Attualità
CINA DENUNCIA COVID ANCHE NEI GAMBERI… Propaganda o verità?
Dopo il caso del salmone norvegese trovato”Infetto” nel mercato del fresco di Pechino, ora tocca ai gamberi essere messi sotto accusa dalla Cina. Secondo quanto riportato da Bloomberg la Cina avrebbe segnalato, in modo aggressivo, la presenza del virus che causa il Covid-19 in alcuni pacchetti di gamberi importati dall’Equador. Siamo al secondo caso in cui prodotti freschi ittici sono indicati come colpevoli della diffusione del virus, anche se, in questo caso, come ammesso dalle autorità stesse, questo era presente non nei gamberi, ma nelle confezioni, ed in quantità minima. Nel frattempo però le aziende della filiera sono andate in crisi.
L’esportatore ecuadoriano di gamberi Santa Priscila, produttore delle confezioni, ha messo in dubbio i risultati dei test e ha lamentato il colpo alla reputazione del settore, affermando che i funzionari cinesi si sono rifiutati di fornire informazioni sui test nelle ultime settimane.: “Hanno trovato un test positivo non contagioso” all’interno della parete del contenitore “a seguito di 227.934 campioni prelevati dai contenitori, ovvero lo 0,0000043%”, ha dichiarato il presidente e fondatore di Santa Priscila Santiago Salem in una nota. Comunque l’azienda ha provveduto a sanificare gli impianti, nonostante l’evento non abbia presentato nessun pericolo oggettivo.
Ora facciamo qualche considerazione sulla politica informativa cinese perseguita dal Partito Comunista Cinese.
- esplode il focolaio a Pechino, e viene incolpato il salmone norvegese, portando praticamente a zero l’import ittico di qusto prodotto;
- quindi improvvisamente la notizia di una “Polmonite peggiore del Covid-19” con già ben 1500 casi, ma della quale le autorità della repubblica del Kazakhistan sembrano negare e le cui notizie giungono dall’ambasciata cinese.
- ora i casi di COvid-19 nei gamberi.
Tutto questo sembra, più che altro, una questione di propaganda. Incuranti dei danni economici che possono portare i media Cinesi controllati dal PCC attaccano di volta in volta un prodotto o una situazione per poi diffonderne la notizia a livello globale. La finalità appare chiara : il PCC , in difficoltà, cerca di distrarre l’attenzione ponendo questo o quel prodotto come obiettivo. Una riproposizione moderna del “Calunniate , calunniate, qualcosa resterà”, che però mostra le effettive difficoltà attuali del governo di Pechino.
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