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CINA: i tre fronti della crisi economica

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Ieri abbiamo presentato i dati della crescita mondiale presentati dall’ultimo report FMI che indicavano che, in questa fase 2019-2020, fosse la Cina ad essere l’elemento di freno nella crescita economica globale. Oggi abbiamo un tris di dati e situazioni che mostrano con chiarezza l’ampiezza del rallentamento economico cinese in tre settori completamente diversi: fuga di capitali, vendite auto e mercato immobiliare.

FUGA DEI CAPITALI.

I dati ufficiali sui movimento di capitali sembrerebbero mostrare un allentamento  dell’uscita dei risparmi dal Paese, come mostra il seguente grafico dove in blu scuro sono indicati i flussi di yuan offshore:

Quindi, dai dati ufficiali, sembrerebbe che la svalutazione, unita a controlli molto stringenti da parte delle autorità, sia stata efficace ed abbia fermato il deflusso di capitali. Oppure no?

In realtà c’è un problemino nelle rilevazioni contabili della PBOC, cioè della banca cinese, cioè gli ERRORI  nelle rilevazioni della Bilancia dei Pagamenti.

Gli “Errori o omissioni” solo solitamente i valori che o non vengono ufficialmente rilevati o che non possono rientrare nelle altre categorie registrate sotto altre voci. Normalmente è una voce residuali, piccola, in Cina invece ha una dimensione molto grande, veramente straordinaria, e crescente :

Dal 2014 gli errori sono consistenti e presenti. Cosa sono questi “Errori ed omissioni”? Soldi che escono in modo non ufficiali dal paese, e che continuano ad uscire ora come negli ultimi 4 anni.

VENDITE AUTO

Prosegue il calo nella vendita si auto in Cina, ed ormai si può parlare di un rallentamento a livello generazionale nella vendita automezzi

 

Le vendite nel mese di settembre hanno subito un calo del 6,6%, e, pur essendoci stato un miglioramento relativo, comunque siamo ad un calo continuo delle vendite da 15 mesi. Un altro esempio di stagnazione che ormai dura da diversi mesi.

 

CROLLA IL MERCATO IMMOBILIARE DI SHANGHAI E PECHINO

La “Golden week” è una tradizionale vacanza cinese durante la quale avvengono numerose vendite di abitazioni, anche perchè le famiglie hanno il tempo di visitare gli immobili e di decidere l’acquisto. Quest’anno però è stato diverso. Secondo il South China Morning Post c’è stato un calo del 86% delle vendite immobiliari a Shanghai in questo periodo ottimale,con la riduzione delle transazioni a 5000 mq. Anche a Pechino vi è stato un crollo delle vendite, ben del 96% a soli 2000 mq trasferiti.  Il motivo è semplice: la guerra commerciale ha ridotto le prospettive economiche, anche sull’aumento dei prezzi degli immobili, per cui la spinta della speculazione è completamente sparita e la gente nelle ferie della “Golden Week” ha preferito fare un viaggio ed andare in vacanza.

Il rallentamento economico cinese è evidente, come mostrano un insieme di indicatori, ed accentuato dall’inflazione interna legata all’esplosione dei prezzi dei suini ed all’aumento dei prezzi dei prodotti importati. L’economia mondiale il prossimo anno dovrà fare il meno della spinta da Pechino.

 

 

 


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