malattie croniche, vengono conteggiati come decessi da Covid-19.
I medici e l’opinione pubblica hanno fornito un quadro diverso, tra le critiche al governo che non era preparato e avrebbe dovuto prevedere che l’allentamento delle regole zero-Covid avrebbe portato a un’infezione di massa.
Un primario di un ospedale di alto livello di Pechino, che ha rifiutato di essere nominato a causa della delicatezza della questione, ha dichiarato di aver stimato, in via prudenziale, che il 70% degli operatori sanitari e degli aiuti provenienti dallo Shandong stavano aiutando nei reparti di emergenza e negli ambulatori legati al Covid-19. 
Nelle ultime tre settimane ha cancellato interventi chirurgici e ambulatoriali, prima per l’infezione e poi per la mancanza di personale. Ma l’afflusso di pazienti bisognosi di cure è continuato e l’ospedale non è riuscito a farvi fronte. “Per quanto gli ospedali siano rinomati, non riescono a soddisfare la domanda”, ha detto il medico. La gente muore nei pronto soccorso, improvvisamente, anche perché non riesce a ricevere le cure.  “All’improvviso, un’infermiera ha gridato che una donna seduta su una sedia a rotelle non si muoveva da un po’”, ha raccontato un testimone “Le hanno fatto un’iniezione di adrenalina e dopo un po’, quando erano pronti a farle un’altra iniezione, un medico ha detto che non si muoveva”.

La Cina è passata da una prevenzione rigidissima, e probabilmente dal nascondere la vera diffusione del virus, a una libertà quasi totale, nella quale però si nascondono le conseguenze di due anni di lockdown. Comunque sia la situazione è caotica, soprattutto nella capitale.


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