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Cina: fallimento multimiliardario di una società di semiconduttori rivela la fragilità del sistema economico, e perché Taiwan sia importante
Tsinghua Unigroup, una delle principali società cinesi di semiconduttori con debiti per oltre 100 miliardi di Yuan, 14,5 miliardi di Euro, ha già dichiarato bancarotta, maha ricevuto un’iniezione di capitale di 9,8 miliardi di RMB da FII, una sussidiaria del grande gurppo del settore elettronico di Taiwan, Hon Hai, per potersi ristrutturare. Una cosa inattesa, vista la tensione attualmente presente fra Repubblica Di Cina e Repubblica Popolare cinese. L’analisi ha evidenziato che la mossa di Hon Hai si concentra sul potenziale del mercato cinese dei veicoli elettrici ed è destinata a rafforzare la fornitura di componenti chiave per semiconduttori e questo mercato non può essere ignorato per interessi commerciali.
La società cinese di semiconduttori Tsinghua Unigroup ha dichiarato bancarotta e riorganizzazione nel luglio dello scorso anno. La società era nata da una iniziativa di Fii, società che insieme aa Zhilu capital aveva creato Tsinghua , di cui possedevano 85%. Ora Hon Hai possiederà circa 85% di FII cosa che ricapitalizzerà la controllata. Con questo acquisto la società di Taiwan ora entra nel settore cinese, in forte espansione, della mobilità elettrica, cosa che non può essere ignorata, date le sue dimensioni.
Tsinghua è partecipata dal Zinguang Gruop, che è considerata il leader amato dal governo dei semiconduttori cinesi. Proprio la spinta eccessiva all’espansione da parte del governo è stata alla base del crack, legato ad un eccessivo indebitamento unito a progetti di crescita non realizzabili. La Cina vuole la leadership nel settore anche quando questa non ha senso dal punto di vista economico, e questi sono i risultati.
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